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08.05.2018 - 15:050
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Pensioni dei Consiglieri di Stato, duro scontro tra Claudio Zali e Matteo Pronzini. Il ministro: "La sua ignoranza è imbarazzante. Non si permetta di darci degli arroganti". Il deputato: "Le sue minacce non mi fanno paura"

Il diverbio è scoppiato in Gran Consiglio a seguito della risposta che il presidente del Consiglio di Stato ha dato all’interpellanza presentata dal deputato dell’MPS in materia di previdenza dei membri del Governo

BELLINZONA - Duro scontro nell’aula del Gran Consiglio tra Matteo Pronzini e Claudio Zali. Il diverbio è scoppiato a seguito della risposta che il presidente del Consiglio di Stato ha dato all’interpellanza presentata dal deputato dell’MPS in materia di previdenza dei membri del Governo.

 

Zali, come già fatto in passato, ha condensato in due risposte la replica alle 11 domande presentate da Pronzini. Domande ad ampio raggio che mettevano in dubbio l’agire dei ministri nella gestione del loro sistema previdenziale. Uno in particolare dei quesiti toccava direttamente proprio Zali, in quanto si chiedeva di fare luce sulle regole per quei ministri che, prima di essere eletti, lavoravano per lo Stato. Con riferimento anche ai riscatti per la costruzione della casa primaria.

 

Il presidente del Governo, nella sua risposta, si è limitato a citare diverse leggi cantonali e federali, per giungere rapidamente alla conclusione che tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle regole.

 

Una risposta andata di traverso a Pronzini che, dopo aver accusato il Governo di non voler rispondere nel merito, ha contrattaccato affermando che i ministri si sono arrogati il diritto di fare come gli pareva. Nonostante la competenza in materia sia del Gran Consiglio.

 

“Deputato Pronzini - ha replicato Zali - la sua ignoranza in materie di leggi è imbarazzante. Questo impedisce un dialogo tra noi due. Nessuna delle basi legali che ho citato sono di competenza del Consiglio di Stato. Ma le vieto nel corso del prossimo anno, a cominciare da adesso, di dare dell’arrogante a me e ai miei colleghi”.

 

“Lei non mi fa paura e le sue minacce come le ho già detto - ha ribattuto Pronzini - non mi fanno né caldo, né freddo”. Se non vuole rispondere, come ha fatto in altre sedi, è una sua responsabilità. Penso che lei è molto più intelligente di me sulle leggi. Se vedo tutto quello che ha messo in piedi sulle pensioni, penso che ha una bella mente e usa le leggi per interessi personali"

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