ULTIME NOTIZIE News
Politica e Potere
17.04.2014 - 13:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Chiusura dei valichi, Romano: “Berna dimostra di nuovo poca conoscenza della nostra realtà, ma la colpa è anche del Ticino”

Il deputato PPD sul no di Widmer-Schlumpf alla richiesta di chiusura notturna dei valichi: “Lo stesso ministro Gobbi, in quanto rappresentante della sicurezza, dovrebbe insistere di più a Berna sulla necessità e l’urgenza di queste richieste”

BERNA – In una nota del dipartimento federale delle finanze (DFF), la ministra Eveline Widmer-Schlumpf ha stroncato l’appello lanciato da diversi comuni del Mendrisiotto: la chiusura notturna dei valichi è impossibile, ha ribadito, perché “in contraddizione con le obbligazioni della Svizzera nel quadro dell'accordo di Schengen” (vedi articolo allegato).

Una decisione che per il deputato PPD Marco Romano, contattato da liberatv per un commento, “dimostra ancora una volta poca flessibilità e poca conoscenza della situazione reale in Ticino”.

La richiesta di tornare al presidio dei valichi minori o optare per una loro chiusura notturna, è stato sottolineato più volte, è però motivata dalla possibilità contenuta negli stessi accordi internazionali che permettono, in casi eccezionali, un giro di vite e il ritorno alla situazione previgente. Con la sua risposta il DFF però ha mostrato, tacendola, di non ritenerla una via praticabile. Romano lei cosa ne pensa?

“Nel nostro cantone ci sono tutti gli elementi per parlare di ‘situazione straordinaria’: c’è stato infatti un drastico aumento dei furti. Motivo per cui, proprio Schengen, permette ai paesi firmatari di segnalare una situazione, se non d’emergenza, quantomeno fuori regola e di chiedere agli altri paesi di introdurre controlli sistematici”.

Perché allora, secondo lei, si è esclusa questa strada?

“Mi sembra manchino la flessibilità necessaria e la volontà di dare risposta alle aspettative dei cittadini. Ma Berna in questo non ha tutte le colpe. Anche il Consiglio di Stato dovrebbe fare molto di più: tramite il Dipartimento delle istituzioni, come pure il comando delle Guardie di Confine, dovrebbe chiedere con maggiore forza che la Confederazione adotti questa soluzione. Bisogna preparare carte e documenti che dimostrino la situazione e l’urgenza di misure a riguardo e convincere Berna che qualcosa si può provare a fare. Ci vuole una reazione più forte da parte ticinese e le risposte positive poi potrebbero arrivare. Ieri ne abbiamo avuto una prova”.

Si riferisce alla decisione di mercoledì del Consiglio Federale per quanto concerne l’assoggettamento all’IVA dei padroncini (vedi articolo allegato)?

“Sì. Per tanto tempo dal Ticino ci si è limitati solamente a chiedere, senza ottenere niente. Poi, come deputazione e con l’aiuto dell’amministrazione, si è preparato un incarto completo e si è riusciti a convincere il Parlamento e il Consiglio federale della ragione della richiesta. Per questo, ripeto, anche da parte ticinese sulla questione valichi bisogna fare di più. Lo stesso ministro Gobbi, in qualità di rappresentante della sicurezza, dovrebbe insistere di più a Berna sulla necessità e l’urgenza di queste richieste. La chiusura dei valichi non è l’unico punto, qui la questione è riuscire a meglio presidiare il territorio e rafforzare i controlli”.

Su questo punto il DFF ha sottolineato di essere a conoscenza dei problemi del Ticino, ricordando che proprio per questo a gennaio è cominciata la formazione di venti nuove guardie di confine che saranno in servizio nel 2015.

“Certo. Ma qui nel frattempo ci vuole una risposta immediata per contrastare il problema. Si dovrebbe poter contare su dei ‘rinforzi’ da subito, magari prendendo uomini dalle altre regioni e spostandoli a sud”.

Aspetto questo a cui il DFF sembra aver risposto indirettamente: concludendo la nota sottolineava che “la regola generale è quella di impiegare le risorse di personale disponibili in modo possibilmente ottimale”, lasciando intendere, in soldoni, che le parti coinvolte (cantoni, comuni e anche il Corpo delle guardie di confine) devono agire sul fronte della sicurezza nell’area di confine con i mezzi di cui già dispongono.

“Esatto, e questo va assolutamente fatto. Ma siamo in una situazione speciale e pertanto ci vuole una risposta altrettanto speciale e immediata, come appunto l’invio di mezzi aggiuntivi che permetta di poter gestire al meglio la situazione fino all’arrivo dei nuovi agenti”.

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
valichi
chiusura
berna
situazione
ticino
dff
romano
conoscenza
risposta
confine
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved