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16.04.2014 - 17:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Greta Gysin: “Basta sbarrare la strada alla revisione, la legge sulla prostituzione è fondamentale”

SECONDO ME – “Andrà a colmare questo vuoto giuridico, evitando così che il Cantone torni ad essere una giungla incontrollata di locali a luci rosse”, spiega la deputata dei Verdi

Di Greta Gysin*

Quello della prostituzione è un tema complesso, non solo per le molte sfaccettature del fenomeno, ma anche per le sue implicazioni di ordine morale. Non stupisce quindi che la revisione della Legge sull'esercizio della prostituzione, attualmente al valio del Gran Consiglio, abbia suscitato un vivace dibattito politico e trovato ampio spazio nei media.

La Legge attualmente in vigore in Ticino ha mostrato tutti i suoi limiti e la necessità di una revisione è largamente condivisa da partiti, Comuni, associazioni di prevenzione e unità amministrative interne del Cantone, tra cui Ministero pubblico, Polizia e medico cantonale.

Nonostante questo consenso di fondo, la nuova Legge (nLProst) proposta dal Consiglio di Stato non ha fatto l'unanimità.

Le si rimprovera ad esempio di essere troppo lunga, perché da 9 si è passati a 33 articoli. Ma sono davvero tutti inutili questi articoli aggiuntivi? È forse inutile dire che l'accesso ai postriboli è vietato ai minori di 18 anni? O che per l'autorizzazione dei locali erotici è prelevata una tassa? Definire gli orari di chiusura dei bordelli o la distanza che devono avere dalle scuole, dai cimiteri, dalle chiese è superfluo? Lo è stabilire chiaramente le responsabilità del gerente di un locale erotico? Se la nLProst ha più articoli rispetto a quella in vigore, è perché l'esercizio della prostituzione vi viene regolamentato in maniera molto più estesa, per evitare, per quanto possibile, tutti quei fenomeni molesti che nuocciono al quieto vivere della cittadinanza e che rappresentano un pericolo per chi la prostituzione la esercita.

Tra gli oppositori alla nuova Legge c'è chi vorrebbe che questa si ponesse come obiettivo quello di arginare o addirittura eliminare il fenomeno. Sull'utilità di un divieto generalizzato si potrebbe disquisire a lungo: il governo svedese, dove la prostituzione è vietata da un decennio, sostiene che il fenomeno è drasticamente diminuito; per contro, diversi osservatori sostengono che più che diminuita la prostituzione si è semplicemente trasformata, diventando meno visibile. Un recente rapporto di un gruppo di esperti istituito dal Consiglio federale conferma quest'ultima tesi, ritenendo che anche in Svizzera ad un divieto sia da preferire una politica pragmatica e liberale, che non spinga le operatrici e gli operatori del sesso a lavorare nell'illegalità, dove la loro posizione sarebbe notevolmente indebolita.

Al di là delle considerazioni sull'opportunità di un divieto, rimane in ogni caso il fatto che in Svizzera, ci piaccia o no, il meretricio è un'attività lecita, protetta dalla libertà economica (art. 27 della Costituzione Federale), che i Cantoni possono regolamentare unicamente entro i limiti imposti dall’art. 36 della stessa Costituzione: un interesse pubblico preponderante e il rispetto del principio della proporzionalità. È quindi a livello federale che dovrebbe intervenire chi pretende di arginare la prostituzione. Finché non cambierà il diritto superiore, ai Cantoni non rimangono che due opzioni: ignorare la questione, lasciando che siano i tribunali a fungere da legislatore decidendo dove e quando la prostituzione può essere esercitata, oppure regolarla una volta per tutte e in maniera chiara con un decisione politica.

A questo proposito è utile rimarcare che il Codice Penale (art. 199) rende perseguibile “chiunque infrange le prescrizioni cantonali sul luogo, il tempo o le modalità di esercizio della prostituzione". Tali disposizioni attualmente però in Ticino non esistono! La nLProst andrà a colmare questo vuoto giuridico, evitando così che il Cantone torni ad essere una giungla incontrollata di locali a luci rosse. Uno scenario che non è nell'interesse di nessuno - cittadini, Comuni, prostitute - e che nemmeno gli oppositori della Legge possono desiderare.

*deputata Verdi in Gran Consiglio e membro della Commissione della legislazione

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