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23.10.2013 - 14:530
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Bobbià sul gas naturale: "Alcune precisazioni a chi contesta le mie tesi"

"Non posso che accogliere con soddisfazione la risposta che il Dott. Roman Rudel ha dato al mio articolo, nel quale avevo richiamato l'attenzione sul ruolo del gas naturale nell'approvvigionamento energetico svizzero, ma..."

di Edo Bobbià, direttore di Metanord

Non posso che accogliere con soddisfazione la cortese risposta che il Dott. Roman Rudel, docente alla Supsi, ha dato al mio articolo, nel quale avevo richiamato l'attenzione sul ruolo del gas naturale nell'approvvigionamento energetico svizzero.
In attesa che il progresso tecnologico ci consenta di avere energie rinnovabili abbondanti, sicure e a prezzi vantaggiosi, il gas giocherà nei prossimi anni un ruolo di fonte-ponte. Mi fa molto piacere – e mi rincuora – che anche un esperto e un convinto sostenitore delle rinnovabili come il Dott. Rudel riconosca l'importanza del gas naturale come fonte energetica di transizione.    

Come mi fa piacere che il Dott. Rudel sposi quella che è una mia convinzione da tempo immemorabile, ossia che sarebbe pericoloso e miope puntare su un'unica soluzione tecnologica. Sia essa il nucleare, il gas naturale o il fotovoltaico. 

Meno condivisibile appare invece la posizione del Dott. Rudel sul tasto più dolente delle fonti rinnovabili: il costo. L'esperienza di tutto il mondo – o anche solo un rapido conto – dimostrano che senza generosi sussidi il fotovoltaico su larga scala oggi non sta in piedi, almeno alle nostre latitudini. Indipendentemente dal piano di sostegno pubblico adottato. Il fatto che altre fonti ricevano sussidi non rende poi meno gravosi quelli al fotovoltaico. E in ogni caso quella dei sussidi non è un questione che riguarda il gas naturale, il cui prezzo è anzi gravato da forti tassazioni. 

Quanto poi alla questione della filiera, certo, il gas naturale è importato. Ma anche i pannelli solari – per lo più cinesi – lo sono. E gli investimenti in infrastrutture di trasporto del gas naturale restano sul territorio con una vita utile di parecchi decenni, ben oltre qualunque pannello solare. Tubature pronte anche per nuove fonti rinnovabili, come il biogas.

Metanord, dal 1997, ha investito in Ticino qualcosa come 40 milioni di franchi, di cui circa l’85% a favore di imprese del genio civile e artigiani ticinesi. Insomma, anche il gas naturale, sicuro e competitivo nel prezzo, ha il suo contributo da dare all'approvvigionamento energetico nei prossimi decenni. Affinché i cittadini ne possano beneficiare, occorre evitare di pianificare passaggi troppo bruschi, soprattutto prima che le tecnologie siano mature. Piuttosto che in sussidi, meglio investire i denari dei cittadini in ricerca. Lasciando che la concorrenza sul mercato energetico stabilisca il contributo di ciascuna fonte. Anche su questo, non posso che essere d'accordo con il Dott. Rudel. 

Metanord sta seguendo da vicino anche l’aspetto politico legato alle imminenti decisioni del Parlamento. Oltre al PEC (Piano energetico cantonale) che sarà esaminato più avanti dal Gran Consiglio, Metanord si sta organizzando anche per dare un suo contributo diretto alla mobilità energetica efficiente,  promuovendo l’uso di auto a gas in collaborazione con Infovel di Mendrisio (auto elettriche e ibride). Dopo aver realizzato a Camorino una colonnina di rifornimento per le auto della piccola flotta Metanord (8 auto), intende promuovere la creazione di almeno 2 stazioni di rifornimento nel Sopraceneri per l’utenza privata. Per questo sono in fase di perfezionamento dei contatti ufficiali sia con dei privati (proprietari di stazioni di benzina), sia con gli uffici cantonali. Si può ben affermare che, specialmente nelle auto di nuova generazione, quelle a gas stanno avendo un buon successo in Europa e in Svizzera.

Non è certo un caso che le case automobilistiche, anche prestigiose, abbiano deciso di modificare in parte la loro strategia puntando sulle auto a gas da produrre in serie. Qualche dato riferito al carburante gas naturale:
•    Ossidi di azoto: 88% meno del diesel e 57% meno della benzina;
•    Formazione di ozono: 96-99% in meno della benzina e del diesel;
•    Gas cancerogeni: praticamente nullo; 
•    Particolato (polveri fini): da uno a tre volte meno del diesel;
•    Formazione di piogge acide: nessun influsso vista l’assenza di zolfo;
•    Gas a effetto serra: 25-40% di CO2 in meno rispetto a benzina e diesel.

Rimango dell’opinione che il Ticino sarà aiutato, nella sua crescita economica, anche da un’infrastruttura per il vettore gas (naturale, biogas, ecc.). Oltre che per la popolazione, il beneficio è ipotizzabile (e già in parte realtà) pure per il settore industriale. Potrà limitare, unitamente alle auto elettriche, l’inquinamento atmosferico, dal momento che il parco auto circolanti nella Confederazione è destinato ad aumentare ancora (+2,2% nel 2012). Per il momento un contributo modesto, che però mi sembra vada nella direzione giusta.

 

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