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24.04.2018 - 16:420
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Le competenze acquisite alla SUPSI, mi hanno permesso di sviluppare una forma mentis e di svolgere in prima persona progetti complessi"

Intervista a Raluca Hodoroaba, classe 1991, che ha conseguito un Master in Business Administration with Major in Innovation Management (Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale SUPSI) e attualmente lavora come “Administration Support” presso il Centro svizzero di calcolo scientifico

MANNO - Raluca Hodoroaba, classe 1991, ha conseguito un Master in Business Administration with Major in Innovation Management (Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale SUPSI) e attualmente lavora come “Administration Support” presso il Centro svizzero di calcolo scientifico (CSCS).

 

Quale percorso di formazione ha frequentato in SUPSI?

Dal 2014 al 2016 ho frequentato un Master in Business Administration with Major in Innovation Management. La peculiarità di questo percorso formativo è che, oltre ad avere un’impronta fortemente legata alla gestione strategica d’impresa e alla creazione di valore innovativo, permette di svolgere parallelamente un’attività lavorativa. Il Master coniuga progetti pratici reali, come l’elaborazione di piani strategici per aziende ben radicate nel territorio ticinese, a progetti di ricerca applicata e lezioni frontali. Le competenze acquisite durante il percorso formativo presso la SUPSI, come ad esempio le nozioni apprese durante i corsi di marketing e strategic management, mi hanno permesso di sviluppare una forma mentis e di svolgere in prima persona progetti complessi di pianificazione strategica aziendale.

 

Quanto è importante secondo lei il concetto di “lifelong learning”: specializzazione, continuo perfezionamento e apprendimento durante la propria carriera?


Senza voler abusare di frasi fatte, non si puo’ negare che nella vita non si smette mai di imparare. Certamente l’ambiente che ci circonda e i continui stimoli a cui siamo sottoposti, per forza di cose influenzano il nostro modo di pensare, ci arricchiscono e ci danno modo di imparare giorno dopo giorno. Tuttavia, il concetto di “lifelong learning” presuppone qualcosa in piu’. A mio avviso, una volta terminati i principali percorsi di istruzione e formazione, un buon professionista deve comunque continuare a investire nel proprio apprendimento, frequentando corsi di formazione e aggiornamento. I percorsi formativi tradizionali seguono solitamente un’impostazione classica ma, sempre piu’ spesso, si sente parlare di approcci innovativi (Agile Management, Lean Startup, ecc) volti a stravolgere questi modelli. Risulta dunque fondamentale partecipare attivamente a workshop, corsi e conferenze per poterne capire il senso e carpirne le potenzialità. I gruppi e le community professionali di LinkedIn, cosi’ come i seminari aperti al pubblico organizzati dalle università o dalle istituzioni rappresentano un buon punto di partenza per tenersi aggiornati.

 

Nel corso della sua esperienza da studente in SUPSI è stata a Londra per uno “Study Tour”. Quanto pensa sia importante conoscere realtà professionali internazionali? Che valore aggiunto le ha dato?

Lo “Study Tour”, a cui io e i miei compagni abbiamo preso parte durante il semestre primaverile del secondo anno di master, ha rappresentato sicuramente una delle esperienze piu’ arricchenti dell’intero percorso di studi presso la SUPSI. Si è trattato di un viaggio di tre giorni a Londra, capitale delle start-up tecnologiche in Europa, in cui abbiamo avuto modo di immergerci in un contesto altamente innovativo e dinamico, di seguire momenti di formazione e di rapportarci con giovani imprenditori, impegnati a risolvere le sfide che si presentano tipicamente all’inizio di ogni start-up. Ringrazio il Dipartimento di economia aziendale, sanità e sociale della SUPSI per averci permesso di conoscere due tra i piu’ importanti acceleratori presenti della capitale del fin-tech, ovvero MassChallenge UK e iStarter. Essendo il Master of Science in Business Administration fortemente improntato sull’innovazione e sull’imprenditorialità, lo “Study Tour” ha permesso di toccare con mano le conoscenze acquisite sui banchi dell’università.

 

Pensando al suo settore, quali sono i trend che secondo lei subentreranno nel prossimo futuro?

Attualmente sono impiegata come Administration Support presso il Centro Svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS), dove mi occupo principalmente di assistere nell’organizzazione degli eventi e dei progetti europei. Per quanto concerne l’eventistica, le correnti in corso indicano una sempre maggiore tendenza a coinvolgere il partecipante nella cosiddetta “attendee experience”. Si tratta di riuscire a creare una connessione con il partecipante, facendogli vivere un’esperienza. Potrebbe trattarsi ad esempio dell’esperienza attraverso i sensi (magari mediante un allestimento particolare della sala oppure con un menu basato su prodotti tipici del luogo in cui si tiene l’evento), oppure attraverso l’interazione digitale con le applicazioni sul telefono (la persona puo’ personalizzare il programma della giornata, impostando come “favorito” solo le sessioni a cui è realmente interessata a partecipare) o ancora prevedendo dei momenti di socializzazione e interazione con gli altri partecipanti (spazi ricreativi fuori dalle sale conferenza, attività sociali fuori dal programma scientifico, etc). Se fino a qualche anno fa la comunicazione era di tipo unidirezionale (comunicati stampa oppure pagina internet relativa all’evento), grazie a piattaforme come i social media oggi anche i partecipanti hanno la possibilità di interagire (mediante domande, commenti, riflessioni) con il comitato scientifico e organizzativo, diventando parte attiva di quella che è a tutti gli effetti la “attendee experience”.

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