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17.09.2014 - 09:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Trattative fiscali Italia-Svizzera, Giovanni Merlini: "L'Italia ci ha puntato il coltello alla gola"

Il Consigliere Nazionale PLR: "Risposta inquietante da parte del Consiglio Federale alle mie domande sullo stato dei negoziati e sulla prossima approvazione da parte della Camera dei deputati italiana del disegno di legge sul rientro dei capitali"

BERNA - "È un po' come se l'Italia ci stesse puntando un coltello alla gola". Usa un'immagine forte Giovanni Merlini per commentare le risposte che il Consiglio Federale ha dato alle sue domande a proposito del nuovo stop sulle trattative fiscali tra Berna e Roma, e sulla prossima approvazione da parte della Camera dei deputati italiana del disegno di legge sul rientro dei capitali (voluntary disclosure). Il Consigliere Nazionale PLR non è per nulla soddisfatto della posizione espressa dal Governo e non nasconde tutta la sua preoccupazione per il futuro: "Il Consiglio federale -spiega Merlini - non nega che i negoziati fiscali si siano nuovamente arenati in attesa dell'approvazione del voluntary disclosure da parte della Camera dei deputati a Roma. Non contesta neppure che il disegno di legge italiano (DL) contempli sanzioni discriminatorie nei confronti dei contribuenti che detengono capitali negli Stati attualmente iscritti nelle liste nere del diritto interno italiano, tra i quali figura la Svizzera." "Cionondimeno- prosegue il parlamentare - il Consiglio federale tenta di tranquillizzarmi, ricordandomi che se la Svizzera riuscirà a concludere con l’Italia una nuova Convenzione contro la doppia imposizione (CDI) entro 60 giorni dall’entrata in vigore della nuova legge sulla denuncia spontanea, impegnandosi ad applicare lo standard OCSE sullo scambio di informazioni su richiesta già a partire dalla parafatura dell’accordo (e quindi – nota bene- senza neppure attendere la ratifica da parte delle Camere federali), allora la Svizzera non avrà nulla da temere in relazione alle misure discriminatorie perché verrà tolta dalle black list". "Pertanto questa risposta - conclude Merlini - invece di rassicurarmi, mi inquieta. E’ un po’ come se la controparte italiana ci puntasse un coltello alla gola, dicendoci: o firmate la CDI entro questo termine (e alle nostre condizioni) oppure restate sulle black list e verrete discriminati a livello di sanzioni previste nel DL."
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