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24.05.2019 - 15:520

Mauro Dell'Ambrogio: "Parità dei sessi? Per indurre le ragazze alle professioni tecniche servirebbe nazionalizzare l'industria e privatizzare i servizi pubblici"

L'ex Segretario di Stato PLR su Opinione Liberale cita Marx: "Essenziale è la struttura economica. Il maggior pericolo è fare passi indietro con l’illusione, purtroppo oggi ricorrente, che si stava meglio quando si stava peggio"

di Mauro Dell'Ambrogio*

Le donne sono discriminate? In molte aziende, professioni, famiglie sì. In altre no. Con zone grigie a dipendenza di cosa e come si misura. Si può richiamare l’attenzione sugli esempi negativi con uno sciopero; o sugli esempi positivi, mirando più all’emulazione che a colpevolizzare. A sinistra il tema è esasperato: una parlamentare aveva chiesto al Consiglio federale cosa intendesse fare affinché la biancheria intima femminile non costasse più di quella maschile. Risposta a tono sarebbe stata quella che, visto che i prezzi dipendono da domanda e offerta, se beni consumati da chi guadagna meno costano di più è perché spesso sono pagati da altri. Lo stato sociale compensa pure le disuguaglianze: miliardi di contributi pagati da uomini finiscono in pensioni alle donne. Ma è pur sempre indice di mancata emancipazione.

Più delle prediche, i fatti sono il miglior rimedio contro i pregiudizi purtroppo ancora diffusi. Le donne studiano ormai più degli uomini, ma perdurano differenze nelle scelte professionali. Forse perché nei maschi c’è maggior propensione al rischio: come si vede nell’imprenditorialità, nella criminalità, nella migrazione. Conseguenza della selezione naturale quando – ieri in termini di patrimonio genetico – l’uomo cacciava e la donna raccoglieva e conservava.

Un’ingegnera o un’informatica rischia, più facilmente di una bibliotecaria o di un’infermiera, che il posto di lavoro sia trasferito altrove. Più della propaganda, per indurre le ragazze alle professioni tecniche, servirebbe nazionalizzare l’industria e privatizzare i servizi pubblici, ma è un’utopia fra tante. La partita si gioca in famiglia e sul lavoro.

In Svizzera vi è abbondanza di insegnanti nelle materie letterarie, in grande prevalenza donne, carenza in quelle scientifiche. Il mercato del lavoro privato incentiverebbe scelte diverse differenziando la retribuzione. Lo Stato non lo fa per non pagare così di più gli uomini. Il confine tra ricerca della parità e discriminazione a rovescio è sottile.

Come insegnava il dimenticato Marx, essenziale è la struttura economica. Siamo in piena evoluzione: da una società in cui era ruolo dell’uomo provvedere per il bisogno monetario della famiglia, ad una senza ruoli economici definiti dal sesso. Un’evoluzione con inevitabili lentezze e contraddizioni, correggibili con tanta buona volontà. Il maggior pericolo è fare passi indietro con l’illusione, purtroppo oggi ricorrente, che si stava meglio quando si stava peggio.

*Articolo tratto da Opinione Liberale
 

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