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27.07.2014 - 11:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La docente e il beltraquiz, Savoia: “Beltraminelli non è ancora entrato nella storia”

Differente invece la lettura che dà Quadri al “caso Cash”: “È grave se a non riuscirci è una docente delle medie”. Savoia: “La maggioranza dei ticinesi manco si sogna di votare. Perché mai dovrebbe mandare a memoria i nostri volti?"

BELLINZONA – Il caso della docente di storia di una scuola media del Sopraceneri che non ha saputo riconoscere il ministro Beltraminelli durante il quiz cash della Rsi continua a tenere banco. A darne due letture diametralmente opposte sono Sergio Savoia, coordinatore dei Verdi che spezza una lancia in favore della malcapitata concorrente, e Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale leghista che invece grida “all’assurdo” e sottolinea la ‘provenienza’ della docente. 

Savoia: “Insegna storia, non gossip. Beltraminelli non è ancora entrato nella storia, che io sappia. Fa già fatica con la cronaca...”

Il coordinatore dei Verdi prova a smorzare la polemica sul suo blog, con un intervento ‘a difesa’ della docente finita nella bufera: “A parte i danni irreparabili – scrive Savoia –  all'ego del ministro in questione (migliaia di ore su Facebook, partecipi a tutte le manifestazioni che Dio manda in terra, e manco si ricordano che faccia hai) in effetti la cosa non ha praticamente conseguenze. Nonostante ciò qualcuno l'ha buttata in politica”. 

“A parte che la signora – prosegue lo scritto – insegna storia e tutt'al più dovrebbe conoscere la faccia di Gengis Khan, Giulio Cesare, Giorgio Washington o Nelson Mandela. E nemmeno quello è strettamente necessario: insegna storia, non gossip. Beltraminelli non è ancora entrato nella storia, che io sappia. Fa già fatica con la cronaca...”

Arriva poi anche l’affondo a tutti i politici che negli scorsi giorni si sono indignati: “Ma poi, si rendono conto alcuni miei colleghi che non solo la signora in questione ma la stragrande maggioranza dei ticinesi se ne strabatte elegantemente di quel che facciamo, di chi siamo, e di chi aspetto abbiamo? E perché mai dovrebbe essere altrimenti? La maggioranza di loro, i nostri concittadini, manco si sogna di votare. Perché mai dovrebbe mandare a memoria i nostri volti, le nostre effigi? I nostri concittadini hanno problemi più seri: come arrivare alla fine del mese, per esempio. Trovare un posto di lavoro per i propri figli. Andare d'accordo con il coniuge. Evitare di finire spiaccicati nel traffico e via raccontando. Personalmente la cosa non mi scandalizza. I politici in un paese civile non devono essere delle star. E di fronte alla performance del governo attuale, che i cittadini rimuovano dalla memoria le facce dei cinque signori, mi sembra una forma di difesa piuttosto comprensibile. Inoltre, va aggiunto che, se alcuni politici locali stessero meno tempo a contribuire all'istupidimento generale, via Facebook, forse al cittadino medio verrebbe più voglia di sapere che faccia abbiamo.”

“E per quel che riguarda la docente in questione: non me frega nulla che sappia che faccia hanno Beltra, Dadò, la Sadis o il sottoscritto. Mi accontento che sia, come verosimilmente è, una brava docente. Che è molto più difficile che rispondere a un quiz RSI” conclude il coordinatore dei Verdi. 

Lorenzo Quadri: “Pensare di insegnare - e di insegnare storia - senza un buon grado di collegamento con la nostra realtà, è assurdo”

Il Consigliere nazionale leghista, anche lui dal proprio sito-blog, analizza la questione sotto una luce completamente differente, mettendo in evidenza, ça va sans dire, anche le origini della docente: “A quanto pare – scrive Quadri – la docente è italiana: ma che strano. Del resto, se così non fosse, sarebbe una tragedia. Pensare di insegnare - e di insegnare storia - senza un buon grado di collegamento con la nostra realtà, è assurdo. La conoscenza del territorio è requisito indispensabile per un docente; specie di una materia umanistica. Che oltretutto dovrebbe includere, e qui il condizionale è d’obbligo, l’insegnamento della civica. A questo punto è evidente che abbiamo un problema.”

Quadri parla poi anche di ulteriori aggravanti, come la difficoltà di calcolo della malcapitata: “Chi insegna non è tenuto  ad interessarsi di politica.  Ma, nel caso concreto, una giustificazione del genere è fuori strada. Non sapere chi sono i Consiglieri di Stato non significa “non interessarsi di politica”. Significa non aver mai letto né ascoltato un media ticinese. La conoscenza della nostra realtà, lo ammette perfino il Consiglio di Stato, è un requisito importante per un docente. Chi se ne disinteressa in modo plateale è adatto a fare l’insegnante e per di più di storia, una materia che va relazionata con il presente, se si vuole che abbia un senso?  Si può accettare che un docente manifesti un simile livello di indifferenza, e di ignoranza, nei confronti del nostro territorio? E in aggiunta e ad ulteriore aggravante, anche nei confronti del proprio datore di lavoro? Se la maestra che ha partecipato alla puntata di Cash non ha saputo riconoscere Beltraminelli, poco ma sicuro che non avrebbe riconosciuto neppure Bertoli. Come se un qualsiasi dipendente non sapesse identificare il suo capo. Se poi aggiungiamo l’evidente difficoltà della concorrente nel calcolare il 27,43% di 1'000…”

Quadri, che parla di un disinteresse inquietante, sollecita anche un intervento da parte del Governo: “Più in generale, non sarebbe il caso di pretendere almeno un minimo di conoscenze generali del Ticino e della sua attualità quotidiana da chi va ad insegnare in una scuola media? Lo si pretende – giustamente – anche dagli aspiranti al passaporto rosso. Il meno che il Consiglio di Stato può fare è attivarsi in questo senso. Sempre che infischiarsene del problema non sia la consueta tattica di $inistra per indebolire sempre più nelle giovani generazioni la conoscenza della nostra realtà e delle nostre radici. Così da spianare la strada allo spalancamento di frontiere e alla rottamazione della Svizzera.”

“Quanto accaduto a Cash mercoledì sera non è solo la figuraccia di una persona, o un episodio “folkloristico” da liquidare con una battuta.  E’ un campanello d’allarme decisamente inquietante” conclude il Consigliere nazionale. 

red

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