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16.07.2014 - 12:010
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Sagra dell’uva, la Vineria dei Mir: “Ci prendiamo un anno di pausa”. Ticinowine: “Triste, ormai è la festa della birra”

Lo storico gruppo momò ha deciso di gettare la spugna vista la mancanza di uno spazio consono e delle divergenze con il comitato. E Tettamanti di TicinoWine non le manda a dire: “Situazione penosa”

MENDRISIO – Sarà una Sagra dell’uva un po’ più povera quella che ci aspetta il prossimo autunno. La Vineria dei Mir, storico gruppo momò nato proprio alla sagra che negli anni si è fatto conoscere per la promozione dei prodotti del territorio organizzando eventi noti come la ciaspalonga e la mangialonga, ha deciso che non prenderà parte alla manifestazione, a causa della mancata assegnazione da parte di uno spazio consono e delle divergenze sorte con il Comitato organizzatore. Nessuna polemica però, ma una constatazione della situazione attuale che ‘snatura’ la sagra. Più duro il commento del direttore di Ticinowine, che parla di “derive” che ormai stanno distruggendo lo scopo primario della festa mendrisiense. 

“La decisione – ci spiega Massimo Tettamanti della Vineria dei Mir – è maturata nel tempo, diciamo dopo aver perso la nostra sede storica e ufficiale per motivi privati giustificati, anzi ringrazieremo sempre la famiglia che per tanti anni ci ha concesso il posto. Dopodiché non abbiamo più trovato un’ubicazione consona alla nostra concezione di sagra, ovvero quella di riuscire ad avere una corte tipica dove poter offrire questo ‘palcoscenico’ ai produttori locali e ticinesi di merlot, che dovrebbero essere il fondamento della sagra dell’uva. Tutti hanno diritto a vendere i propri prodotti, ma la sagra dell’uva è la sagra dell’uva, lo dice la parola stessa, non quella della birra.”

Le divergenze con il comitato 

Tettamanti ci spiega che sono stati diversi i tentativi volti a fare passare questo messaggio agli organizzatori, ma non hanno mai avuto un riscontro. “Abbiamo deciso di fermarci per un anno: a queste condizioni per noi non vale più la pena. Non contestiamo comunque le scelte del comitato e non vogliamo fare polemica, diciamo solo che non rispecchiano più quella che è la nostra immagine di sagra, ma se loro ritengono che invece è corretto procedere così vadano pure avanti.”

“Il municipio – continua Tettamanti – ci ha aiutato tantissimo e due anni fa avevano addirittura suggerito di costruire la sagra attorno al nostro concetto di promozione dei prodotti locali e del territorio. Noi per di più non abbiamo interessi particolari nel proporre la nostra visione, visto che tutto il nostro incasso va in beneficienza.”

Ma non era possibile trovare un’altra ubicazione – chiediamo – ? “Abbiamo ricevuto una proposta di un locale di Mendrisio, ma comunque fuori dal ‘circuito’, e, quando abbiamo provato a discutere sempre con il comitato per cercare di renderlo accessibile ci siamo nuovamente scontrati, e a quel punto abbiamo gettato la spugna.”

Sul futuro invece la Vineria dei Mir rimane possibilista, anche perché come ci spiegano “la nostra intenzione non è quella di fare polemica e distruggere, vogliamo invececostruire e migliorare le cose. Ora facciamo un anno di pausa, l’anno prossimo se troveremo una location adeguata e magari un po’ di spirito da sagra dell’uva in più è nostra intenzione tornare, anche perché noi nasciamo grazie alla sagra. Se così non sarà e il nostro messaggio non verrà colto vorrà dire che non siamo necessari alla sagra e ne prenderemo atto” conclude Tettamanti.

Ticinowine: “Solo postazioni per far cassetta vendendo birre e cocktail, è vergognoso”

Ben più dura è invece la presa di posizione di Francesco Tettamanti (pura omonimia, nessun legame con Massimo di cui sopra ndr), presidente di Ticinowine, che commenta così la decisione del gruppo momò: “La situazione è per me abbastanza penosa, per non dire scandalosa, perché la Vineria dei Mir è sempre stato un vero baluardo della promozione dei prodotti vitivinicoli ticinesi all’interno della sagra, partiti loro rimangono solo le corti che sono lì esclusivamente, a mio modesto parere, per far cassetta. Il loro scopo è infatti quello di massimizzare gli introiti perché per loro è un fatto molto importante, ed è anche comprensibile: se non vengono messi dei paletti da parte dell’organizzazione è ovvio che poi ci possono essere anche delle derive…”

E le derive di cui parla Tettamanti sono proprio rappresentate dalla vendita di prodotti che nulla, o ben poco, hanno a che fare con la festa dell’uva: “Noi vediamo tantissime sagre della vendemmia dove ad esempio la birra è assolutamente bandita, mentre quella di Mendrisio sta diventando proprio, e sempre più, quella della birra e sempre meno quella del vino, in particolare quello ticinese. E poi si vedono mojito, cocktails e di tutto un po’, spiace veramente per quella che dovrebbe essere la festa del vino ticinese.”

Come spiega il direttore di Ticinowine quella della Vineria dei Mir è solo l’ultima delle defezioni, un segnale non certo confortante per il mondo vitivinicolo nostrano: “Il fatto di vedere prima la Gioventù Rurale e poi la Vineria dei Mir abbandonare per mancanza di spazi è personalmente, da momò e frequentatore della sagra, veramente un brutto segnale. Ed è peccato, perché ad esempio alla fiera di San Martino il Comune è riuscito a imporre dei paletti che evitano queste derive e permettono di proporre determinati prodotti.”

Infine Tettamanti lancia anche una provocazione e sottolinea gli aspetti negativi per il turismo: “E per essere ancora più provocatorio dico: a questo punto che cambino il nome e tolgano ‘uva’, che la chiamino sagra d’autunno o come vogliono, ma l’uva c’entra ormai poco, come i prodotti della tradizione. Spiace perché potrebbe essere una bellissima operazione, infatti l’ente turistico, sia a livello locale che cantonale, la promuove molto, ma sinceramente credo che un turista abbia delle aspettative nei confronti della manifestazione, e mi chiedo francamente se vengano corrisposte…in questo senso, per concludere, penso di esprimere il sentimento di tutti i produttori vinicoli e di tutti i veri appassionati del Canton Ticino.”

dielle

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