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Quarto Potere
23.09.2017 - 13:210
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Teleticino-UPC-RSI: il retroscena dell'accordo per i derby tra Ambrì e Lugano che ha lasciato di stucco il Cantone. Storia di una pazza idea nata un mercoledì pomeriggio. Nome in codice: "Non succede, ma se succede...."

Grazie a una lunga serie di telefonate con persone informate sui fatti, e che operano per i tre protagonisti della vicenda (Teleticino-UPC-RSI), siamo in grado di ricostruire questa storia appassionante, svelando anche alcuni dettagli. A cominciare dai termini dell'accordo....Da Comano: la verità è che Cablecom non ha mai voluto venderci i diritti

di Andrea Leoni


MELIDE/COMANO/ZURIGO - Questa storia comincia un mercoledì pomeriggio di settembre, il 13, e si concluderà dieci giorni più tardi, ieri, con un accordo clamoroso che segna la storia televisiva del Canton Ticino. UPC e Teleticino annunciano infatti di aver raggiunto un’intesa per trasmettere in chiaro i cinque derby tra Ambrì e Lugano della regular season.

 

Una notizia che ha dell’incredibile e che lascia tutti di stucco. Per due motivi. Il primo: queste partite sono sempre state trasmesse dalla RSI. Il secondo: la radiotelevisione pubblica è stata fino all’ultimo in trattativa - dopo aver perso il primo match a causa di una rottura nel negoziato - per acquistare l’appuntamento popolare e televisivo più amato dai ticinesi.

 

Grazie a una lunga serie di telefonate con persone informate sui fatti, e che operano per i tre protagonisti della vicenda (RSI, Teleticino e UPC), siamo in grado di ricostruire questa storia appassionante, svelando anche alcuni dettagli.

 

Nessuna dichiarazione ufficiale, naturalmente, come si conviene in questi casi. Solo parole raccolte in camera caritatis che però consentono, insieme a un po’ di logica nel mettere in fila i fatti e nell’interpretare umori e situazioni, di tracciare un quadro piuttosto realistico di ciò che è avvenuto. E di come questo negoziato è stato vissuto da vincitori e sconfitti.

 

Per cominciare, si diceva, bisogna tornare a quel mercoledì pomeriggio. In quelle ore comincia a circolare con insistenza la voce che le cifre per accaparrarsi i derby, e solo i derby, sono molto inferiori ai circa due milioni su cui era fallito il negoziato tra SSR e UPC per un pacchetto molto più articolato rispetto alla trasmissione delle singole partite. E così nella sede di Melide nasce la pazza idea: e se li comparassimo noi? Una domanda talmente impossibile da sembrare un colpo di testa per una realtà piccola come Teleticino. Una boutade e nulla più, insomma.


La sera stessa, però, un dirigente di UPC viene intervistato da Sacha Dalcol nello studio di TG Talk sul fallimento della trattativa con la SSR. Una notizia che in quei giorni sta scatenando un pandemonio in Ticino. E il dirigente afferma che l’ultima richiesta fatta da Cablecom alla SSR per la trasmissione dei soli derby è di 100’000 franchi a partita, trattabili. Non solo: aggiunge che la sua azienda è disponibilissima a trovare un accordo con la controparte. Luca Sciarini, presente in studio, pronuncia durante il programma una frase sibillina, e oggi rivelatrice, leggendo il messaggio di un telespettatore che chiedeva, considerate le cifre rese pubbliche, perché a quel punto non le comprasse Teleticino le partite: “Beh, effettivamente sarebbe un grande colpo…”, afferma il giornalista.

 

Nelle ore immediatamente successive la pazza idea diventa un primo tentativo. Si mettono in moto i vertici aziendali della televisione e del gruppo che la controlla. Il direttore di Teleticino Matteo Pelli, il CEO Marcello Foa e il presidente dell’emittente Filippo Lombardi. Cominciano i primi contatti. Tutti e tre giocheranno un ruolo decisivo per realizzare il colpo impossibile. Nome in codice dell’operazione: “Non succede, ma se succede….”.

 

A Comano l’intervista di TG Talk viene vissuta con molto fastidio e con una certa incredulità. Soprattutto per il fatto che il dirigente di UPC ha messo in piazza le cifre, con una mossa che di fatto ha messo all’angolo la controparte venendo meno alle consolidate regole di confidenzialità. Ci si confronta con la casa madre, la SSR, per approntare una strategia. Alla fine si decide di non reagire pubblicamente, dopo il duro botta e risposta dei giorni precedenti, anche perché UPC fa sapere alla SSR di non voler un'escalation e conferma la volontà di volersi rimettere al tavolo delle trattative. E il negoziato, in qualche forma, riprende già l’indomani mattina. Tutti pensano che alla luce dei nuovi eventi si arriverà molto rapidamente alla fumata bianca.  

 

Invece passano i giorni e non succede nulla. Nel più assoluto riserbo Pelli, Foa e Lombardi continuano a tessere la tela, con una trattativa parallela con UPC. La situazioni si sblocca, a favore di Teleticino, questa settimana. Tra mercoledì e giovedì ci sarebbe già stata una stretta di mano tra le parti ma non ancora il contratto firmato. Sempre Luca Sciarini, durante la puntata di Fuorigioco Talk di giovedì sera, lancia un altro messaggio sibillino: “Forse settimana prossima annunceremo una grande sorpresa“. E attenzione: a mercoledì risale anche l’ultimo contatto tra la SSR e UPC. Poi non si parleranno più. Venerdì viene messo tutto nero su bianco e, a Comano, la notizia arriva in mattinata ma per vie traverse. A questo punto non c’è più bisogno di attendere la prossima settimana: si può fare l’annuncio, che viene dato nel pomeriggio, lasciando di sasso l’intero Cantone.

 

Secondo quanto abbiamo ricostruito Cablecom avrebbe raggiunto un’intesa con Teleticino sulla base di circa la metà dell’ultima cifra resa pubblica. Ma i soldi cash, messi comunque a disposizione dal Gruppo del Corriere del Ticino, quindi non finanziato con i proventi del canone, potrebbero essere di meno, anche molti di meno. È infatti verosimile pensare che le due aziende abbiano sancito un accordo di collaborazione più ampio, che comprenderebbe delle controprestazioni, coinvolgendo anche gli altri media del gruppo di Muzzano: il giornale, la radio, i siti…Siamo in una logica di un’operazione simpatia da cui le due società di comunicazione ritengono di trarre beneficio, UPC in particolare. E solo a titolo di esempio, per andare sul concreto, basta citare il fatto che il pre e post partita che sarà curato da Luca Sciarini, con ospiti e interviste, andrà in onda anche su My Sport, il canale degli eventi sportivi di UPC.

 

L’accordo verosimilmente produrrà due risultati. Un costo abbordabile che potrebbe essere in buona parte o del tutto coperto con le sponsorizzazioni: un'operazione imprenditoriale fatta e finita, quindi. E una spesa che va più che altro letta come un investimento, grazie al clamoroso ritorno di immagine per il Gruppo. Una mossa che vale più di mille campagne pubblicitarie. Non è infatti difficile prevedere che Teleticino segnerà il record di ascolto della sua storia durante le cinque partite, e chissà, magari, per la prima volta supererà negli indici di ascolto la RSI. Al Corriere la gratitudine dei tifosi bianconeri e biancoblù per avergli riportato il derby in televisione.

 

A Comano la notizia viene presa come uno shock. Con il passare delle ore i vertici della radiotelevisione pubblica maturano un convincimento, riavvolgendo il nastro delle ultime settimane: UPC, in verità, non ci ha mai voluto vendere i diritti. Quanto è accaduto è il frutto di una manovra politica e dell’economia privata, per assestare un duro colpo al servizio pubblico in un passaggio delicato. Anche a loro sono arrivati a grandi linea i termini dell’accordo con Teleticino. Cifre per le quali, dicono, avremmo chiuso immediatamente anche noi. I 100’000 franchi, trattabili, inizialmente richiesti da UPC, continuano invece ad essere ritenuti del tutto eccessivi e incompatibili con una gestione sana e oculata dei proventi del canone, cioè dei soldi pubblici.  

 

A questo si aggiunge, ci viene sottolineato, che la RSI deve muoversi in un contesto nazionale. Se la SSR, l’unica deputata a trattare questo genere di affari, avesse aperto i cordoni della borsa per acquistare i derby ticinesi a favore della tv della Svizzera italiana - che già riceve una quota del canone ben superiore rispetto a ciò che i ticinesi pagano - ci sarebbe stata la protesta da parte di tutti gli altri contribuenti confederati.

 

Alla luce di tutto questo si riesce forse a interpretare meglio il passaggio del comunicato con cui la radiotelevisione pubblica ha commentato l’accordo tra UPC e Teleticino: “RSI impiega i propri mezzi finanziari in modo efficiente nell’interesse dei cittadini che pagano il canone, non può giocare liberamente al rialzo in situazioni come questa”. Dove “rialzo” si può interpretare in modi diversi.

 

A Comano non sfugge affatto la ricaduta negativa di questa notizia. Sia a livello di immagine, sia per le conseguenze che potrebbe avere in chiave politica nelle prossime durissime battaglie che la vedranno coinvolta. E ritengono di aver fatto veramente di tutto per raggiungere l’obbiettivo, scontrandosi tuttavia con un muro di gomma. Ma tra i dipendenti serpeggia una domanda: siamo sicuri che la SSR abbia fatto il massimo per noi oppure in realtà ha perseguito altre logiche facendo un gioco strano?

 

Ci sarà tempo e modo per curarsi le ferite e analizzare ciò che è accaduto a mente fredda. Per capire se davvero, a causa delle intenzioni della controparte, non c’era margine di acquistare i diritti oppure se qualche errore di sottovalutazione è stato commesso.

 

In questo senso, da fonti vicine a UPC, si sottolinea come la SSR si sia posta sempre con una atteggiamento di arroganza al tavolo del negoziato. Tanto prima o poi dovrete vendercele per forza perché non avete alternative, in questo modo, sintetico e grossolano, viene descritto il comportamento della  radiotelevisione pubblica. Hanno cercato di tirarci il collo senza mai fare un passo concreto e positivo nella nostra direzione, le parole che filtrano dal colosso americano. E invece l’alternativa c’era e muovendosi silenziosamente è sbucata fuori dal nulla, realizzando una pazza idea nata in un mercoledì pomeriggio di settembre.

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