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12.12.2012 - 10:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:40

Medici, pazienti e il dovere di mantenere un segreto

Le norme deontologiche obbligano il medico a garantire sempre il rispetto del segreto professionale. Anche di fronte alle assicurazioni malattia

MEZZOVICO - Nella vita i rapporti interpersonali sono fondati spesso su un atto di fiducia. Nella nostra quotidianità entriamo in contatto con diverse figure professionali che mettono al servizio di una comunità il loro sapere e le loro competenze professionali. Conoscenze che servono per dare una risposta alle nostre esigenze, ai nostri bisogni.

Più grande e importante è il nostro bisogno, più il legame di fiducia diventa qualcosa che tocca la nostra intimità. Nel rapporto con il proprio medico la fiducia è un tassello fondamentale. Se ci rivolgiamo a un dottore lo facciamo perché abbiamo bisogno di avere un controllo sula nostra salute oppure abbiamo la necessità di risolvere un problema per poter stare meglio.

Di solito lo si fa confidando qualcosa di molto personale, che magari non si è mai detto a nessuno. Il paziente in cambio beneficia del sapere, delle competenze del medico e della garanzia che tutto ciò di cui si parla rimane nell'ambito di tale rapporto esclusivo e confidenziale. In questa ottica il rapporto medico-paziente va oltre l'aspetto meramente professionale. Il medico di famiglia diventa una sorta di biografo personale, colui che nel corso della nostra vita raccoglie una serie di informazioni che nessun altro è in grado di avere.

Segreto professionale: cosa dicono le norme?

È un legame quindi che deve essere protetto. Come? Attraverso il segreto professionale. La Federazione svizzera dei medici (FMH) nel suo codice deontologico all'articolo 11 stabilisce che "Il segreto professionale obbliga il medico a mantenere il silenzio su tutto ciò che, nell'esercizio della sua professione, gli viene confidato o viene a sapere in qualsiasi altro modo. Il medico rispetta questo segreto anche e soprattutto nell'ambito della propria famiglia e verso i parenti, i prossimi, il datore di lavoro del paziente, nonché verso gli assicuratori".

Anche se nell’ultimo caso esistono eccezioni che meritano di essere sviluppate in un successivo approfondimento della tematica. Non solo. Lo stesso articolo stabilisce che "Il medico istruisce le persone che l'assistono nel suo lavoro o che hanno accesso a delle informazioni del suo studio medico, circa i loro doveri a proposito del segreto professionale. Una dichiarazione scritta dell'impegno a rispettare questo segreto è auspicabile".

Nel caso delle informazioni inerenti lo stato di salute di un paziente può capitare che queste debbano essere trasmesse ad altri medici. A tal proposito, sempre secondo l'articolo 11 del codice deontologico FMH, "Il segreto professionale vale anche verso i colleghi. In caso di collaborazione tra medici (consulenze, affidamento del paziente a un altro medico, ospedalizzazione, ecc) si può di regola presumere l'accordo del paziente per quanto riguarda la trasmissione di informazioni mediche di rilievo".

Ci sono delle eccezioni

Questo insomma è quanto stabiliscono le regole. Nella realtà è tuttavia possibile trovarsi di fronte ad alcuni casi delicati di cui la Commissione deontologica dell'Ordine dei medici del Canton Ticino ha già avuto modo occuparsi. In generale è bene, ricorda l'OMCT, che il paziente sappia che il suo diritto alla riservatezza deve sempre essere garantito.

Il medico non può senza il consenso del paziente trasmettere alcuna informazione nemmeno ai familiari, al datore di lavoro, agli assicuratori o ad altri medici. Le eccezioni tuttavia esistono. Ad esempio in caso di morte oppure quando si è di fronte a lesioni derivanti da un reato. Oppure ancora quando c'è il dubbio di essere di fronte a un reato perseguibile d'ufficio come violenza su minori, abusi sessuali, omicidio, lesioni personali gravi.

In questi casi i medico ha l'obbligo di denunciare i fatti all'autorità penale. I dati del paziente devono essere obbligatoriamente trasmessi in caso di malattie trasmissibili al medico cantonale. In questo caso il medico cantonale sarà tenuto al rispetto del segreto professionale.

Essere ascoltati, parlare e decidere 

Quindi, fatte salve le eccezioni, il paziente ha sempre diritto alla riservatezza. Per ogni trasmissione dei dati è necessario il consenso. Ma soprattutto - come ricorda l'OMCT - è importante che il paziente possa esprimersi, che sia ascoltato,che possa chiedere e decidere con il proprio medico. Perché anche questa è fiducia. 

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