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22.10.2017 - 09:300
Aggiornamento: 17.08.2018 - 16:45

"Un percorso da effetti speciali! Dalla SUPSI ai grandi film hollywoodiani (lavorando spalla a spalla con un premio Oscar). Ecco la mia storia: dal Ticino al Canada"

Lukas Tiberio Klopfenstein, classe 1988, ha conseguito un Bachelor in Comunicazione visiva SUPSI nel 2012 e attualmente lavora come Digital Compositor presso Double Negative Vancouver (Canada), azienda leader nel campo degli effetti speciali. L'intervista: "Per me la SUPSI è stata fonte di incredibile ispirazione"

MANNO - Lukas Tiberio Klopfenstein, classe 1988, ha conseguito un Bachelor in Comunicazione visiva SUPSI nel 2012 e attualmente lavora come Digital Compositor presso Double Negative Vancouver (Canada).

 

Quale percorso di formazione hai frequentato in SUPSI? E com’è nato il tuo interesse verso questo ambito?

Alla SUPSI frequentai il corso di Comunicazione Visiva dal 2009 al 2012, concludendo con una tesi riguardo Josef Weiss, uno stampatore a caratteri mobili e rilegatore di Mendrisio. Tre anni prima non avrei mai immaginato che sarei finito col diplomarmi in questo ambito. Mio padre è un regista e produttore cinematografico, mentre mia madre è un’illustratrice e disegnatrice tessile, sono quindi cresciuto in un ambiente familiare dove il cinema e l'arte visiva sono all'ordine del giorno. Dopo aver girato qualche cortometraggio da adolescente mi sono quindi imbattuto nella SUPSI durante una ricerca sul web e mi sono convinto che un approccio più generalista, alla comunicazione visiva in generale, e non esclusivamente al cinema, potesse chiarirmi le idee e darmi nuovi spunti. Grazie alla SUPSI mi si è aperto un mondo, fatto di grafica, illustrazione, video animazioni e tanto altro, tutte discipline che non necessariamente avrei trasformato in carriera se prese singolarmente, ma che mi hanno aiutato ad aprire la mente e capire l'importanza dell'immagine in generale.

 

Dopo aver conseguito il diploma di Bachelor in Comunicazione visiva sei partito per il Canada, destinazione Vancouver, per frequentare la “Vancouver Film School”. Com’è stata questa tua esperienza intercontinentale? E di che cosa ti sei occupato?

Dopo il diploma SUPSI sono arrivato alla conclusione di voler lavorare nell'ambito della post-produzione, ma sapevo che per lavorare a grandi progetti avrei avuto bisogno di un bagaglio di conoscenze più specifiche. Ho quindi chiesto aiuto ad un mio docente della SUPSI, Yan Hirschbühl, che mi consigliò Vancouver, il centro nevralgico mondiale della post-produzione cinematografica e televisiva. Mi sono quindi trasferito in Canada dove ho seguito un corso intensivo di specializzazione in “Animazione 3d ed effetti visivi” della durata di un anno presso la Vancouver Film school. Durante questo corso ho studiato molte discipline differenti, dall’animazione classica stop motion, a quella 3D, dal disegno dal vero, alla modellazione o sculpting 3D, ma soprattutto ho studiato come si completa uno shot di visual effects, combinando i diversi elementi, reali e non, in un'inquadratura finale dove si mantiene viva l'illusione che sia tutto vero, il digital compositing appunto, disciplina di cui mi innamorai subito.

 

Sei tuttora impegnato professionalmente a Vancouver, presso la “Double Negative”, una delle più grandi industrie del ramo cinematografico in ambito “effetti speciali”. Raccontaci un po’ il tuo percorso e il tuo ruolo in azienda. (es. ambiente professionale, cultura aziendale, aneddoti, ecc…)

 

Iniziare la mia carriera in Double Negative, una delle aziende leader del settore, è stato un onore. Sono stato assunto quando la filiale canadese aveva da poco aperto le porte due anni e mezzo fa, quando eravamo appena una cinquantina di persone. Oggi siamo cinquecento persone e lavoriamo contemporaneamente a 20 film diversi. Dopo circa un anno e mezzo come Roto-paint artist mi è stata offerta la possibilità di collaborare ad un progetto come supervisore del dipartimento. Durante la produzione di questo film (“Annihilation” di Alex Garland, in uscita a febbraio 2018) ho avuto il piacere di collaborare a stretto contatto con un visual effects supervisor straordinario, Andrew Whitehurst, che l'anno prima aveva appena vinto un Oscar per “Ex-Machina”. Quando si viene in contatto con gente di questo calibro è facile sentirsi in soggezione, ma non ho mai sentito nessun tipo di pressione o ansia da prestazione, perché tutti i collaboratori in questa azienda in fondo sono tutti dei “film nerds”, degli appassionati di cinema, che si divertono a lavorare in questo ambito e sono fieri di far parte di una comunità. D'altronde i film son sempre stati un'arte collegiale, la collaborazione è alla base della creazione di progetti cosi imponenti, per cui l'ego-centrismo è ripudiato affinché sia possibile inseguire uno scopo ultimo collettivo: realizzare la visione del regista. Per questo motivo mi sono sempre trovato bene: l'ambiente di lavoro è molto dinamico e nonostante abbiamo sempre qualche consegna urgente, i miei collaboratori sono sempre disponibili e ci si aiuta a vicenda costantemente. Al momento invece sto lavorando come Digital Compositor ad un film intitolato “Meg” che uscirà nei cinema in estate dell'anno prossimo, i protagonisti sono Jason Statham ed uno squalo gigante!

 

Raccontaci un aneddoto che ricordi con piacere del tuo percorso di formazione trascorso in SUPSI.

Come già detto prima per me la SUPSI è stata fonte di incredibile ispirazione, non solo per i corsi molto interessanti che ho seguito, ma soprattutto per la gente creativa e disponibile che ho incontrato durante questo percorso. Non mi troverei qui ora se non se non fosse per i docenti e per gli studenti che incontrai durante quei tre anni. Se dovessi nominare un corso e un docente che ricordo con estremo piacere, nominerei James Clough e il suo fantastico corso di calligrafia. Non mi scorderò mai quando, un freddo pomeriggio di inverno, mi ritrovai fuori dalla buvette del dipartimento DACD e notai con piacere che poco prima fosse passato di lì il nostro fantastico docente, che con la sua calligrafia inconfondibile, lasciò un messaggio nella neve: Ciao Supsi!

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