CRONACA
Accordo tra Museo delle culture di Lugano e MAO: anche a Torino scoppia la polemica. Nella bufera c'è pure il mandato a Scuderi
Il consulente ingaggiato dal Municipio di Lugano aveva precisato: "Nulla a che fare col Museo di Torino". Ma ha un mandato dalla Fondazione Musei. Due consiglieri interrogano Fassino

LUGANO – Ha appena finito di precisare che lui, Antonio Scuderi, e la sua società, la Capitale Cultura – con sede in Italia e filiale in Ticino - con il Museo delle arti orientali (MAO) di Torino non ha nulla a che vedere, che si ritrova al centro di un’interpellanza nel capoluogo piemontese.
Sullo sfondo delle vicenda, da una parte l’accordo di collaborazione siglato tra il Museo delle culture di Lugano e il Mao di Torino, finalizzato alla certificazione Iso 9001 di quest’ultimo. Dall’altra, il mandato di comunicazione – cifrato in 50'000 franchi - attribuito dal Municipio di Lugano a Scuderi e alla sua Capitale Cultura Sagl, recentemente costituita a Massagno.

Nei giorni scorsi, tramite il suo legale, Scuderi, già giornalista e ora consulente e professionista nel settore della cultura, ha inviato ai media un “diritto di risposta”. In particolare alle testate che hanno riportato l’interrogazione di Attilio Bignasca al Municipio di Lugano. Un’interrogazione che prendeva spunto anche da un articolo di liberatv sull’intreccio di relazioni tra il Museo delle culture di Lugano e il Mao dopo la firma dell’accordo di collaborazione tra i due enti.

Il primo punto del diritto di risposta era il seguente: “Contrariamente a quanto da voi scritto, Antonio Scuderi e Capitale Cultura SAS non hanno alcun rapporto di collaborazione col Museo delle Arti Orientali di Torino. Il recente rapporto di collaborazione formalizzato tra il Municipio di Lugano e la Fondazione Torino Musei non ha inoltre alcuna relazione con l’attività svolta da Capitale Cultura International Sagl a supporto del Museo delle Culture”.

Scuderi non ha però precisato di aver ricevuto un mandato di consulenza dalla Fondazione dei Musei di Torino. E ieri anche sulle rive del Po è scattata un’interpellanza. L’hanno presentata due consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle. Tema: “i giri di consulenze dal Mao al Museo delle Culture di Lugano”.

I due consiglieri chiedono al sindaco Piero Fassino e all’assessore alla cultura “se corrisponda al vero quanto riportato dal sito della Città di Lugano e dai quotidiani del Canton Ticino in merito all'importo che la Fondazione Torino Musei si è impegnata a versare al Museo di Lugano”
E anche: “Quali siano le motivazioni per cui non si sia provveduto ad utilizzare, come peraltro avvenuto anche in passato, personale interno o comunque le competenze già acquisite dall'ente per procedere con la certificazione”. 

I due consiglieri vogliono inoltre sapere “come mai la Città di Torino e/o la Fondazione Torino Musei non abbia provveduto ad informare i cittadini dell'impegno economico da parte della fondazione stessa e anzi, al contrario, nei suoi comunicati abbia sempre fatto sottoindere che non ci fossero esborsi bensì solo sinergie di competenze e intenti”.

Poi arriva la domanda su Scuderi: “Se considerino opportuno sottoscrivere un accordo con un Ente che contrattualizza il medesimo professionista già contrattualizzato dalla Fondazione per la Cultura della Città di Torino. Se fossero a conoscenza dell’incarico ricevuto dal Signor Scuderi da parte del Museo di Lugano”.

Seguono altre domande sul ruolo di Scuderi. L’ultima è relativa alla sua consulenza. I due consiglieri chiedono “se sia da considerarsi in linea con le norme di trasparenza degli enti pubblici secondo le ultime normative sulla tracciabilità dei pagamenti internazionali oppure debbano essere notificate o segnalate alle Autorità competenti della Guardia di Finanza”.

Al centro delle polemiche c’è dunque da una parte “la commessa da 66mila euro annui affidata dal Museo delle Arti Orientali (Mao) - e quindi dalla Fondazione Torino Musei – al Museo delle Culture di Lugano”.
 
Dall’altra il doppio ruolo di Scuderi, consulente a Lugano e a Torino. Il mandato assegnato al professionista aveva già fatto discutere qualche mese fa. Come riportava in dicembre il sito web Tarfter Journal, specializzato in cultura: “Dopo un anno di attività la Fondazione per la Cultura del Comune di Torino incontra già i primi problemi. A fronte dei non eccelsi risultati ottenuti fino ad ora, con scarsi risultati in termini di ricerca di sponsor e partner per sostenere le attività culturali, si registrano infatti esosi costi (…). A peggiorare la situazione è giunto poi l’incarico da 60mila euro annui affidato ad Antonio Scuderi, fortemente sostenuto dalla presidente di Torino Musei Patrizia Asproni”.

emmebi

 

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