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06.10.2015 - 16:390
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

CREDIT SUISSE - Le piccole e medie imprese guardano con pessimismo al futuro: “Contesto economico critico, spetta alla politica creare maggiore sicurezza”

Nonostante la piazza economica svizzera risulti ancora attrattiva, regolamentazioni, incertezza e franco forte ostacolano l'attività d'investimento delle PMI svizzere. Ecco i risultati dello studio annuale condotto dagli economisti di Credit Suisse

ZURIGO – La piazza economica svizzera resta interessante, ma regolamentazioni, incertezza e franco forte fanno guardare con pessimismo al futuro. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni a cui è giunto lo studio annuale, “Fattori di successo per PMI svizzere”, condotto dagli economisti di Credit Suisse tramite un sondaggio svolto tra circa 900 piccole e medie imprese elvetiche.

Queste costituiscono la quasi totalità della natura imprenditoriale svizzera (il 99% delle imprese è di piccole o medie dimensioni) e offrono complessivamente quasi due terzi di tutti i posti di lavoro in Svizzera. Con la serie di studi “Fattori di successo per PMI svizzere”, gli economisti di Credit Suisse analizzano quindi ogni anno la piazza economica svizzera e le condizioni quadro dal punto di vista delle piccole e medie imprese.

Tema centrale dell'edizione di quest'anno è l'attività d'investimento delle PMI svizzere. «Proprio nell'attuale contesto economico con il franco forte, un'attività d'investimento a livelli costantemente elevati è assolutamente decisiva; in questo modo le PMI svizzere riescono a mantenere la loro posizione di mercato spesso straordinaria incrementando anche l'efficienza dei loro processi», osserva Andreas Gerber, responsabile Affari PMI di Credit Suisse.

In breve

Dai risultati emerge che le PMI interpellate considerano prevalentemente la piazza economica svizzera tuttora interessante. Tuttavia, viste le condizioni quadro normative e il contesto economico, le PMI guardano con pessimismo al futuro, anche alla luce dell'attuale forza della moneta svizzera. A seguito della rivalutazione del franco di inizio 2015, un quinto delle PMI intende ridurre i propri investimenti. Nel periodo dal 2009 al 2014 le PMI hanno investito mediamente il 10% del loro fatturato, orientandosi principalmente verso il settore immobiliare. In base a quanto dichiarato dalle PMI intervistate, nel 2015 e 2016 il miglioramento dell'efficienza potrebbe acquisire maggiore rilevanza quale motivo alla base degli investimenti. A beneficiare dell'effetto positivo degli interessi bassi sull'attività d'investimento sono in primo luogo le PMI operanti nel settore dell'edilizia. Dal sondaggio risulta inoltre che la crescente regolamentazione, l'incertezza economica e politica e la mancanza di personale specializzato costituiscono per le PMI i principali ostacoli agli investimenti. Il capitale umano continua a rivestire un valore centrale. Quattro quinti delle PMI interpellate, negli ultimi sei anni hanno infatti investito nella formazione dei propri collaboratori.

Secondo le considerazioni puntuali effettuate nello studio, il successo delle PMI svizzere si fonda su tre pilastri: forza lavoro qualificata, innovazione e stabilità. A detta degli economisti di Credit Suisse, mentre le imprese possono influire sui due fattori collaboratori e innovazione, sul fronte della stabilità spetta in primo luogo alla politica creare maggiore sicurezza in termini di pianificazione per le PMI svizzere. La semplificazione normativa per le imprese dovrebbe quindi essere affrontata con maggiore impegno dalla politica, in modo da assicurare opportunità di successo alle PMI svizzere anche in un contesto economico critico.

Piazza economica svizzera tuttora interessante per le PMI – penalizzano il franco forte e le regolamentazioni eccessive
Le PMI intervistate confermano anche quest'anno il giudizio complessivamente favorevole sulle condizioni quadro in Svizzera, riconoscendo gli effetti particolarmente positivi delle condizioni «Infrastruttura» e «Collaboratori e qualifiche» per il successo delle imprese. La valutazione complessiva della piazza svizzera fra le PMI interpellate è tuttavia peggiorata leggermente rispetto all'anno scorso. La rivalutazione del franco dopo l'abolizione della soglia minima di cambio con l’euro si fa sentire: secondo la maggior parte delle PMI, il contesto economico e l'interazione della Svizzera con l'estero produrranno effetti prevalentemente negativi sul loro andamento di quest'anno. Le condizioni quadro normative sono ancora una volta ritenute un ostacolo per il successo delle PMI. Soprattutto sul fronte del contesto economico e delle regolamentazioni, molte imprese prevedono un ulteriore peggioramento per il futuro. Sulla base di tali considerazioni, la semplificazione normativa per le imprese dovrebbe essere affrontata con maggiore impegno dalla politica, in modo da assicurare opportunità di successo alle PMI svizzere anche in un contesto economico critico.

Negli ultimi anni le PMI hanno investito il 10% del loro fatturato, soprattutto in immobili
Fra il 2009 e 2014, il 90% delle PMI intervistate ha operato investimenti destinandovi mediamente il 10% del suo fatturato.  Le più propense a investire sono state le imprese del terziario (16%) e l'industria di punta (10%), mentre fanalino di coda è risultato il settore del commercio (5%). Con una quota del 47% sul totale investito, il settore immobiliare costituisce il principale ambito di interesse, seguito dai beni strumentali (42%). Dal sondaggio emerge inoltre che gli investimenti in immobili degli ultimi sei anni hanno acquisito importanza in tutti i settori. A investire oltre la media in immobili sono state soprattutto le imprese operanti nel settore del turismo e delle attività ricreative nonché dei servizi sanitari, sociali e dell’istruzione, mentre l’industria di punta ha investito una quota superiore alla media in ricerca e sviluppo. Soltanto il 6% di tutte le PMI interpellate ha però operato investimenti all’estero nel periodo fra il 2009 e il 2014. 

Investimenti esteri e diversificazione contribuiscono ad attenuare lo shock del franco forte
Dal sondaggio risulta che la rivalutazione del franco del gennaio di quest'anno, a detta delle PMI, potrebbe comportare conseguenze ancor più gravi di quelle prodottesi nel 2010/2011. Il 40% di tutte le PMI intervistate prevede pertanto un calo in termini di fatturato e di margine a seguito della rivalutazione di inizio anno, mentre il 30% stima una diminuzione di competitività. Particolarmente sotto pressione sono le PMI dell'industria e del commercio. Sebbene, nonostante il franco forte, il 72% delle PMI interpellate non rinunci ai suoi progetti d'investimento, il 20% delle imprese, con un picco del 44% nell'industria di punta, intende ridurre l'attività d'investimento. Secondo il sondaggio, le PMI che «tirano i remi in barca» a seguito del rafforzamento del franco sono più orientate alle esportazioni rispetto a quelle che mantengono invariati o incrementano i lori investimenti. Inoltre le PMI intenzionate a tagliare gli investimenti sono più portate delle altre PMI a prevedere un effetto negativo della rivalutazione del franco su fatturato, margine e competitività. Dal sondaggio emerge altresì che la diversificazione attraverso partecipazioni o collaborazioni strategiche attenua in parte l'impatto negativo della rivalutazione del franco sull'attività d'investimento delle PMI. Inoltre i margini e la competitività delle PMI svizzere che hanno operato investimenti all'estero fra il 2009 e il 2014 sono colpiti meno frequentemente dall'attuale franco forte rispetto a quelli delle PMI che hanno investito solo in Svizzera.

I tassi bassi favoriscono soprattutto il settore delle costruzioni
Secondo il sondaggio, per il finanziamento degli investimenti le PMI svizzere si avvalgono prevalentemente di disponibilità liquide e crediti bancari tradizionali. Per le imprese giovani, un ruolo importante viene svolto anche dai prestiti non bancari. I tassi d'interesse, attestati a livelli bassi già da diversi anni, nel complesso hanno stimolato gli investimenti delle PMI solo in misura moderata: quasi un terzo delle PMI intervistate riconosce che, fra il 2009 e il 2014, gli interessi bassi hanno influito positivamente sul volume dei loro investimenti, mentre per oltre il 60% non si è generata alcuna conseguenza. Questo potrebbe essere dovuto anche al fatto che spesso le incertezze sull'andamento futuro dell'economia condizionano maggiormente le decisioni d'investimento rispetto alle condizioni di finanziamento. L'unica eccezione è rappresentata dal settore dell'edilizia, dove gli interessi bassi hanno portato non solo a minori costi di finanziamento ma anche a un aumento della domanda di immobili e quindi di servizi in edilizia, grazie alle ipoteche vantaggiose.

Regolamentazioni, incertezza e carenza di personale specializzato: questi i principali ostacoli all’investimento per le PMI 
Per il 73% delle PMI interpellate la sostituzione di infrastrutture obsolete nel periodo fra il 2009 e il 2014 ha costituito un motivo importante alla base degli investimenti: in assoluto è stato quello più menzionato. Il 65% delle PMI ha indicato come motivo importante alla base degli investimenti l'aumento dell'efficienza e fra le PMI del settore industriale è addirittura il motivo indicato più spesso come importante. In base al sondaggio, nel 2015 e 2016 le misure volte al miglioramento dell'efficienza e al mantenimento della competitività potrebbero divenire motivi di investimento più rilevanti per le PMI svizzere. In base ai risultati sui fattori di successo, le regolamentazioni eccessive rappresentano per le PMI intervistate un significativo intralcio agli investimenti: circa un terzo di esse ammette che leggi e normative negli anni dal 2009 al 2014 hanno ostacolato fortemente i progetti d'investimento. Per oltre un quarto delle PMI interpellate, a ostacolare in modo rilevante gli investimenti sono state l'incertezza economica e politica e la carenza di personale specializzato. Fra il 2009 e il 2014 nel complesso il 58% delle PMI non è riuscito a realizzare progetti d'investimento essenziali come auspicato, in quanto è stato frenato dalla domanda insufficiente, dall'incertezza economica e politica, dalle regolamentazioni, dalla carenza di personale specializzato o, anche se in percentuale nettamente inferiore, dall'assenza di finanziamenti.

Successo grazie a collaboratori, innovazione e stabilità
Nel complesso il 23% delle PMI intervistate si è detto soddisfatto sia della propria attività d'investimento sia dei volumi di fatturato e margini ottenuti negli anni fra il 2009 e il 2014. Dai risultati del sondaggio emerge che proprio tali PMI hanno operato investimenti più massicci in formazione del personale, ricerca e sviluppo rispetto a quelle insoddisfatte di attività d'investimento, fatturato o margini. Inoltre la loro attività d'investimento è stata meno frequentemente inibita dalle incertezze politiche ed economiche. Il successo delle PMI svizzere si fonda pertanto su tre pilastri: forza lavoro qualificata, innovazione e stabilità. Le PMI sono consapevoli dell'importanza decisiva del capitale umano. Quattro quinti delle PMI interpellate, negli ultimi sei anni hanno infatti investito nella formazione dei propri collaboratori. A detta degli economisti di Credit Suisse, mentre le imprese possono influire sui due fattori collaboratori e innovazione, sul fronte della stabilità spetta in primo luogo alla politica creare maggiore sicurezza in termini di pianificazione per le PMI svizzere.

La pubblicazione completa «Fattori di successo per PMI svizzere - Investire con interessi bassi e un franco forte» è disponibile in tedesco, francese, italiano e inglese all'indirizzo: www.credit-suisse.com/research  (Economia svizzera)

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