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Salute e Sanità
24.01.2016 - 08:480
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Vi spiego il controsenso ideologico nella chirurgia contro l'obesità: in un Mondo dove c'è gente che muore di fame, bisogna operare delle persone perché mangiano troppo. Però la vita dei pazienti cambia completamente"

Intervista al dottor Alfred Kuhrmeier della Clinica Luganese

Dottor Alfred Kuhrmeier, lei è stato tra i primi in Ticino a credere nella chirurgia contro l'obesità. Oggi la sua specializzazione è sempre più necessaria per contrastare questa patologia che, oltre a minare gravemente la salute, ha anche delle pesanti ricadute sociali. Grazie alla sua esperienza e al suo lavoro alla Clinica Luganese è stato fondato il Centro contro l'obesità. Come si svolge la sua attività? 
"Insieme a due colleghi chirurghi (Dr.med. A. Donadini e Dr. Med. F. Volonté) mi occupo della chirurgia dell'obesità, chiamata anche chirurgia bariatrica. Come ricordava lei ho cominciato ad occuparmi di questa specialità della medicina diversi anni fa, nel 1997, quando lavoravo ancora all'Ente ospedaliero. A quel tempo l'intervento più eseguito era il così detto "bendaggio". Oggi è stato quasi completamente abbandonato poiché i risultati a lungo termine sono poco soddisfacenti. Ma molte altre cose sono cambiate da allora. Tornando ai giorni nostri e al Centro contro l'obesità della Clinica Luganse, offriamo ai pazienti un approccio che non è puramente chirurgico. Non vogliamo che le persone pensino "vado a farmi operare e sono a posto". C'è un gruppo di lavoro che comprende vari specialisti, ad esempio nell'ambito dell'alimentazione e della psichiatria, che valuta in prima istanza l'idoneità del paziente a subire l'operazione e, soprattutto, si occupa di seguirlo nel post intervento. Si tratta di un processo indispensabile per arrivare a buoni risultati duraturi nel tempo". 

Poc'anzi sottolineava l'importanza che il paziente non viva l'intervento chirurgico come una scorciatoia, però è vero che la chirurgia ha un impatto che può essere decisivo per alcuni pazienti. 
"Senza dubbio. Al momento attuale è l'unica soluzione concreta per chi ha bisogno di perdere tanto peso e non ce la fa in un altro modo. Però non è la panacea di tutti i mali. Non ha un tasso di successo del 100% e non va assolutamente vista come la bacchetta magica. Certo, per quelle persone che hanno già fatto dei percorsi di diete, o magari sono a dieta da una vita, e non ce la fanno proprio a dimagrire è un opzione valida. Non dimentichiamoci infatti che queste persone molto spesso si trovano in condizioni fisiche e psicologiche debilitanti. Per questi pazienti è una possibilità di cambiare la loro vita".  

In quanto tempo dopo l'operazione si vedono i primi risultati?
"Se si guarda alle patologia associate, come ad esempio il diabete e l'ipertensione, l'effetto è abbastanza rapido, in poche settimane si possono vedere i primi risultati tangibili. Per quanto riguarda il peso, generalmente viene perso nei primi sei-dodici mesi. Se pensiamo al numero di chili, invece, ovviamente varia da persona a persona. Ci sono pazienti che perdono 80 chili, ma partivano da 180 chili, e altri che ne perdono 30. I risultati comunque possono essere molto importanti". 

Spesso si dice che per una persona obesa riuscire a dimagrire è un po' come rinascere. Cambia completamente la sua vita. Condivide?
"Assolutamente sì. Può essere difficile da accettare perché c'è un controsenso ideologico nella chirurgia contro l'obesità: in un Mondo dove c'è gente che muore di fame, bisogna operare delle persone perché mangiano troppo.  Però la verità è che per molti pazienti la vita cambia completamente in positivo. Non dimentichiamoci che queste persone magari non trovano neanche lavoro a causa della loro condizione. Vi sono molte ricadute sociali negative. E anche psicologiche: questi pazienti possono infatti cadere in gravi depressioni. Il ruolo dello psichiatra in questo senso è importantissimo. Dopodiché possono anche esserci delle brutte sorprese nel dimagrire di molti chili in breve tempo. Può capitare che un marito non riconosca più la moglie e la coppia vada in crisi. Per questi ed altri motivi diventa fondamentale seguire da vicino il paziente nel suo percorso pre e post operatorio". 

Che tipo di evoluzione pensa che avrà nei prossimi anni la chirurgia di cui si occupa?
"Tutti tipi di chirurgia vivono una costante evoluzione. Nella disciplina di cui mi occupo si punta soprattutto a ridurre al minimo gli effetti collaterali. Ogni intervento chirurgico non contempla il rischio "0". Nella chirurgia bariatrica esiste un rischio di mortalità che oscilla tra lo 0,2-0,3%. Un rischio dunque molto piccolo, ma c'è. È giusto che i pazienti ne siano pienamente consapevoli e che possano decidere se operarsi o meno dopo aver ben riflettuto". 

Per il Centro contro l'obesità della Clinica Luganese qual è il prossimo obbiettivo?
"In Svizzera esistono due tipi di centri che si occupano di obesità, quelli primari e quelli di riferimento. Il centro primario esegue interventi di base fino a un certo peso e a una certa età. Il centro di riferimento può invece eseguire tutti i tipi di interventi. Credo che la casistica dello scorso anno alla Clinica Luganese sia sufficiente per ottenere il riconoscimento come centro di riferimento durante il 2016". 

Infine una domanda "storica". Come ha visto mutare il fenomeno dell'obesità nel corso della sua carriera?
"L'obesità è oggi una patologia molto più frequente rispetto al passato. In Europa e in Svizzera stiamo un po' seguendo gli Stati Uniti nell'evoluzione della nostra società. Viviamo sempre di più un contesto dove ci sono più calorie e meno movimento fisico. Il che poi produce tutta una serie di ulteriori problematiche che incidono sulla salute delle persone".  

 

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