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04.03.2018 - 14:050
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

No Billag, Alain Bühler: "Riconosco il fallimento dell'iniziativa e la chiara volontà degli elettori di mantenere un servizio pubblico. Ma questa era solo una battaglia. Da domani comincia la guerra..."

Il vicepresidente del fronte del SI commenta i risultati della votazione e annuncia una nuova iniziativa: si punta a una maggiore ridistribuzione dei proventi del canone e un ulteriore abbassamento della tassa (i famosi 200 franchi)

LUGANO - “Riconosco la chiara volontà dei ticinesi di mantenere l’attuale sistema mediatico, ma 48’000 cittadini di questo Cantone hanno sostenuto questa iniziativa e in futuro la RSI dovrà tener conto della loro opinione”.

 

È questo il commento a caldo di Alain Bühler, pochi minuti dopo la conclusione dello spoglio delle schede sulla No Billag, che ha sancito una netta vittoria del NO, pari al 65% degli elettori. Il frontman della campagna a sostegno dell’abolizione del canone, riconosce innanzitutto “il fallimento della proposta sia a livello nazionale che cantonale”. Ma questa, precisa, era “solo una battaglia, ora comincia la guerra”. E per guerra si intende la nuova legge sul sistema mediatico e sulla ripartizione del canone che il Consiglio Federale si appresta a mandare in Parlamento.

 

“Una vittoria - afferma Bühler - questa iniziativa l’ha comunque ottenuta. Grazie al dibattito di questi mesi si sono potute ascoltare diverse voci critiche, anche da parte di chi ha sostenuto il NO, per una ridefinizione del panorama mediatico in Svizzera. Le Camere non potranno ignorare queste prese di posizione giunte da diversi partiti. No Billag ha avuto comunque il merito di imprimere una svolta per il futuro”.

 

E per mettere “un po’ di pepe al Parlamento”, Bühler annuncia che presto sarà lanciata una nuova iniziativa. Un testo che tenga conto della volontà degli svizzeri di “mantenere un servizio pubblico”, ma che altresì riconosca che “le molte risorse che oggi sono nelle mani esclusive dell’SSR, vengano più equamente ridistribuite a tutti gli attori del mondo dei media”. Oltre al nodo del costo del canone: la nuova proposta mira infatti a un abbassamento ulteriore. I famosi 200 franchi di cui tanto si è parlato in questi mesi.

 

Il vicepresidente dell’UDC aggiunge che “i ticinesi hanno concesso una seconda possibilità alla RSI” e riconosce che il testo dell’iniziativa “era molto forte e forse è stata lanciata troppo presto”. Fra dieci anni, infatti, argomenta, “le nuove tecnologie e i nuovi metodi di fruizione andranno comunque sempre più nella direzione da noi proposta”.

 

“Oggi - conclude Bühler - per la RSI e per la SSR è un giorno di festa. Ma nei prossimi mesi verificheremo che le molte promesse che sono state fatte, vengano mantenute”.

 

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