di Renzo Galfetti, avvocato penalista
Da più di vent’anni ufficialmente, ma in realtà da sempre, sono del tutto indipendente dai partiti. Penso quindi che se dico la mia sulla – solita – querelle della nomina dei magistrati, anche richiamando la mia ormai lunga esperienza professionale, possa magari contribuire ad aiutare la discussione.
Allora, il punto di partenza, la domanda che ci si deve porre per capire se il problema esiste od è solo panna montata è il seguente: abbiamo in Ticino una magistratura politicizzata o no?
La risposta è un no categorico, senza ombra di dubbio.
E allora il problema del sistema di elezione dei magistrati, posto con riferimento alla loro presunta casacca partitica, non esiste.
Chi afferma il contrario dica chi, quando, perché, in quale contesto ha dato adito almeno al dubbio, sempre però tenendo presente il principio che una rondine non fa primavera.
Il manuale Cencelli quindi non mi pare, anche per ovvi motivi di opportunità, equilibrio e rappresentanza, da buttare.
La preparazione, l’attitudine e la valutazione dei candidati alla magistratura sono poi un problema del tutto diverso, da non confondere con quello del colore politico. Qui, ne convengo, ci vorrebbe maggior attenzione. E maggior rigore.
L'elezione popolare dei magistrati mi pare infine demagogica e populistica: i magistrati non devono essere eletti secondo la loro popolarità o la loro simpatia, bensì secondo le loro competenze.