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Quarto Potere
27.11.2015 - 12:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Nel piano sociale dorato spiccano gli oltre 6mila franchi annui “al vento” per quadro. Minoli: “Vogliamo dirigenti che si assumano le loro responsabilità, anche quelle scomode”

Soldi spesi dalla SSR per una copertura pensionistica ormai superflua. Il presidente dell’SSM Luganese: “Salverebbero 30 posti di lavoro. Ci sentiamo presi per i fondelli”

LUGANO – Indignati e arrabbiati. Queste le due parole chiave che esprimono lo stato d’animo del Sindacato dei Mass Media di fronte al dorato piano riservato ai quadri in un momento “lacrime e sangue” per gli altri dipendenti SSR. Lo sottolinea, contattato da Liberatv, il presidente della sezione Luganese del sindacato Renato Minoli.

“Siamo indignati – spiega – perché nelle trattative, per quanto riguarda il piano sociale, ci è sempre stato detto che si sarebbe usata la stessa mano per quadri e dipendenti”. E invece… “Quando abbiamo visto che sono stati usati die pesi e due misure ci siamo a dir poco arrabbiati”.

Il piano per le alte sfere, che rientra in un altro tipo di contratto non di competenza dei sindacati, è stato negoziato tra l’Associazione dei quadri e la SSR. “Ma la SSR è i suoi quadri – commenta Minoli –. È come negoziare qualcosa con se stessi. Un aspetto al limite della decenza”. Il sindacato ha quindi chiesto all’Associazione di rivedere i privilegi di cui gode, ma per tutta risposta è giunto, in sostanza, il mena via. Le rimostranze sono state quindi inoltrate direttamente alla SSR con una lettera inviata in questi giorni al direttore De Weck. “Attendiamo una risposta. Ma quello che noi chiediamo è che quadri e personale siano trattati alla stessa stregua: se ci sono dei tagli, è giusto siano fatti da entrambe le parti”.

Come in ogni CCL, sono previsti in esso obblighi e diritti. Visto che l’azienda deve procedere a licenziamenti collettivi, scatta l’approntamento di un piano sociale che preveda dei miglioramenti nel caso di retrocessioni o interruzioni del contratto di lavoro, con indennità di partenza. Questo è stato fatto su entrambe i fronti, il problema “è che le condizioni sono state un po’ migliorate per i quadri che per i dipendenti”.

Sul piatto ci sono indennità più elevate nel caso di cambio del luogo di lavoro, di modifica della funzione, di licenziamento, una differente valutazione dei diritti salariali acquisiti, e via dicendo (denunciate, nel dettaglio, nella lettera paerta inviata all'Associazione dei quadri, qui in francese). Misure che si traducono in una sostanziale differenza a livello di remunerazione. Il punto più controverso per l’SSM è però soprattutto il mantenimento per i quadri dell’assicurazione complementare di vecchiaia, l’assicurazione Gemini.

Una misura, sottolinea Minoli, ora del tutto superflua. “Prima si giustificava perché i quadri erano costretti ad andare in pensione a 62 anni. Adesso, invece, è stato lo stesso CdA a eliminare questo ostacolo: un quadro può lavorare anche fino a 70 anni, non solo 65. Perciò quell’assicurazione ponte che garantiva la copertura di questo pensionamento anticipato non è più necessaria”. E si tratta di bei soldoni. “Sono 6'500 franchi all’anno a testa per ogni quadro. E il tutto pagato dalla SSR”. Rinunciare a questa misura ormai superflua, ricorda ancora Minoli, voleva dire salvare una trentina e più di posti di lavoro.

Oltre a questa, sono centinaia le proposte, anche piccole, di contenimento della spesa avanzate dal sindacato per poter salvare qualcuno dei 250 posti di lavoro inizialmente annunciati (e poi confermati). “Francamente ci sentiamo presi per i fondelli. Ci era stato detto che si sarebbe rivalutata la decisione anche alla luce delle nostre proposte. Invece niente è cambiato, quando si sarebbe dovuto e potuto trovare qualche soluzione. Se si vuole il partenariato, soprattutto in questo momento difficile, bisogna cambiare le modalità di negoziazione. Ed è questo che abbiamo espresso direttamente alla SSR”.

Questi privilegi, per Minoli, si collegano a una riflessione di fondo: i quadri che lavorano bene, non hanno nulla da temere. “Saranno forse frasi scomode, ma è una riflessione che tengo a fare. Chi beneficerà del piano sociale dorato, per paradosso, è qualcuno che, già privilegiato, è toccato dai provvedimenti di riduzione della funzione o rescissione del contratto magari proprio perché non ha fatto bene il suo lavoro. Chi lavora bene non dovrebbe avere paura. Noi, come sindacato, chiediamo di avere quadri responsabili, che si assumano le loro responsabilità, appunto, anche di fronte a una situazione difficile come questa, affinché la gestione del personale e dei collaboratori avvenga nella maniera più proficua possibile. E questo a vantaggio di tutti: del discorso sindacale e degli stessi collaboratori che lavorano bene. noi non siamo più d’accordo con questi quadri che non fanno il loro dovere e non si assumono le loro responsabilità, anche scomode”.

ibi

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