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15.06.2018 - 15:050
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il Consiglio di Stato sblocca a maggioranza i ristorni e spiega perché. La Lega: "Governo poco coraggioso. Il triciclo PLR-PPD-PS affossa la proposta di Gobbi e Zali"

Il Governo ha deciso di procedere al versamento dei cosiddetti ‘ristorni’ entro il 30 giugno, rispettando la scadenza prevista dall’Accordo italo svizzero del 3 ottobre 1974. La somma corrisponderà alla parte italiana dell’imposta alla fonte sul reddito versata nel 2017 dai lavoratori frontalieri

BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha autorizzato oggi a maggioranza il versamento all’Italia della quota di imposte alla fonte sul reddito 2017 dei lavoratori frontalieri, secondo l’accordo italo svizzero del 1974. Il Governo, si legge in una nota stampa, “ha nel contempo avviato trattative transfrontaliere con le Regioni Lombardia e Piemonte, per la stesura di un piano di interventi congiunto (roadmap) nei settori infrastrutture, ambiente e mobilità”.

Il Governo ha deciso di procedere al versamento dei cosiddetti ‘ristorni’ entro il 30 giugno, rispettando la scadenza prevista dall’Accordo italo svizzero del 3 ottobre 1974. La somma corrisponderà alla parte italiana dell’imposta alla fonte sul reddito versata nel 2017 dai lavoratori frontalieri.

La decisione del Consiglio di Stato, prosegue la nota, “ha tenuto conto delle decisioni espresse dalle Regioni Lombardia e Piemonte, rispettivamente il 25 maggio e l’11 giugno scorso. Entrambi i Governi regionali hanno infatti confermato la disponibilità a elaborare un documento progettuale congiunto (la roadmap, appunto), che preveda l’utilizzo dei ristorni per realizzare opere infrastrutturali, di protezione dell’ambiente e a favore della mobilità transfrontaliere. La roadmap – che verrà presentata nel corso dell’estate – conterrà un elenco di progetti strategici e indicazioni precise sui tempi di realizzazione delle opere. L’avvio di questa collaborazione segue l’indicazione fornita lo scorso 28 maggio dal Gran Consiglio ticinese, che ha chiesto l’avvio di trattative con le autorità italiane affinché i ristorni siano utilizzati per finanziare interventi in favore della mobilità transfrontaliera”.

Nel corso dei prossimi mesi, il Consiglio di Stato concorderà inoltre con il Consiglio federale un piano di azione per favorire l’entrata in vigore del nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia, superando così l’attuale accordo del 1974”.

Ma la decisione della maggioranza dei ministri non piace alla Lega dei ticinesi, che parla di “ennesima occasione persa da un Governo poco coraggioso”.

“Sebbene il parlamento avesse legittimato il Consiglio di Stato a trattare con l'Italia, il Governo ha per l'ennesima volta dimostrato una mancanza di coraggio palese – si legge nella nota di via Monte Boglia -. La proposta di Claudio Zali e sostenuta da Norman Gobbi di bloccare e vincolare parte dei ristorni per opere infrastrutturali di valenza transfrontaliera è stata bocciata dal triciclo PLR-PPD-PS. I ministri Vitta, Beltraminelli e Bertoli hanno affossato la proposta di blocco, frantumando la possibilità di avere una merce di scambio nelle trattative con Roma”.

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