Parco eolico in Galizia
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29.08.2018 - 14:040
Aggiornamento: 30.08.2018 - 22:20

Taccuino spagnolo 2. Dai parchi eolici alla scala mobile. Un Ticino che va a passo di lumaca, ostaggio di ricorsi e opposizioni

Viaggiando vedi il mondo diversamente, anche il tuo “mondo”, il mondo in cui vivi. Viaggiando si impara, si scoprono realtà diverse ma anche simili rispetto alla nostra

Viaggiando vedi il mondo diversamente, anche il tuo “mondo”, il mondo in cui vivi. Viaggiando si impara, si scoprono realtà diverse ma anche simili rispetto alla nostra.

 

Così, vagando tra Galizia, Castiglia e Cantabria, ho scoperto che la Spagna ha investito enormi risorse nell’energia eolica. In ogni regione incontri immensi parchi formati da decine di generatori che producono energia sfruttando la forza del vento. E quelle enormi pale girano anche quando il vento è solo una leggera brezza.

 

Mi sono informato e ho letto che oggi l’energia ricavata dalla forza del vento copre il 21% dell’intera domanda di energia elettrica spagnola. Grazie a questo risultato, affermano gli esperti del settore, sono state ridotte le importazioni di idrocarburi per un ammontare annuo di 250 milioni di euro e si sono ridotte le immissioni atmosferiche di CO2 di 1,7 milioni di tonnellate.

 

Allora ho pensato al parco eolico del San Gottardo, di cui sentiamo parlare ormai da 8 anni. Finalmente, ha comunicato qualche giorno fa l’Azienda elettrica ticinese, il progetto si farà. Si tratta di un piccolo impianto, con soli 5 aerogeneratori - comunque in grado di coprire il fabbisogno delle economie domestiche dei distretti di Blenio e Leventina -, ma che per anni si è scontrato con ricorsi e opposizioni.

 

Così, ho pensato che siamo un Paese che si muove a passo di lumaca, nel quale troppe decisioni e troppi progetti strategici rimangono ostaggio di referendum e opposizioni varie. Spesso immotivate o motivate da interessi particolari, quando non elettorali. Così, la politica diventa timorosa e produce idee deboli, che spesso vengono comunque osteggiate.

 

Pensiamo alla questione della riforma fiscale, per citare un tema di stretta attualità. Ma anche alla tanto discussa legge sulle aperture dei negozi, approvata in votazione popolare due anni fa, ma finora mai applicata. E stiamo parlando di mezz’ora in più di apertura…

 

Poi, visitando Santander, città marittima di circa mezzo milione di abitanti e capitale della Cantabria, ho visto qualcosa che mi ha ricordato Locarno: una scala mobile a cielo aperto che consente di salire verso la parte alta del centro, superando un discreto dislivello. Un progetto simile a quello che il municipale Bruno Buzzini vorrebbe realizzare per facilitare il collegamento tra piazza Grande e la Città vecchia. Non per vezzo, ma per “avvicinare” quel quartiere alla piazza.

 

Ma anche qui si preannunciano ricorsi, se non referendum: i Verdi locarnesi hanno già manifestato la loro opposizione, indicando quale alternativa “un mini bus elettrico che faccia da spola tra i vari autosili e parcheggi della città, passando in continuazione con frequenza di 10 o 15 minuti fra la Piazza Grande e la Città Vecchia”.

 

Secondo loro la scala mobile sarebbe “un artefatto che sconvolge la natura stessa del centro storico, e i cui costi sono elevati sia a livello di costruzione che per la continua manutenzione. La scala mobile di per sé è una barriera architettonica per portatori di handicap, difficile da usare per le persone anziane, per le mamme con carrozzelle e bambini, per coloro che trasportano bagagli pesanti o la spesa ingombrante. Ecco che già solo con queste costatazioni gli scopi per cui si vorrebbe una scala mobile vengono a cadere, senza dimenticare poi che il trasporto sarebbe solo per la risalita”.

 

Ragionamenti che ci possono stare. Ma per ogni progetto, per ogni idea, per ogni innovazione, ci saranno sempre controindicazioni. L’alternativa vera non è il bus elettrico, ma l’immobilismo.

 

Siamo un cantone in cui si investe poco, troppo poco, nonostante il costo del denaro non sia mai stato così basso… Nonostante mai come oggi ci siano capitali a disposizione per garantire la crescita e migliorare il futuro del Ticino.

 

E, sullo sfondo, ci sono continue schermaglie politiche, sociali, o ambientali, come quella sul rally del Ticino, in programma il prossimo week end, che si correrà solo perché il Governo ha negato l’effetto sospensivo al ricorso. Certo, quella corsa automobilistica produce inquinamento, ma è una goccia nel mare rispetto alle emissioni generate dal traffico che ogni giorno paralizza il Ticino…

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