Politica e Potere
01.10.2014 - 09:190
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41
Frontalieri, che duello tra Quadri e Bertoli. Il ministro: "Ingarbuglia le carte". Il parlamentare: "Lavori per il Ticino o per la Lombardia?"
Il presidente del Consiglio di Stato critica il postulato del deputato, approvato dal Consiglio Nazionale, che chiede di tassare i lavoratori frontalieri secondo le aliquote d'imposta italiane
BELLINZONA - Sulla tassazione dei frontalieri è duello a distanza tra Manuele Bertoli e Lorenzo Quadri. Al presidente del Consiglio di Stato non piace il postulato del Consigliere Nazionale leghista che chiede di tassare i lavoratori frontalieri secondo le aliquote d'imposta italiane. La proposta di Quadri, contro il parere del Consiglio Federale, ha incassato il sostegno della maggioranza del Consiglio Nazionale.
E dopo il sindacato UNIA, anche Bertoli, intervistato Radio Fiume Ticino, avanza le sue critiche: "Cambiare l'imposizione dei frontalieri vuol dire ingarbugliare le carte. Da quello che so c'è una trattativa in corso tra Italia e Svizzera che investe anche questa dimensione. La questione dei ristorni non la decidiamo da soli, la dobbiamo discutere con l'Italia. Procedere unilateralmente, abolendo gli accordi del '74, è possibile: bisogna capire quanto sia conveniente. Il diavolo in queste scelte si nasconde nei dettagli."
E ancora: "Il Ticino ha bisogno di almeno 30mila persone che vengono a lavorare dall'estero, altrimenti i posti sarebbero vuoti. Oggi ce ne sono però il doppio e questo crea un problema di concorrenza. Ma attenzione, la concorrenza di cui parlo è quella generata non tanto da chi cerca lavoro, ma da chi lo offre: i datori di lavoro sanno di poter avere mano d'opera che costa poco, generalmente competente. Il problema, quindi, sta nel manico: la Svizzera per sua scelta politica ha un diritto del lavoro molto debole. Non ha salari minimi, non conosce la protezione contro i licenziamenti, ha un sistema complicato di convenzioni collettive... e questo lascia mano libera a chi vuole sfruttare la situazione. Magari la proposta di Quadri potrebbe portare i frontalieri a chiedere salari un po' più elevati. Però in tempo di crisi economica gli italiani vengono perché qui c'è lavoro e da loro non c'è."
Durissima la replica del deputato leghista: "Quindi - scrive Quadri su Facebook - ricapitolando le posizioni di Bertoli:
- nessun contingentamento per i frontalieri, che devono continuare ad essere assunti a scapito dei ticinesi senza alcun limite;
- la votazione del 9 febbraio (plebiscito del 70% dei ticinesi) è da rifare perché i votanti "non hanno capito" (perché, si sa, chi non vota a sinistra notoriamente è un po' cretino);
- i frontalieri devono continuare ad essere privilegiati fiscalmente così da potersi proporre a salari assolutamente inarrivabili per i residenti;
- il postulato per tassare i frontalieri secondo le aliquote italiane, votato in Consiglio nazionale anche dai rappresentanti del PSS, è una ciofeca;
- non bisogna in alcun modo tutelare il nostro mercato del lavoro dall'invasione da sud perché "bisogna aprirsi";
- 60 milioni in più all'anno nelle casse cantonali fanno schifo".
Quindi, la stoccata finale: "Domanda da un milione: ma Bertoli fa il presidente del Consiglio di Stato o lavora per la Regione Lombardia?"
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