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Quarto Potere
24.10.2013 - 12:590
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Mandato Liberatv, il Governo lava il fango: "Tutto ok". E bacchetta Quadranti: "Conflitto di interessi"

I ministri rispondono all'interrogazione sui video della polizia e spazzano via ogni ombra, sospetto e polemica. E sul deputato del PLR: "È presidente di una società che opera nelle produzioni video...". La replica: "Io trasparente"

BELLINZONA - Nessuno scandalo. Nessun "favore". Nessun vantaggio. Nessuna ombra sulla procedura. Nessuna inopportunità. Il Consiglio di Stato mette un punto e lava via in un sol colpo tutto il fango che nelle scorse settimane era stato gettato contro Liberatv, per il mandato diretto di 65'000 franchi per la realizzazione dei video sull'attività della polizia cantonale.

Il Governo, rispondendo all'interrogazione sottoscritta da alcuni deputati, primo firmatario Matteo Quadranti, innanzitutto conferma punto per punto, quanto avevamo scritto nella nostra presa di posizione (leggi qui), in risposta alle polemiche, dimostratesi in larga parte pretestuose e del tutto fuori luogo.

Le ragioni del mandato

"Il Contratto di prestazione - scrive nella risposta a nome dell'Esecutivo il presidente Paolo Beltrraminelli - è stato deliberato con risoluzione governativa  del 27 marzo 2013, dopo che tra il Dipartimento e il Comando della polizia cantonale, era stata riconosciuta la necessità di realizzare i filmati che presentassero la variegata attività del Corpo, allo scopo di poterli utilizzare quale materiale di informazione, prevenzione, e promozione, durante incontri ed eventi pubblici, nonché le serate di reclutamento per le scuole di polizia. Necessità che nasce dal fatto che la polizia cantonale non dispone di materiale video attuale, essendo l'ultimo prodotto video datata del 2004, in occasione del bicentenario di costituzione del Corpo. Infatti, sempre di più il corpo è sollecitato a partecipare a serate informative: diffondere un'immagine positiva della polizia è quindi ritenuto di prioritaria importanza, al fine di poter reclutare giovani motivati e aumentare il riconoscimento sociale della funzione di gendarme-ispettore.

"Condizioni vantaggiose"

"La scelta di affidare il mandato all'azienda Liberatv - scrive il Governo - è nata da una loro offerta, sottoposta al Dipartimento verso la fine dell'anno 2012. Offerta valutata interessante in particolare per il taglio redazionale proposto (informativo-didattico) dato dalla lunga esperienza giornalistica, informativa e televisiva del responsabile di progetto Marco Bazzi, nonché per le condizioni economiche dell'offerta. Il prezzo della prestazione, per complessivi 13 filmati di 8-12 minuti l'uno di prodotto finito, è stato reputato adeguato ed ossequioso dei principi di ottimizzazioni delle risorse, essendo i 65'000 franchi pattuiti per i seguenti lavori di: parte redazionale e concettuale dei filmati; riprese video durante più giornate e in diversi luoghi del Cantone durante l'intero 2013; montaggio e finissaggio dei filmati; unitarietà grafiche e di impostazione dei filmati.

"Viste queste condizioni vantaggiose - si legge ancora - si è optato per la forma di mandato diretto, dettata anche dall'esperienza fatta dal Direttore del Dipartimento delle Istituzioni nella sua precedente funzione nell'ambito della comunicazione visiva e dei suoi relativi costi di produzione".

"Un'attenta analisi a più livelli"

"Il Contratto di prestazione - precisa il Governo - è stato vagliato dalla Direzione dipartimentale, dal gruppo di coordinamento interdipartimentale ristretto e infine dal Consiglio di Stato. Si può quindi affermare che lo stesso è stato oggetto di attente analisi e ponderazioni anche di carattere finanziario e legate all'opportunità".  

"Non intendiamo proporre al Parlamento una modifica della legge sulle commesse pubblice"

"Le condizioni per procedere all'incarico diretto sono puntualmente stabilite dalla legge sulle commesse pubbliche e alle stesse il Consiglio di Stato come pure tutte le autorità indicate si attengono puntualmente. Non intendiamo proporre al Parlamento una sua modifica, il cui pregio è quello di poter aggiudicare lavori e fornitore, senza procedere alla pubblicazione di un bando; ciò permette all'Ente pubblico di operare con maggiore libertà di apprezzamento ed in modo più celere". 

Gli interroganti chiedevano anche, come mai, non fosse stato interpellato il CISA per la realizzazione dei video. Questa la risposta: "Al di là del caso concreto, segnaliamo a questo proposito l'imminente avvio di una collaborazione tra la Facoltà di scienze della comunicazione dell'USI e la Cancelleria dello Stato, attraverso l'Area dei servizi amministrativi di gestione del web e il servizio informazione e comunicazione del Consiglio di Stato. L'accordo - che verrà sottoscritto nel corso del mese di ottobre - prevede la possibilità di consulenze, mandati e interazioni specifiche, in particolare nel campo della comunicazione web. Si tratta di un primo passo verso una maggiore permeabilità dei confini tra mondo accademico e istituzioni". 

"I costi dei video non gravano sulle tasche dei cittadini"

Netta anche la risposta sul finanziamento dei video: "La remunerazione derivante dal contratto di prestazione è coperta tramite il conto della "Campagna di prevenzione in materia di circolazione stradale" che a sua volta attinge al "Fondo per la sicurezza", finanziato unicamente attraverso i proventi della vendita tramite l'asta delle targhe di autoveicoli e motoveicoli, che durante l'ultima edizione, ad inizio 2012, ha fruttato la cifra record di 716'000 franchi. Ne consegue, che tutte le attività finanziate con tale Fondo, non gravano sulle "tasche dei cittadini", come invece affermato sui media da diverse personalità".

"A titolo di paragone...."

"A titolo informativo e di mero paragone - aggiunge il Governo - comunichiamo che per la realizzazione del filmato della "Giornata cantonale della memoria 2013" sono stati investiti all'incirca 18mila franchi, per il montaggio e finissaggio di materiale audio-video dagli archivi RSI, l'acquisto dei diritti per l'uso del materiale e il pagamento degli oneri SUISA (vedi giustificativi allegati), affidando il mandato ad un regista indicatoci dalla stessa Radiotelevisione svizzera (RSI). Inoltre, già in passato il Dipartimento aveva finanziato spot e trasmissioni televisive a carattere informativo e di prevenzione: citiamo ad esempio il finanziamento della trasmissione "II Ponte" prodotta prima da Teleticino e poi dalla RSI per una media annua di 50mila franchi, come pure trasmissioni di prevenzione stradale finanziate dal progetto "Strade più sicure" per oltre 1OOmila franchi prodotte e trasmesse da Teleticino, nonché gli spot di informazione-prevenzione di "Strade più sicure" prodotti dallo Studio Grafico Boneff di Lugano.

La bacchettata a Quadranti

Al temine della risposta il Governo rifila una bacchetta sulle dita al primo firmatario dell'interrogazione Matteo Quadranti, per la seconda volta in poche settimane ripreso pubblicamente dal Governo per, secondo i ministro, l'uso inopportuno dello strumento dell'atto parlamentare poiché in possibile conflitto di interessi: "Ritenuto come l'interrogazione sia uno strumento di cui i deputati dispongono per controllare e stimolare l'attività del Consiglio di Stato e che si aggiunge all'esame della gestione governativa, il suo uso andrebbe evitato nei casi di potenziale collisione di interessi particolari. E nel caso di specie tale collisione potrebbe essere data siccome il primo interpellante opera anche in qualità di presidente di una società che si occupa, tra l'altro, di post produzioni e post produzioni televisive, audio, video, nonché fornitura di personale".  

La replica di Matteo Quadranti

Letta la bacchetata governativa Matteo Quadranti, ha inviato una sua presa di posizione, che di seguito pubblichiamo per esteso:

Avendo preso atto della Risposta del Governo all’interrogazione parlamentare di cui sopra, sottoscritta da me ma anche da altri colleghi parlamentari, desidero formulare le seguenti precisazioni segnatamente per quanto attiene all’ultimo paragrafo della citata risposta nel quale si fa riferimento al sottoscritto e al suo ruolo di presidente di una società attiva nel settore delle produzioni e post produzioni televisive, audio e video.

Queste precisazioni, e sono le seconde che mi vedo costretto a fare sul tema, s’impongono sia a tutela della mia correttezza sia a tutela della Società a cui si allude che assolutamente nulla ha a che vedere con l’origine dell’atto parlamentare.

-    A quanto pare ha ragione mia madre quando afferma. “Chi ha il difetto ha il sospetto”.

-    L’interrogazione deve aver toccato sul vivo qualcuno per dover giungere al punto di lanciare, pare quale “mezzo di difesa o contro accusa”, un sospetto di potenziale collisione d’interesse del sottoscritto in questo contesto.

-    Il sottoscritto potrebbe tranquillamente dimostrare (carte alla mano) di non essere all’origine dell’idea di inoltrare l’atto parlamentare in questione. L’idea è sorta tra alcuni deputati (tra cui gli altri firmatari dell’atto, ma non solo) e dopo che la stampa aveva dato ampio risalto (per non dire sollevato un pubblico caso) alla questione che quindi indubitabilmente aveva assunto interesse pubblico, ciò indipendentemente dal sottoscritto.

-    Il sottoscritto ha semmai stilato l’atto condiviso dai colleghi deputati anche tenuto conto di un mio precedente atto parlamentare del 9 luglio 2013 (n 160.13) sulla “Promozione delle attività dello Stato” al quale il Consiglio di Stato ha dato risposta l’8 ottobre 2013 ritenendo quell’atto pure di interesse pubblico dal momento che in buona sostanza il Governo affermava che si stava muovendo in tal senso.

-    Il Governo rispondendo all’atto parlamentare in questione riconosce de facto e de iure (stando alla dottrina in materia citata anche dal governo in ambito di atti parlamentari) che l’interrogazione era di pubblico interesse per la verifica dell’attività governativa. Non fosse stato così avrebbe potuto semplicemente non rispondere affermando che l’atto non era attinente, o volto ad ottenere informazioni d’interesse personale o curiosità di uno o più deputati. Così non era e non è!

-    Nell’interrogazione parlamentare del 13 settembre 2013, si menzionava semmai (cfr. domanda 4) il fatto a sapere se il Governo non avesse potuto dare mandato al CISA e/o alla Facoltà di comunicazioni dell’USI coinvolgendo i giovani studenti. Quindi si chiedeva se invece di conferire mandato diretto ad una impresa a scopo di lucro non fosse stato meglio o non sia meglio in futuro coinvolgere queste entità.

-    Il riferimento ad altre ditte attive nel settore audiovisivo semmai vale nell’ambito delle polemiche che tutti i mandati diretti generano dal profilo della mancata messa in concorrenza degli attori (siano essi artigiani, liberi professionisti, imprese e via discorrendo) mediante pubblico concorso o concorso ad invito con conferimento al miglior offerente. D’altro canto le polemiche sui mandati diretti non è un’invenzione del sottoscritto e finalmente le liste di tali mandati sono state rese pubbliche. Qualsiasi concorrente, e capita spesso e volentieri pure attivando altri en numerosi atti parlamentari, si potrebbe giustamente lagnare di queste tipo di mandato. Ma non era il caso in concreto e par quanto mi riguarda.

-    Certo il sottoscritto avrebbe potuto astenersi dal firmare l’atto parlamentare, ma atteso come l’origine dello stesso non aveva assolutamente l’intendimento che il Governo, o parte di esso, pensa, ho ritenuto più trasparente assumere direttamente la responsabilità della firma quale estensore del testo. Forse parte del Governo ritiene che sia più corretto, sotto il profilo dell’eventuale collisione d’interesse, lasciare che a preparare un testo o lanciare il sasso sia qualcuno di veramente interessato facendolo poi sottoscrivere ad un collega di partito o movimento come potrebbe essere stato il caso, solo per fare un esempio, dell’interrogazione del deputato della Lega Robbiani del 27 settembre 2013/226.13 “Padroncini becchini illegali: caso isolato o normale routine?” piuttosto che essere trasparenti fino in fondo? Quante altre interrogazioni parlamentari potrebbero meritare quindi l’appunto mosso ingiustificatamente al sottoscritto?  Mi premurerò di verificarlo.

 

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