TELERADIO
Questa sera a Matrioska “L’agenda che scotta”
Fari puntati sulle vignette del diario scolastico che affrontano il tema “genderfluid”. Ecco gli ospiti della trasmissione
TiPress/Alessandro Crinari

MELIDE - “Chi fa propaganda qui non è sicuramente chi ha redatto l’agenda scolastica, bensì chi cerca in ogni modo di destituire la cultura del rispetto, che sia verso altri esseri umani o verso l’ambiente che ci ospita e sostiene”. Parole di oggi? No, parole di ieri: una nota di Forum Alternativo a proposito delle polemiche scoppiate su alcuni contenuti dell’agenda 2020/2021. Allora nel mirino “di una certa destra che non sa più cosa inventarsi per accaparrarsi un pugno di voti” (citiamo sempre Forum Alternativo) c’erano alcune attiviste per il clima e i diritti umani, tra cui Greta Thunberg. Oggi c’è la vignetta a doppia pagina sui “genderfluid” – persone che possono identificarsi come maschio, femmina o qualsiasi altra identità non binaria -.

Una polemica che tiene banco ormai da una decina di giorni, mischiandosi alla campagna per le elezioni federali, e che Matrioska cercherà di raccontare questa sera nella prima puntata della nuova stagione, mettendo a confronto alcune voci della politica. Da una parte Giuseppe Cotti, vicesindaco di Locarno e candidato al Nazionale per il Centro, Alessandro Speziali, presidente del PLR, Lorenzo Quadri, consigliere nazionale e municipale leghista di Lugano; dall’altra Greta Gysin, consigliera nazionale dei Verdi, e le deputate Mattea David (PS) e Sara Beretta Piccoli (Verdi liberali). Appuntamento alle 19,30 su TeleTicino.

È giusto o sbagliato inserire quelle vignette e affrontare quel tema nell’agenda destinata non solo agli allievi delle Medie ma anche a quelli di quinta elementare? È giusto o sbagliato non distribuirla, come ha deciso di fare Lugano, o lasciare libertà alle famiglie di decidere, come hanno fatto altri comuni? Esiste una “teoria genderfluid” e siamo di fronte a una propaganda strisciante orientata agli adolescenti? È giusto o sbagliato dare la possibilità alle persone di cambiare anagraficamente sesso pagando 75 franchi e di tornare eventualmente indietro? Questi i temi del dibattito condotto da Marco Bazzi.

Marina Carobbio: “Decidano i Municipi”

“L’agenda affronta il tema della discriminazione e dei giudizi, quello dell’identità di genere è solo uno degli aspetti trattati – ha spiegato la consigliera di Stato Marina Carobbio durante la tradizionale conferenza stampa dedicata al nuovo anno scolastico -. Il Cantone mette a disposizione dei comuni le agende. Tocca poi ai Municipi decidere se distribuirle nelle scuole elementari, oppure no”.

Note di partito e opinioni di singoli si sono moltiplicate negli ultimi giorni.

Farinelli vs Marchesi

“Ogni individuo è libero di sentirsi maschio, femmina e magari in futuro anche cane, gatto o canarino, ma non deve essere la scuola a promuovere e a mostrare come normale, delle anomalie comportamentali che toccano un'estrema minoranza della popolazione”, ha scritto il consigliere nazionale dell’UDC Piero Marchesi.

Leggere banalizzazioni del genere, gli ha replicato il liberale radicale Alex Farinelli “è qualcosa che urta e ci dimostra proprio quanto sia essenziale parlarne. Evidentemente, purtroppo, non si è ancora colto che chi vive queste situazioni è confrontato, soprattutto a causa di un’impreparazione della società, a una vita molto complicata e irta di non pochi ostacoli. Ridicolizzarne e banalizzarne la situazione non aiuta sicuramente a migliorarne il percorso, anzi”.

Da Quadri a Grampa

Domenica scorsa il Mattino ha dedicato la prima pagina alla polemica: “C’è un’età per ogni cosa – ha scritto Quadri, che dirige il settimanale -: se a 10 anni non si insegnano le equazioni differenziali, un qualche motivo ci sarà. Lo stesso vale per concetti come orientamento sessuale, identità di genere, fluidità ed altro”. E ha aggiunto: “Visto che si parla di ‘compiti dello Stato’ e di ‘misure di risparmio’: non è certo compito dello Stato produrre agende scolastiche”.

Come spesso accade su temi particolarmente divisivi il dibattito si è polarizzato tra centro destra e centro sinistra: “C’è una destra che vorrebbe riportarci nel passato, quando anche in Ticino, e questo accadeva fino a pochi anni fa, una persona omosessuale era dichiarata malata e finiva in clinica psichiatrica”. Sono parole del capogruppo del PS Ivo Durisch.

Nel dibattito sono intervenuti, tra gli altri, anche il vescovo emerito Piergiacomo Grampa e Filippo Ciceri, docente di matematica alle Medie. “È comprensibile la preoccupazione dei genitori di fronte a proposte leggere, liquide, superficiali, alla moda, che si fermano al ‘sentire soggettivo’, non dando garanzia di sicurezza e validità – ha scritto Grampa sul Corriere del Ticino -. L’età in cui proporre certi discorsi ha la sua importanza, le modalità di condurre il discorso richiedono rispetto, competenze, conoscenza della complessità dei valori in gioco”.

Preoccupazioni condivise anche da Ciceri: “Quelle vignette che, esattamente al centro dell’agenda, toccano il tema dell’identità di genere le dobbiamo guardare bene. Il mezzo è chiaramente inappropriato, ma è il messaggio veicolato a lasciarmi davvero perplesso. Durante l’adolescenza, periodo di transizione delicato e difficile, è fisiologico che ci si interroghi sulla propria identità di genere. Ma nelle vignette in questione si va ben oltre. Si fa dire alla ragazzina che questo suo sentirsi ogni tanto maschio ogni tanto femmina ‘non è una cosa momentanea’, bensì ‘fa parte di me, mi appartiene”.

Il collettivo Io l’8 ogni giorno: “La teoria gender non esiste”

Di ben altro tenore l’opinione il collettivo dell’associazione “Io l’8 ogni giorno”: “Nelle due vignette (tra decine) incriminate, non vi è proprio nulla di male. In una vi è una ragazza che si pone delle domande sulla sua identità di genere e in un’altra vi è una ragazza che vuole diventare amica di quella della vignetta precedente, che definisce “fluida”. Incredibilmente, in questi due disegnini sono stati identificati i pericoli più disparati: c’è chi ci vede una difesa del terzo sesso, chi un invito alle transizioni di genere precoci, chi crede che vi sia dietro un complotto per rendere tutti i bambini e tutte le bambine omosessuali, chi teme il rischio di smarrimento per ragazzi e ragazze che iniziano a farsi domande sul loro orientamento sessuale e c’è anche chi, per fortuna, ci vede un messaggio di apertura e tolleranza”. 

Ma esiste una teoria gender? “In verità – secondo il collettivo - chiunque abbia un minimo di cultura generale, sa che la “teoria/ideologia gender” non esiste! O se esiste è solo in quanto mistificazione politica usata in ambienti bigotti e populisti, come confermano le diverse prese di posizione di questi giorni. Chi evoca la fantomatica teoria gender lo fa allo scopo di limitare l’inclusività e la libertà di scelta individuale, promuovendo in questo modo la disinformazione, la discriminazione, la violenza, i discorsi di odio e inficiando il diritto di autodeterminazione”.

Bertoli vs Cotti

Secondo Giuseppe Cotti “non stiamo parlando di una campagna per il rispetto dei diritti delle minoranze, sulla quale mi troverei d'accordo. Siamo di fronte a una fuga in avanti politica, su un tema estremamente divisivo, perfino all’interno dello stesso movimento LGBT: il riconoscimento del terzo sesso da parte dello Stato”.

Il vicesindaco di Locarno ha puntato il dito anche contro la possibilità di cambiare il proprio sesso, a piacimento: “Bastano 75 franchi, un’autodichiarazione e l’appuntamento con l'ufficiale di stato civile – ha scritto su LaRegione -. La procedura si può addirittura ripetere più volte, avanti e indietro, senza bisogno di valutazioni mediche. I sedicenni (minorenni), che non possono né guidare né votare, possono accedere alla procedura senza bisogno del consenso dei genitori. Con questa modifica di legge, la Svizzera ha sdoganato le rivendicazioni di una minoranza radicalizzata”.

Gli ha replicato, sempre su LaRegione, l’ex ministro Manuele Bertoli: “Che male fanno ai tanti che non vivono questo problema le poche dichiarazioni allo stato civile di chi ritiene di ricorrere anche a questo strumento per elaborare un percorso interiore comunque non semplice? Perché scagliarsi con tanta aggressività contro una possibilità che rimane tale, sarà usata da poche persone e non ha nessun effetto sugli altri?”.

 

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