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Analisi
27.08.2014 - 15:040
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Da Attilio ad Antonella Bignasca: da qui passa il futuro della Lega. L'ascesa del "Governo ombra"

L'ANALISI - In casa Lega si ragiona da tempo sul futuro assetto dirigenziale. E tutti gli indizi portano a lei come futura coordinatrice: un nome capace di mettere d'accordo con soddifazione tutte le anime del Movimento

di Andrea Leoni

Non si tratta di una notizia. Piuttosto di una possibilità che settimana dopo settimana, mese dopo mese, sta prendendo forma nei fatti, nella realtà quotidiana di casa Lega. Si concretizzerà davvero? Se chi scrive dovesse scommettere 100 franchi risponderebbe di sì, senza dubbio. Ma siamo nell'ambito di un pronostico, di una giocata d'azzardo, fondata però su sensazioni, su piccoli tasselli appuntati e messi in fila su un moleskine, su confidenze raccolte qua e là, su quel po' di esperienza che si matura dopo qualche anno sul marciapiede della politica.

La successione di Attilio Bignasca, o la rottamazione, come la chiamerebbe lui con quel filo di autoironia malinconica, è sul tavolo. Non da oggi e neppure da ieri. È un bel po' che i dirigenti di via Monte Boglia ne discutono più o meno apertamente. Si tratta di un passaggio naturale: l'attuale coordinatore va per i 71 anni, ha alle spalle una lunghissima carriera politica in Consiglio Nazionale e soprattutto in Gran Consiglio, che di recente ha annunciato di voler lasciare al termine della Legislatura, accanto a una vita di lavoro quotidiano in ditta. Sta nella logica delle cose pensare che presto o tardi lasci la prima linea. La sua presidenza, del resto, è stata sempre pensata e vissuta come una transizione. Attilio Bignasca ha ereditato le redini della Lega nel momento più drammatico della storia ventennale del Movimento: la morte del fratello fondatore Giuliano, principalmente, e poi dell'amico Michele Barra. Un dramma politico che, non va dimenticato, per lui è stato soprattutto un dramma personale. 

Il ConteZio, come ormai lo chiamano tutti in Lega, ha fatto il coordinatore a modo suo. Non è un mistero che alcune sue fughe in avanti, come peraltro alcune sue dichiarazioni, abbiano creato più di una tensione all'interno del Movimento. A differenza del fratello non è mai stato né un comunicatore e neppure uno stratega. Ma ha comunque messo sul piatto alcune qualità che, per finire, hanno contirbuito a portare il Movimento qui, a ridosso delle elezioni, in un buono stato di salute. C'è infatti tutta una parte dell'universo leghista, quello della prima ora, che apprezza la generosità con cui l'Attilio si è messo a disposizione per guidare il Movimento e che in qualche modo apprezza quel fio di continuità, anche solo apparente, che comunque ricorda il Nano.  

Il passaggio, dunque, quando avverrà sarà fatto nel modo più soft possibile, riservando all'ultimo dei vecchi leoni tutti gli onori del caso. Vien da credere che il momento più indicato possa essere dopo le elezioni cantonali, a coronamento, sperano con convinzione in casa Lega, della conferma delle posizioni in Consiglio di Stato e in Gran Consiglio. Che, va ben sottolineato, nel Movimento, così come hanno correttamente annotato diversi analisti, sarebbe vissuta come una sorta di "vittoria definitiva". Quella che sancirebbe il definitivo consolidamento della Lega come forza di Governo e spalancherebbe le porte a una maggioranza relativa leghista duratura negli anni. 

E in effetti quello sarebbe il momento più naturale per chiudere una transizione - riconoscendo ad Attilio Bignasca gli onori del capitano capace di portare la barca oltre alla tempesta fino alla meta tanto desiderata - e cercare di aprire un nuovo ciclo. Perché questo sarà il principale obbiettivo della nuova guida della Lega. Il prossimo coordinatore di via Monte Boglia, infatti, dovrà assumersi il compito di costruire un progetto ampio e duraturo.

E c'è solo un nome, allo stato attuale delle cose, capace di mettere d'accordo tutte le anime e le personalità della variegata galassia leghista con piena soddisfazione: Antonella Bignasca. Piace agli istuzionali e piace ai barricaderi: se chiedi ai dirigenti leghisti chi vedrebbero bene come prossimo coordinatore il suo nome è il primo e l'unico. Convince l'anima di destra e anche l'anima di sinistra del Movimento, pur essendo lei senza dubbio un'esponente di quel che lo zio Giuliano definiva "la derecia" della Lega. Alla guida di via Monte Boglia resterebbe una Bignasca, e questo conta. Si riproporrebbe inoltre quella sintesi che vuole alla guida della Lega anche la guida del Mattino. Dalla morte del Nano è lei che si occupa in prima persona del domenicale insieme al direttore Lorenzo Quadri. Antonella Bignasca, inoltre, non ha cariche politiche e neppure ambisce ad averne. Il che è sempre un bene e un punto di forza per chi è chiamato a guidare un partito. Il suo sarebbe un coordinamento nel senso letterale della parola: una persona cioè capace di costruire una strategia e una linea politica attraverso la sintesi delle opinioni dei vari Colonnelli. Non è neppure trascurabile il fatto che Antonella Bignsca sarebbe, salvo prossimi cambiamenti nelle altre case politiche, l'unica presidente donna alla guida di un partito ticinese. Il che spazzerebbe via definitivamente l'idea della Lega misogena. Il fatto poi di essere la figlia di Attilio, garantirebbe quel passaggio di consegne soft, di cui abbiamo scritto poc'anzi.

Un passaggio di consegne che è già in atto. Non c'è infatti nessun dubbio che Antonella Bignasca sia già oggi un punto di riferimento chiave all'interno della Lega. Lo è per le questioni organizzative ma lo è anche per le strategie e le riflessioni politiche. C'era lei, solo per fare un esempio, nella delegazione leghista che a Berna ha incontrato i vertici dell'UDC per discutere di possibili allenaze elettorali. E a nessun occhio attento, tanto per dirne un'altra, può esser sfuggita la centralità con cui ha orchestrato la festa del Primo di agosto alla pista del ghiaccio di Chiasso, con tutti i principali esponenti della Lega che a lei si rivolgevano per questo o quello. Per adesso fa "il Governo ombra", come l'ha soprannominata Boris Bignasca. Ma la strada verso la luce del sole sembra scritta, al di là delle reticenze che la diretta interessata manifesta ogni qual volta qualcuno le pone la domanda: sarai tu la prossima coordinatrice? 

In effetti Antonella Bignasca non brama quel ruolo. Ma la sensazione generale è che non potrà dire di "no" quando sarà il momento e tutti le chiederanno di assumerlo. E i possibili punti problematici potrebbero essere agevolmente superati con qualche soluzione creativa. Ad esempio, al "Governo ombra", così si dice, non piaciono per nulla i riflettori della scena mediatica ticinese. Ma come coordinatrice sarà chiamata anche a coordinare la comunicazione, distribuendo le varie occasioni mediatiche in casa, oppure affidandosi a un segretario-portavoce, riservandosi così di intervenire solo nei momenti in cui sarà strettamente necessario. C'è poi il carico di lavoro che la guida di un Movimento porta in dote. Una carico non sempre conciliabile con la vita privata. Ma anche qui, si prevarrà la logica del coordinamento, non sarà difficile delegare, creando una struttura capace di dividersi i compiti e il relativo peso.

L'unico vero nodo da sciogliere è quello personale. Quel nodo con cui ognuno di noi è confrontato quando deve cambiar vita o mestiere e affrontare una nuova avventura offerta e non scelta: te la senti davvero o no? A questa domanda potrà rispondere solo Antonella Bignasca, dopo le adeguate riflessioni personali e familiari che in questi casi si impongono. E la risposta potrà confermare o smentire clamorosamente il pronostico. 

    

  

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