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Questa sera a Matrioska "la battaglia sul clima"
Il 18 giugno si vota sul referendum lanciato contro la Legge sul clima. Un tema che si riallaccia al dibattito in corso a livello nazionale e internazionale sul riscaldamento globale. Ecco gli ospiti del dibattito
Archivio TiPress

MELIDE – Il 18 giugno si vota sul referendum lanciato contro la Legge sul clima. Un tema che divide profondamente le forze politiche e l’opinione pubblica. La Svizzera intende raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per realizzare tale obiettivo, la Confederazione prevede diverse misure. Tra queste: lo stanziamento di 2 miliardi di franchi per la sostituzione degli impianti di riscaldamento elettrici o alimentati con olio o gas con impianti più rispettosi dell’ambiente; e incentivi pari a 1,2 miliardi a favore delle imprese del settore industriale e artigianale che adottano tecnologie innovative per una produzione ecocompatibile.

Un tema che si riallaccia al dibattito in corso a livello nazionale e internazionale sui cambiamenti climatici. Gli eventi catastrofici, come l’alluvione che ha devastato nei giorni scorsi l’Emilia Romagna, contribuiscono ad accrescere l’allarme sul futuro della terra. E anche in questo caso si è aperto il confronto tra chi sostiene che il disastro sia legato al riscaldamento globale e chi invece ritiene che sia parte dei corsi e ricorsi della storia climatica. Mentre continuano a far discutere le azioni delle frange ambientaliste estreme, dal blocco dell’autostrada al San Gottardo in pieno esodo pasquale al recente blitz alla fontana di Trevi a Roma, la cui acqua è stata annerita con del carbone vegetale.

“La battaglia sul clima” è il titolo di Matrioska in onda questa sera alle 19,30 su TeleTicino. In studio il consigliere nazionale Rocco Cattaneo (PLR), i deputati Paolo Caroni (Il Centro), Alain Bühler (UDC), Marco Noi (Verdi), Andrea Censi (Lega) e Stefano Dias, presidente dei Verdi Liberali, partito che in questi giorni ha lanciato una petizione per introdurre un pedaggio al tunnel del Gottardo.

Ma torniamo alla proposta in votazione il 18 giugno. La “Legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica” è il controprogetto all’iniziativa popolare “per i ghiacciai”, depositata nel 2019, che intende vietare l’impiego di olio, benzina, diesel e gas naturale a partire dal 2050. Per il Consiglio federale e il Parlamento si tratta di un obiettivo troppo ambizioso. Le Camere hanno così elaborato un controprogetto indiretto.

Con la nuova legge, Governo e Parlamento vogliono rendere la Svizzera meno dipendente dalle importazioni di energia e rafforzare la protezione del clima. Inoltre, Cantoni e Confederazione avranno il compito di adottare misure volte a proteggere l’uomo e la natura dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici.

 

Un ampio fronte di opposizione 

Ma il fronte degli oppositori, che parlano di “Legge divoratrice di elettricità” è molto ampio e va dagli industriali ai ristoratori, dagli agricoltori ai proprietari immobiliari: le nuove norme, considerate irrealistiche, aggraveranno la crisi energetica e determineranno un’esplosione dei costi, dai 3’000 Franchi all’anno pro capite di oggi fino a 9’600 franchi. Gli affitti diventeranno insostenibili per le persone con un reddito normale. La nuova legge metterà in difficoltà anche i contadini, sostengono gli oppositori: porterà molte famiglie di agricoltori alla rovina perché saranno necessarie costose ristrutturazioni forzate degli edifici e alla conversione dei macchinari. Sulla stessa linea GastroSuisse: “Siamo favorevoli all’obiettivo ‘zero emissioni’, ma non tramite leggi e divieti”.

Secondo l’Associazione industrie ticinesi (AITI) “la legge sul clima non risolve il problema dell’approvvigionamento dell’energia, anzi lo aggrava, con un aumento notevole dei costi a carico delle imprese e della popolazione. Rinunciare in maniera pressoché totale ai combustibili fossili entro il 2050 e a una loro quota del 50% già dal 2030 significa rinunciare al 60% dell’energia attualmente consumata in Svizzera”.

Il processo di transizione verso le energie rinnovabili deve essere perseguito. “Ma per fare ciò occorre potenziare in modo massiccio la produzione di energia elettrica, con l’impiego di investimenti quantificabili in circa 400 miliardi di franchi”.

Gysin: “Gli oppositori giocano sulla confusione”

Ma secondo la consigliera nazionale dei Verdi Greta Gysin “gli oppositori della Legge clima stanno volutamente creando confusione sul tema energetico mischiando leggi e temi che non sono oggetto della votazione di giugno”. La Strategia Energetica 2050, approvata dal popolo nel 2017, ha puntualizzato, “non è la Legge sul clima su cui voteremo”. E sul tema dell’aumento dei prezzi sostiene che la nuova legge, insieme alla Strategia Energetica, ci permetteranno di aumentare l’indipendenza dall’estero, ridurre l’impatto ambientale e stabilizzare i prezzi grazie alla produzione locale: “Senza un cambiamento in favore delle rinnovabili l’aumento dei prezzi potrebbe essere ancora maggiore di quello che denunciano i contrari alla Strategia Energetica 2050”.

L’alluvione in Emilia Romagna e i cambiamenti climatici

Intanto, in Italia è partito il dibattito sull’eventuale legame della devastante alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna con il riscaldamento globale. Silvio Gualdi, climatologo del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici, ha spiegato al Corriere della Sera che tra i fattori che probabilmente hanno influenzato l’alluvione c’è il riscaldamento globale perché “un’atmosfera più calda contiene una maggiore quantità di vapore acqueo che, quando si verificano queste condizioni meteorologiche, è quindi in grado di produrre molta più pioggia”. Si deve anche considerare l’effetto della siccità che ha colpito il Nord Italia dalla fine del 2020, perché un terreno secco non riesce ad assorbire le precipitazioni in modo efficace.

Sul tema si sono espressi anche gli esperti di Meteo Svizzera: “Quanto avvenuto è compatibile con gli scenari che descrivono ciò che ci attendiamo a seguito del riscaldamento globale in atto. Vale a dire un aumento in frequenza e in intensità dei fenomeni di precipitazione intensi. Detto questo attribuire un singolo evento in modo univoco ai cambiamenti climatici non è esercizio facile e richiede particolari studi, che verranno sicuramente fatti nei prossimi mesi”.

Un pedaggio al Gottardo

Un altro tema che sta facendo discutere è la proposta lanciata nei giorni scorsi dai Verdi Liberali che chiedono di introdurre un pedaggio al tunnel del San Gottardo: “Le ore di traffico annue al portale nord sono più triplicate. Nel 2022 i veicoli hanno sostato sull’autostrada urana per più di 1800 ore, nel 2012 erano meno di 600 ore. La situazione sta diventando insostenibile per il Canton Ticino e il Canton Uri con conseguenze gravi dal punto di vista ambientale, economico e sociale”.

 

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