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03.08.2017 - 11:490
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"La Svizzera non esiste", Ada Marra attaccata e minacciata sui social. Marina Carobbio esprime solidarietà alla collega in Parlamento e dice: "Di fronte a questi episodi occorre reagire e fare qualcosa per costruire nuovamente una cultura del dialogo e de

La consigliera nazionale: "La politica e i media, accanto evidentemente ai singoli, hanno in questo senso una responsabilità"

di Marina Carobbio (dal sito marinacarobbio.ch) *

Alcuni giorni fa, Ada Marra ha scritto un testo sulla Svizzera e sul senso di essere svizzeri. Ha ricordato come ci sono molto modi diversi di essere svizzeri. Si può essere d’accordo o meno con queste considerazioni, ma il suo scritto dovrebbe essere l’occasione per riflettere sul senso di appartenenza a una nazione, sull’identità, sul concetto di patria.

Alcuni media, in particolare online, l’hanno ripreso limitandosi alla prima frase. Molti commentatori sui social l’hanno attaccata, coperta d’insulti, minacciata, al punto che Ada si chiede se chiudere la sua pagina facebook ai commenti e adire le vie legali.

Alcune settimane fa è stato presentato in Italia la relazione finale della Commissione speciale sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio. Da questo rapporto risulta chiaramente come siano sempre più diffusi stereotipi nei confronti delle donne e delle minoranze.

La presidentessa della camera del parlamento italiano Boldrini è intenzionata a presentare delle misure per mettere un freno all’odio e il razzismo, anche sui social. Sull’utilità di queste misure si discuterà al momento opportuno. In questo contesto è però importante ricordare come la signora Laura Boldrini sia anche lei spesso oggetto di attacchi verbali in quanto politica donna.

Analoga situazione per l’ex ministra italiana Cécile Kyenge più volte vittima di insulti razzisti. Forme di disprezzo, di degradazione e di insulti che toccano in primis, le donne e le minoranze: nei confronti delle donne si assiste atteggiamenti sessisti e discriminatori nei confronti dei gay ed omofobia, verso i migranti razzismo.

Tutti questi episodi, e potrei citarne molti altri, non possono essere visti come sporadici episodi, magari goliardici da parte di alcuni singoli individui. Essi evidenziano la necessità di reagire e fare qualcosa per costruire nuovamente una cultura del dialogo e del rispetto.

Certo si possono chiudere le pagine sui social o bloccare i commenti, si possono e si devono denunciare comportamenti razzismi e denigratori, ma si devono anche creare le basi per una società dove ci si possa confrontare e discutere senza incorrere negli insulti gratuiti o nel disprezzo dell’opinione altrui. La politica e i media, accanto evidentemente ai singoli, hanno in questo senso una responsabilità.

Come donna attiva in politica, ma anche come madre e cittadina, intendo assumermi questa responsabilità. Intanto esprimendo la mia solidarietà ad Ada Marra. Ma anche denunciando queste situazioni, invitando chi come me si interessa di cosa pubblica e i media a non assecondare questi fenomeni ma a parlarne, a smontare gli stereotipi e a correggere le false e fuorvianti informazioni e a vedere se e come è necessario reagire sul piano istituzionale. Mi auguro che questo blog sia un punto di partenza in questo senso. Perché non c’è democrazia laddove non si può esprimere la propria opinione.

* consigliera nazionale PS

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