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26.02.2018 - 15:130
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Rimborsopoli, il Partito Socialista insorge: “La riapertura dell’inchiesta incrina maggiormente il rapporto tra cittadini e istituzioni. Il Governo congeli la concessione dei rimborsi”

Il PS giudica i nuovi elementi “preoccupanti” e invita Governo e Parlamento a prendere contromisure sui rimborsi e buone uscita senza base legale

BELLINZONA - Continua la polemica sullo scandalo Rimborsopoli che vede all centro il Consiglio di Stato e le indennità percepite dai ministri. Dopo la riapertura dell’incarto da parte del Procuratore Generale John Noseda, il Partito Socialista, in una nota firmata dal presidente Igor Righini e dal capogruppo Ivo Durisch, insorge chiedendo il congelamento dei rimborsi spesa senza base legale, otre a invitare il Parlamento a “procedere senza alcuna esitazione riguardo all’assoggettamento dei Consiglieri di Stato alla Cassa Pensione”.

 

Il PS giudica “preoccupanti i nuovi elementi che hanno fatto riaprire l’incarto al Procuratore Generale relativo ai rimborsi e ai benefit concessi al Consiglio di Stato. Per la sinistra è quindi “imperativo chiarire le ragioni per cui non tutti i documenti disponibili siano stati messi a disposizione della Procura, impedendo così che potesse essere eseguita una corretta visione d’insieme relativa ai rimborsi e ai benefit concessi al Governo senza che ci fosse una base legale”.

 

E ancora: “Il PS ritiene inoltre più che inopportuna la lettera inviata dal Consiglio di Stato all’Ufficio presidenziale (Up), con la quale ha affermato che senza un avviso contrario dell’Up avrebbe mantenuta invariata la prassi in vigore e che avrebbe quindi continuato a ottenere dei rimborsi senza che ci fosse una base legale verificata. In questo senso, il Consiglio di Stato avrebbe perlomeno dovuto attendere l’eventuale approvazione dell’Up riguardo ai forfait di 300 franchi per il telefono, iscritti nelle note a protocollo 44 e 103”, si legge nel comunicato.

 

Righini e Durisch non appoggiano la scelta del Governo di non congelare rimborsi e buone uscita senza base legale, ritenendo opportuno “sospenderli immediatamente e proporre al più presto una base legale”.

 

“Come già dichiarato lo scorso 15 febbraio, il PS non esclude neppure che i rimborsi o una parte di essi debbano eventualmente essere restituiti, una volta terminati gli accertamenti della Commissione della gestione e delle finanze e del Controllo cantonale delle finanze. Intervento, ricordiamolo, che era stato chiesto dal nostro Capogruppo Ivo Durisch alla Commissione della gestione”.

 

La riapertura dell’incarto a una sola settimana di distanza dall’archiviazione, secondo il Partito Socialista, incrina maggiormente il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni, specificando che: “da questa vicenda emerge chiaramente come sia sempre più attuale e urgente la richiesta, formulata tramite iniziativa parlamentare dal Gruppo socialista, che il Controllo cantonale delle finanze possa riferire direttamente al Parlamento senza dover necessariamente passare dal Governo”.

 

Dalla sinistra si invita anche il Parlamento a procedere celermente senza esitazione con il rapporto riguardo alla previdenza vecchiaia dei Consiglieri di Stato e il rispettivo assoggettamento alla Cassa pensione, così come avviene per tutti i dipendenti dello Stato.

 

In conclusione, “il Partito Socialista auspica che entrambe vengano risolte al più tardi entro l’inizio dell’estate. Per quanto riguarda i rapporti col Controllo cantonale delle finanze, il Partito Socialista chiede che sia anche il Gran Consiglio a poterne beneficiare in maniera totalmente indipendente e non solo il Consiglio di Stato. E soprattutto ribadisce l’importanza di avere un organo indipendente, sul modello di quello federale, come già proposto con un’iniziativa parlamentare dal gruppo socialista”.

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