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Pane e Vino
14.09.2016 - 09:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Frutta pugliese, uva di Calabria, piadina romagnola, pizza al taglio, hot dog, sicilian food, crepes alla Nutella... L'invettiva di un lettore contro la Bacchica: "Altro che Lugano Città del Vino, altro che promozione dei prodotti del territorio... Era u

"A Lugano si è svolta una specie di sagra paesana, organizzata malissimo, e senza alcun rispetto per il tema centrale (l’enogastronomia) e per i cittadini e i turisti che vorrebbero vedere il centro cittadino animato da eventi di qualità e rispettosi delle tradizioni"

LUGANO - Un lettore ci invia una sorta di invettiva contro la Bacchica, la manifestazione enogastronomica svoltasi a Lugano nello scorso fine settimana. Il testo, che proponiamo qui sotto, è corredato con una serie di foto che parlano da sole.

Lettera di un lettore la cui identità è nota alla redazione

“Il titolo dell’evento era: “Lugano Città del vino e delle tradizioni popolari”. L’evento era La Bacchica, manifestazione nata a Bellinzona che dal 2014 si è trasferita a Lugano e che è andata in scena lo scorso week-end. Sul sito internet di Lugano Turismo leggo: “Per la terza volta nella sua quasi ventennale esistenza, la Bacchica propone il suo evento autunnale a Lugano. Lugano diventerà quindi la Città del vino, del folclore, dell'artigianato e dell'enogastronomia. Scopo della Bacchica è proprio quello di proporre degli eventi legati alla cultura e al territorio cantonale e nazionale con la promozione delle attività artigianali, gastronomiche e culturali ticinesi e svizzere. Il tutto davanti ad un buon bicchiere di vino prodotto con passione e capacità dai vinificatori del nostro Cantone”.

Bellissimo, a parole, però. In realtà…

Ho poi letto ciò che hanno riferito i giornali a proposito della Bacchica e devo dire che qualche direttore dovrebbe forse spiegare ai suoi collaboratori cosa significa una festa del vino, ammesso che chi ha scritto abbia visitato Lugano nel fine settimana e non abbia fatto copia e incolla dei comunicati stampa, come fanno ormai troppo spesso i giornalisti quando parlano di manifestazioni.

In realtà a Lugano non c’è stata una vera festa dedicata a una delle più grandi invenzioni dell’uomo “IL VINO” scritto in maiuscolo perché le ricchezze racchiusa in questa bevanda sono immense e straordinarie.

A Lugano si è svolta una specie di sagra paesana, organizzata malissimo, e senza alcun rispetto per il tema centrale (l’enogastronomia) e per i cittadini e i turisti che vorrebbero vedere il centro cittadino animato da eventi di qualità e rispettosi delle tradizioni.

Cultura, bontà, benessere, bellezza… dove si trovavano secondo voi queste caratteristiche in questa sagra di paese? Non c’era niente di tutto questo, come provano le foto. Piuttosto in piazza della Riforma c’era un’accozzaglia indecente di stand che proponevano crepes (almeno 5 stand) con barattoloni di Nutella in bella vista, prodotti siciliani, la frutta della Puglia e l’uva della Calabria (da notare nella foto la presentazione con ombrellone con il logo dell’Henniez), pizza al taglio, piadina romagnola, pesciolini fritti (provenienza non ticinese), patatine fritte, pistacchi di Bronte, spiedini, hot dog, prodotti tessili del sud est asiatico (foulard, camicie e via dicendo) lampade, gioielli…
Dimenticavo: ho visto anche 2 mescite di vino, una delle quali con una grande scritta a pennarello che indicava la via da seguire per la degustazione, il tutto senza il minimo amore e passione. Ho visto anche 2 stand con salumi e formaggi ticinesi, uno dei quali sotto il sole, e in questo caso l’igiene era evidentemente un optional. Mi dicono anche che alcuni produttori ticinesi che hanno fornito il loro vino per le degustazioni hanno dovuto riportarsene a casa una buona parte.

Per questo, secondo me i politici che scrivono che Lugano per 3 giorni è stata la città del vino, probabilmente sono astemi. Abbiamo un Dicastero eventi che ha sempre lavorato con grande professionalità, organizzando manifestazioni più complesse che sparpagliare per la città dei banchetti a casaccio. Perché dunque non affidare direttamente al Dicastero l’organizzazione di un evento enogastronomico degno di questo nome?

Mi chiedo chi abbia dato il mandato e il permesso agli organizzatori della Bacchica di proporre una manifestazione tanto squallida, quando già l’anno scorso la situazione era simile.

Per finire, consiglierei sempre ai giornalisti di contare un po’ meglio i presenti alle varie manifestazioni che si svolgono in Ticino, dal momento che si parla sempre di decine di migliaia, se non centinaia di migliaia di partecipanti. Ma si sa, nel nostro Cantone invece dei pani, si moltiplicano gli spettatori”.
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