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Quarto Potere
01.03.2016 - 14:570
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Studio Mazzoleni sulla RSI, Luigi Pedrazzini: "L’esito del sondaggio deve portare la direzione così come la CORSI a darsi da fare"

La CORSI diffonde un'intervista al suo Presidente che commenta gli esiti della ricerca sulla radiotelevisione: "A noi sta a cuore l’oggettività, e allo stesso modo anche la professionalità e l’indipendenza dei giornalisti RSI"

Luigi Pedrazzini, in qualità di Presidente della CORSI, ci può spiegare come è nata l’iniziativa di svolgere un sondaggio sul voto del 14 giugno 2015 nella Svizzera italiana?
"L’esito del voto nella Svizzera italiana ha suscitato commenti sia nella nostra regione che nel resto della Svizzera. C’è chi ha detto e scritto che la maggioranza degli svizzero italiani ha voluto “sanzionare” la RSI, chi ha affermato (oltralpe) che gli svizzero italiani non tengono più di tanto alla “loro” radiotelevisione, chi, ancora, ha commentato il voto sostenendo che si è rifiutata una nuova tassa…A noi è sembrato importante capire meglio le motivazioni, per raccogliere informazioni da elaborare costruttivamente per svolgere la nostra missione di rappresentanti del pubblico". 

Perché vi siete rivolti all’Università di Losanna?
"Perché all’interno di questa università opera l’Osservatorio della politica regionale diretto dal prof. Oscar Mazzoleni, che ben conosce la nostra realtà e che a più riprese, con i suoi collaboratori, ha dato prova di grande professionalità, competenza e indipendenza".

Dal sondaggio emerge che il numero di cittadini che esprime poca fiducia nella RSI è esiguo anche fra chi ha votato No alla revisione della legge sulla radiotv. Tenuto conto delle vicende e delle polemiche  degli ultimi due mesi  lo studio sembra arrivare nel momento più opportuno, quasi ad assolvere la RSI dalle critiche interne ed esterne. Allora, “tous va bien Madame la Marquise”?
"Lo studio è stato commissionato prima della “bufera” che ha investito la RSI e la sua pubblicazione non ha lo scopo di calmare le acque. È vero che alcune conclusioni divergono in parte da cose che sono state dette e scritte nelle ultime concitate settimane. Io penso che si tratti oggi di prendere atto innanzitutto che il voto negativo sulla modifica della riscossione del canone non è stato determinato da un diffuso sentimento anti-RSI. C’è fiducia nell’azienda e agli svizzeri italiani importa molto del suo futuro e della futura offerta SSR. Queste constatazioni sono di stimolo per affrontare con decisione i problemi e le tensioni emersi recentemente e per ulteriormente lavorare sulla qualità dell’offerta. L’esito del sondaggio deve portare la direzione della SSR e della RSI, così come la CORSI (per quelle che sono le sue competenze), a darsi da fare per non disperdere un capitale così importante di credibilità!".

I risultati dello studio evidenziano come buona parte degli intervistati che percepiscono come tendenziosa l’informazione alla RSI siano vicini alle posizioni di Lega e UDC. Si tratta di una fascia di pubblico di cui tenere conto e che alle urne può fare la differenza. Cosa dice loro?
"Cercare l’oggettività è il compito di ogni giornalista serio. Per i collaboratori della RSI questo ha ancora più importante perché il loro lavoro è finanziato dal canone, che con il nuovo sistema sarà pagato da tutti. Indipendenza e neutralità e essere pronti a discutere apertamente del proprio lavoro soprattutto con chi lo critica e lo considera tendenzioso è oggi un atto dovuto.  Nella misura in cui questo discorso interessa la CORSI, siamo pronti a fare la nostra parte a beneficio di tutte le aree di pensiero. Mi si consenta però di aggiungere che il risultato finale non deve essere una RSI che si lascia condizionare e rinuncia a lottare per una comunicazione completa e trasparente! Alla CORSI sta a cuore l’oggettività, e allo stesso modo anche la professionalità e l’indipendenza dei giornalisti RSI". 

L’80% degli intervistati concorda sul fatto che il servizio pubblico di qualità ha i suoi costi. Contemporaneamente l’84% è convinto che l’informazione non debba dipendere da interessi commerciali, quindi debba essere finanziata con fondi pubblici. Se nel 2018 il canone venisse davvero abolito, come si potrebbero conciliare queste due posizioni?
"Sarebbero di fatto inconciliabili ! Bene perciò capire, come sembra essere il caso per la maggioranza degli svizzero italiani, che l’esistenza di un servizio pubblico radiotelevisivo ha, fra gli altri, lo scopo di garantire una voce giornalistica indipendente e di qualità ed è comunque soggetto, a differenza di entità private, a una vigilanza istituzionale". 
 
La CORSI come intende utilizzare i risultati di questo studio? Pensa che potrà modificare alcune lacune rimproverate alla RSI?
"La CORSI è ponte fra la RSI e la Svizzera italiana. Questo studio è fonte di molte informazioni da far transitare sul “ponte”, non tanto per modificare lacune ma per avere una RSI che conosce a fondo le aspettative del suo pubblico e che è capace di considerarle nella sua offerta mantenendo al contempo un respiro nazionale".

 

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