ULTIME NOTIZIE News
Cronaca
18.10.2014 - 07:010
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Carla Del Ponte: "Quando a Ginevra mi 'processarono' i bancheri. Ma difendo le banche e sono contro lo scambio automatico. E Sull'ISIS? È un anno e mezzo che lo diciamo"

L'ex magistrato, ora membro della Commissione ONU sulla Siria si è raccontata a Besso

BESSO - Da ragazza, a Bignasco, il suo paese, andava a caccia di vipere con i fratelli. Poi ha deciso di andare a caccia di criminali. In casa ha puntato i piedi e ha preteso di fare anche lei l’università, come i suoi fratelli. Inizialmente pensava di seguire le loro orme, iscrivendosi a medicina. Poi ha optato per diritto, “perché durava solo quattro anni”.
E per studiare, Carla Del Ponte ha scelto Ginevra, perché era più “divertente di Berna”. Sul Lemano ha trovato un professore che le ha fatto amare il diritto penale, ha detto giovedì, raccontandosi a Besso durante una serata organizzata dalla Corsi nell’ambito del ciclo ‘donne e media’.

Quando è tornata in Ticino Carla Del Ponte ha iniziato a fare l’avvocato – “e ho anche fatto un paio di rogiti notarli” -, ma il suo sogno era diventare magistrato. E così fu. Prima giudice istruttore, poi procuratore pubblico del Sottoceneri, perché allora il Ministero era diviso in due “giurisdizioni”.

Aveva già un figlio piccolo, allora. E quando si presentò di fronte alla Commissione che vagliava gli aspiranti magistrati una commissaria (non dice chi) le chiese: “Signora Del Ponte, ma lei fa conto di avere altri figli?”. Come dire: se risponde di sì la scartiamo… Altro che quote rosa!

Quando ha indossato la “toga” di pubblico accusatore si è fatta subito notare. Si è specializzata in criminalità finanziaria e, negli anni, ha stretto legami con diversi magistrati italiani, Giovanni Falcone e il pool antimafia prima, Ilda Boccassini e il pool di Mani Pulite in seguito. A un certo punto è spuntato un soprannome: Carlina La Peste. “Fu Giuliano Bignasca ad affibbiarmelo – ricorda -. Una volta lo avevo arrestato, per pochi giorni soltanto. Quando fu rimesso in libertà venne da me e mi disse: ‘Signora la ringrazio perché mi ha fatto fare quattro giorni di vacanza’. Alla fine avevamo un buon rapporto”.

Le indagini di Carla Del Ponte, i suoi rapporti diretti con i magistrati italiani, non erano ben visti da tutti. “Quando ero procuratrice in Ticino non mi sono mai sentita sotto pressione da parte del mondo economico o di una certa parte di esso – ha raccontato -. Ma dopo che sono diventata procuratrice generale della Confederazione i banchieri di Ginevra mi hanno convocata. Ricordo che erano diciassette direttori di banche e mi dissero: ‘Lei, Del Ponte, sta rovinando l’economia svizzera, perché l’80% dei soldi che gestiamo qui a Ginevra sono provento di evasione fiscale. Sbagliate, ho detto loro e adesso abbiamo la prova che avevo ragione. Io difendo le banche, perché sono un pilastro della nostra economia, e sono contraria allo scambio automatico di informazioni, ma bisognava reagire allora per evitare che le cose precipitassero com’è poi avvenuto”.

“La corruzione è come l’ebola: intacca il tessuto dell’economia. Ho proposto di inserirlo tra i crimini da perseguire a livello internazionale, perché quando corrotti sono i governi i singoli stati non hanno gli strumenti per combattere il fenomeno”.

Carla Del Ponte ha parlato della sua azione come procuratrice generale del Tribunale dell’Aja per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia. Di quando, nelle strade di Belgrado si trovò “accolta” da una miriade di “Karla puttana” scritta a spray sui muri e sui manifesti pubblicitari. Se in Olanda fu Kofi Annan a chiamarla, prima, a Berna, era stato Arnold Koller.
“Entrambi mi diedero solo una settimana di tempo per decidere”.

Adesso continua a lavorare nella Commissione indipendente dell’ONU che si occupa dei crimini commessi in Siria. “Mi dissero che era un impegno di pochi mesi, quando accettai l'incarico. Sono passati tre anni... Comunque, in vita mia non ho mai visto cose così terribili come le ho viste in Siria, o nell’ospedale che ho visitato in Giordania dove sono ricoverati i ragazzini che sono stati mandati a combattere. Bambini, quasi, mutilati… E poi le torture… Là ti uccidono torturandoti fino alla morte…”.

E poi c’è l’ISIS, un nuovo mostruoso soggetto che si è affacciato in Medioriente. “Già nel maggio dell’anno scorso avevamo segnalato nei nostri rapporti che sarebbe divenuto un grave problema sul fronte del terrorismo”.

emmebi

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
ponte
carla ponte
ginevra
banche
scambio
isis
crimini
commissione
siria
besso
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved