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Pane e Vino
13.10.2014 - 09:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

“C’era chi faceva la Cassandra prevedendo una vendemmia da dimenticare, e invece…”

Il direttore di Ticinowine stila un primo bilancio dell’annata 2014, funestata da maltempo e parassiti. “Le uve arrivate in cantina sono buone e lo saranno i vini. Ma a soffrire sono i viticoltori che hanno perso almeno il 25% della produzione"

LUGANO – L’estate che non c’è stata continua a far parlare di sé e porta anche nell’autunno gli strascichi della sua assenza: a soffrirne sono stati soprattutto i viticoltori che hanno visto almeno il 25% della loro produzione andare perduta, come spiega Francesco Tettamanti, direttore di Ticinowine, con cui abbiamo stilato un primo bilancio di questa vendemmia 2014, che, nonostante tutto, si configura come meno funesta del previsto. “C’era chi faceva la Cassandra prevedendo una vendemmia da dimenticare – commenta Tettamanti – e invece la qualità dei vini sarà tutto sommato più che soddisfacente. Il vero punto dolente riguarda i viticoltori, che perderanno una parte importante delle loro entrate. Inoltre hanno dovuto compiere un grande lavoro di cernita al momento del raccolto. Insomma, oltre il danno la beffa: hanno dovuto lavorare molto di più per guadagnare di meno. È triste, ma chi lavora con la natura sa che questo fa parte del gioco”. L’andamento climatico di questa estate, spiega poi Tettamanti, ha creato problemi ai viticoltori per più fattori. Ma la vera calamità è stata l’umidità, che ha portato allo sviluppo di funghi e, soprattutto, ha favorito l’esplosione della drosofila suzukii, ai cui attacchi va imputata la maggior parte di quel 25% di perdite stimato per i produttori. “I danni causati da questo moscerino non si limitano alle nostre uve. Nella Svizzera tedesca ad esempio ne ha sofferto molto la produzione di ciliegie. Attacca tutto quello che è dolce, con una preferenza per i frutti rossi, facendo sfracelli dal Trentino alla Borgogna quest’anno”. Individuato per la prima volta nel 2008, quando aveva inizialmente cominciato ad attaccare piccoli frutti come mirtilli o lamponi, il moscerino si è poi diffuso in tutto l’arco prealpino e alpino. La drosofila, spiega ancora Tettamanti, non gradisce il clima secco, perciò negli scorsi anni, grazie alle estati e agli autunni caldi e asciutti, la sua presenza era limitata alle zone marginali nelle vicinanze dei boschi dove il clima è un po’ più umido. Il suo ciclo di vita è però molto corto, una settimana circa per passare dalla larva all’insetto adulto, e ha quindi un rapidissimo ed esponenziale potenziale di moltiplicazione, visto che ogni femmina è in grado di deporre centinaia di uova. “È bastata perciò un’annata come questa per assistere a una vera e propria invasione di questo moscerino”. Contro la drosofila, al momento, c’è ben poco da fare. “Molti ricercatori si sono attivati, si spera di poter avere l’anno prossimo i mezzi per evitare il ripetersi di una situazione simile”. Nel frattempo non resta che raccogliere i cocci. E in questo senso Tettamanti rivolge un plauso ai viticoltori ticinesi “che hanno saputo far molto bene in una situazione difficile, dando il meglio di sé per poter portare a maturazione le uve. Ma soprattutto dimostrando grande professionalità al momento del raccolto, selezionando le uve grappolo per grappolo ed eliminando gli acini non idonei alla vinificazione”. Perciò, aggiunge Tettamanti, il quantitativo rimasto è da considerarsi più che accettabile, con punte qualitativamente anche molto valide. “Quelle arrivate in cantina sono uve buone, questo permetterà di presentare sul mercato vini che, se non avranno forse l’opulenza degli scorsi anni, saranno certamente molto piacevoli da bere. Sarà un’annata con vini freschi, fruttati e più leggeri rispetto alle precedenti”. La presenza, o la mancanza come in questo caso, del sole incide infatti anche sul tenore zuccherino delle uve e quindi sulla gradazione che avrà il loro vino: più il tempo è bello, più le foglie saranno stimolate nella fotosintesi, processo in cui vengono prodotti gli zuccheri. “Un’estate poco soleggiata porta quindi ad avere qualche punto di alcol in meno. Ma nella maturazione rientrano poi anche altri fattori altrettanto importanti, come gli aromi. Perciò, a bocce quasi ferme, ho potuto constatare personalmente che la qualità dei vini è di gran lunga migliore di quanto si potesse prevedere a inizio vendemmia”. Il 2014 non sarà quindi funesto come poteva lasciar presagire il clima degli ultimi mesi. Anzi, aggiunge Tettamanti, siamo di fronte in un certo senso a un ritorno alla normalità. “Dobbiamo pensare che abbiamo vissuto un decennio straordinario in quanto a qualità e quantità delle uve, interrotto solo da qualche annata, e questa sarebbe la terza, non così esuberante. È alla luce di questa decade che i risultati 2014 sembrano per i vinificatori molto peggiori di quanto non siano in realtà”. In conclusione, chiediamo a Tettamanti quali saranno le conseguenze a livello di mercato. “È prematuro per dirlo. Certamente ne soffriranno i viticoltori, che si può stimare vedranno diminuire il prezzo delle uve di un buon 10% in media al chilo. Mentre per il prodotto finito, sarà il mercato a decidere, ma non credo vi saranno assolutamente grossi stravolgimenti: sarà un vino di fascia intermedia e giovane, mancherà infatti di un grande potenziale di invecchiamento e anche i vini affinati in barrique saranno drasticamente ridotti. Ma la qualità è buona e la fascia intermedia ha sempre utilizzato questo tipo di uva, che d’altra parte rappresenta quantitativamente la parte più importante della produzione ticinese”.
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