ULTIME NOTIZIE News
Politica e Potere
01.08.2014 - 12:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il Primo Agosto della Lega a Chiasso, i 'colonnelli' in coro: "Siamo ancora qui e lottiamo per la libertà del Ticino"

Oltre cinquecento militanti hanno preso parte alla festa leghista organizzata al Palazzetto del ghiaccio. Ecco i discorsi di Pantani, Quadri, Borradori, Zali e Gobbi.

CHIASSO - Palazzetto del ghiaccio di Chiasso pieno in ogni ordine di posto per la celebrazione del Primo agosto da parte della Lega dei ticinesi. Circa 500 militanti hanno preso parte al tradizionale happening leghista, dove oltre a festeggiare la Svizzera sono stati lanciati alcuni messaggi politici in vista della ripresa della stagione e della campagna elettorale.

Ad aprire le danze dei discorsi ufficiali è stata la consigliera nazionale Roberta Pantani, padrona di casa, che ha lanciato alcune stilettate politiche agli avversari: "Oggi vediamo come le idee leghiste tornano comode a tutti. Ma la politica non si fa sui social network o ingaggiando consulenti di immagine. La politica si fa tra la gente. A settembre voteremo su alcuni oggetti importanti, in particolare la cassa malati, che sappiamo provoca un'emorragia mensile a ogni cittadino. I rappresentanti dell'UDC a Berna hanno votato contro la cassa unica, al contrario di noi leghisti. Sì, proprio quegli UDC che vogliono portarci via il posto ad aprile e ad ottobre. Ma noi siamo forti e la paura che hanno gli avversari lo dimostra. Siamo forti e ce la faremo a mantenere i due consiglieri di Stato in aprile".

Parola poi a Marco Borradori. Il sindaco di Lugano tra i dirigenti leghisti è quello che ha fatto il discorso più politico e incentrato sulla prossima campagna: "La vostra numerosa presenza oggi dimostra che si sbagliavano di grosso quelli che dicevano che dopo la scomparsa del Nano saremo stati in difficoltà. Noi siamo quelli che amiamo la bandiera e non quelli che vogliono nasconderla. Zali e Gobbi meritano tutta la nostra fiducia, non solo perchè leghisti ma anche perchè hanno dimostrato di saper governare. Se riusciremo a confermarli potremo consolidarci come partito di maggioranza relativa. Stiamo dimostrando di assumerci le nostre responsabilità anche con decisioni impopolari. Dobbiamo imparare a beneficiare delle nostre vittorie continuando a dimostrare che sappiamo governare".

E poi, il primo discorso di Claudio Zali da ministro davanti ai militanti. Il direttore del Dipartimento del territorio ha innanzitutto ricordato Giuliano Bignasca, Michele Barra e "tutti i leghisti che ci hanno lasciati. È soprattutto nei giorni di festa che dobbiamo pensare a loro". Zali ha incentrato tutto il suo discorso sui rapporti tra Ticino e Berna. "Non di rado ci sentiamo a ragione inascoltati dal Consiglio federale. Ma fortunatamente resiste il nucleo della nostra democrazia diretta. Come dimostrano le votazioni del 9 febbraio, quella sui minareti e sulla pedofilia, il Governo federale non rispecchia la voce del popolo. Esiste però una Svizzera migliore dei suoi governanti. Ma il pericolo è la sfiducia verso le istituzioni. Il Ticino è della sua gente, io e Norman in Consiglio di Stato ci siamo trovati soli sui ristorni. Non bloccarli è stata un'occasione mancata per il nostro Cantone".

A questo punto, dopo la pausa per il pranzo a base di polenta e spezzatino, è toccato a Lorenzo Quadri, lanciato da una vera e propria standing ovation del Palazzetto. "Dopo il secondo anno senza il Nano siamo ancora qui sempre bersaglio dei partiti storici e dell'informazione di regime. La Lega fa ancora paura. La nostra Patria è sempre più minacciata sia dall'interno che dall'esterno. I nemici esterni sono le sovrastrutture nazionali alla canna del gas come l'unione europea. I nemici interni sono i soliti inernazionalisti che oggi volevano boicottare la bandiera e che continuano a raccontarci che l'immigrazione è una ricchezza. È talmente una ricchezza che il numero di stranieri a carico delle assicurazioni sociali è esploso. Avanti di questo passo finirà che lavoreremo e pagheremo le tasse per mantenere gli stranieri. Non so voi, ma io non sono d'accordo. Il Consiglio federale invece di difendere il paese lo svende. Facciamoci sentire, quando tra poche settimane i ministri verranno in visita in Ticino".

E infine Norman Gobbi, con un intervento scoppiettante, aperto con uan certa dose di autoironia: "Nonostante il super radar e la tassa sul sacco, il Nano da lassù continua a volerci bene. Lo dimostra il fatto che oggi, Primo Agosto, abbiamo organizzato la nostra festa sotto un tetto e fuori piove e il fatto che siamo qui in tantissimi tutti insieme. Viviamo tempi cupi, in cui la volontà dei popoli viene messa in discussione da paesi dove non è concesso il diritto all'autodeterminazione, attraverso la tecnocrazia dell'Unione europea. Il concetto più pericoloso dell'Europa dei tecnocrati è quello del tutto o niente, come vediamo nella libera circolazione. Un principio che impedisce di trovare soluzioni e ammazza le diversità. Ma la Svizzera è per sua natura diversa, con le sue quattro lingue e i suoi 26 cantoni".

In questi tre anni di governo con la maggioranza relativa, ha aggiunto Gobbi, "non siamo riusciti a centrare tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Per ragioni di governo abbiamo dovuto anche prendere decisioni poco simpatiche per la base leghista. Ma da tre anni a questa parte abbiamo dimostrato che il Ticino può vivere senza l'ancien regime dei falsi moralisti che hanno governato per decenni. Il Ticino sta vivendo un momento di grande libertà, anche per i giornalisti, che possono attaccare quotidianamente il nostro movimento, mentre chi in passato attaccava il fu partitone veniva messo a tacere".

A questo proposito Gobbi ha ricordato le sofferenze che hanno dovuto subire i leghisti della prima ora contro le "angherie" che a suo dire erano perpetrate dai capetti dei partiti storici. "Dobbiamo evitare la restaurazione dell'ancien regime. Dobbiamo continuare a lottare per la nostra libertà. Noi non siamo conformisti, siamo leghisti, fieri della nostra diversità, siamo ticinesi combattenti per la libertà".

Al termine del suo intervento Gobbi si è prodotto in un canto "a cappella" dell'Inno trascinando la sala.

Infine una nota di colore: stuzzicato su un grosso striscione apparso sulle balaustre con scritto "Grazie Attilio", il coordinatore della Lega ci ha risposto con una battuta: "L'opera di rottamazione è in atto".

AELLE

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
gobbi
ticino
libertà
lega
primo
chiasso
agosto
zali
regime
palazzetto
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved