Bimbi ecuadoregni, Grampa: “Accoglierli nella scuola è un gesto di grande civiltà e spirito sociale”

CONTONE/ROMA – “Il fatto di accogliere a scuola due bambini è senza dubbio un gesto di grande civiltà e di spirito sociale”, così, contattato da LaRegione, il vescovo emerito della Diocesi di Lugano, Monsignor Pier Giacomo Grampa, attualmente a Roma per la beatificazione di Paolo VI, si esprime sul caso dei bambini ecuadoregni che sta infiammando i banchi della politica cantonale.

Grampa però chiarisce subito di non voler entrare nel merito della bagarre innescatasi fra i due ministri coinvolti e i rispettivi partiti (vedi suggeriti). Il monsignore intende esprimersi solo sui bambini, per cui ritiene “assolutamente giusto che possano avere accesso alla scuola pubblica, essendo residenti da qualche tempo nel Comune”.

“Se quelle famiglie, con i loro figli, sono a Contone, qualche permesso dovranno pur averlo – commenta –. Il fatto di accogliere a scuola due bambini è senza dubbio un gesto di grande civiltà e di spirito sociale”.

E sulla scelta del Municipio, sempre a LaRegione, aggiunge: “Da un punto di vista umanitario plaudo al comportamento democratico, sociale, coraggioso del Municipio di Gambarogno, che ha aperto le scuole per questi bambini nel periodo della loro permanenza in comune: non credo ciò comporti un insostenibile aumento delle spese per il Cantone, per la scuola o per il Comune...”

“Ripeto – conclude –: il gesto è senz’altro degno e da apprezzare”.

E mentre infiamma la polemica e si susseguono prese di posizione dai due fronti, sulla questione è tornato ieri a parlare anche lo stesso Esecutivo di Gambarogno, chiedendo una presa di posizione ufficiale al Consiglio di Stato.