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Quarto Potere
28.03.2017 - 09:290
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Donne, politica e media: ci sono più elette ma su giornali, radio, tv e portali le candidate sono sottorappresentate. Da questo punto di vista nessun passo avanti

Le riflessioni della giornalista Nicoletta Barazzoni sullo studio studio 'Genere e media nella campagna per le elezioni del 2015': "Siccome di solito i media sono diretti da uomini e sono gli uomini che hanno potere decisionale, anche questo fattore gioca un ruolo preponderante nell’attribuire un’equa ripartizione tra i candidati che vengono invitati a dibattere nei media"

di Nicoletta Barazzoni*

Sarebbe eccezionale poter dire qualche cosa di originale quando si parla della condizione della donna nella società, soprattutto in riferimento al suo ruolo politico, che non è ancora del tutto riconosciuto. 
 
Ma sarebbe grave se non potessimo affermare che ci son state delle evoluzioni e dei cambiamenti e che la donna è più considerata oggi di quanto non lo sia stata nel passato, quando il sessismo faceva parte della mentalità maschilista dominante. 
 
Prendo spunto dalla conferenza tenutasi nei giorni scorsi negli studi della Rsi, condotta dal giornalista Nicola Colotti, e organizzata dalla Corsi e dalla Commissione consultiva per le pari opportunità fra i sessi, per fare alcune riflessioni sulla rappresentazione e la presenza mediatica della donna in ambito politico. E alle resistenze che le donne attive politicamente incontrano, a differenza dei colleghi uomini. 
 
 
La serata ha ripercorso i risultati dello studio “Genere e media nella campagna per le elezioni del 2015”. È interessante constatare che nei testi e nelle immagini, le persone candidate vengono rappresentate quasi sempre senza fare uso di stereotipi di ruolo, mentre i modelli di genere sono pressoché spariti. Questo riferito al modo con cui le redazioni e i giornalisti affrontano e presentano le candidate. Ma non si può di certo esultare, leggendo dallo studio che gli stereotipi di ruolo e i modelli di genere sono pressoché scomparsi perché denota che siamo ancora lontani dal poter ritenere questa società aperta a più visioni, in cui il progresso umano e la convivenza tra i generi non siano declinati e categorizzati per forza di cose al maschile o al femminile. 
 
La ricerca (di tipo quantitativo) ha indagato la copertura mediatica delle candidate nelle tre regioni linguistiche. Sembrerebbe pleonastico dirlo ma la capillarità e la potenza dei media (giornali, radio, tv, i nuovi media digitali e i portali online), determina, in termini sia positivi che negativi, l’immagine dei candidati ma soprattutto la frequenza con cui essi appaiono nei media, aumentando in questo modo il loro grado di visibilità e di impatto nell’opinione pubblica. La potenza simbolica che i media esercitano va piuttosto a favore dei candidati uomini. Lo studio infatti evidenzia una sotto rappresentazione mediatica delle donne malgrado sia cresciuta la percentuale delle elette nelle liste. 
 
Il dato meno incoraggiante è che la presenza mediatica quantitativa delle candidate non ha compiuto nessun passo avanti, addirittura presenta un’involuzione peggiorativa della situazione. Ci sono ancora resistenze nei partiti tradizionali e conservatori. 
 
Dallo studio risulta che il Partito ecologista svizzero è l’unico ad attribuire un’equa ripartizione alle sue candidate, seguito dal Partito socialista. Molto più ostici i partiti di destra che sostengono candidature di donne secondo i parametri vincenti messi in atto dai colleghi uomini. Siccome di solito i media sono diretti da uomini e sono gli uomini che hanno potere decisionale, anche questo fattore gioca un ruolo preponderante nell’attribuire un’equa ripartizione tra i candidati che vengono invitati a dibattere nei media. 
 
I media operano con logiche che puntano a selezionare le notizie (in questo caso la notorietà del candidato, la sua potenza economica, che si esprime già durante la campagna elettorale, la posizione che occupa all’interno della società, ecc.). Questo perché la presenza nel media di candidati di un certo tipo, che occupano posti di rilievo, rafforza l’immagine del media stesso, che ne trae dei vantaggi a livello di audience, in una sorta di mutuo scambio.

*giornalista
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