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Analisi
20.11.2014 - 17:230
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Primario di anestesiologia a Mendrisio, i vertici dell'EOC non possono permettersi altri errori. A parità di qualità e qualifiche va premiato un medico ticinese

L'ANALISI - A un anno dalla morte del dottor Baggi la nomina del nuovo primario è imminente. In finale sarebbero rimasti in due: un anestesista ticinese e uno grigionese

di Marco Bazzi

MENDRISIO – A quasi un anno dal decesso del dottor Marco Baggi l’ospedale Beata Vergine di Mendrisio non ha ancora un primario di anestesiologia. Il ruolo è ancora coperto ad interim da Renato Tommasetti, ex primario al San Giovanni di Bellinzona, che si è messo a disposizione dopo il pensionamento.

Ma la decisione sulla nomina del nuovo primario sembra imminente: forse è una questione di giorni, forse di ore. I candidati erano inizialmente sei, cinque dei quali ticinesi e uno grigionese: un medico che lavora all’ospedale di Wintherthur.

Ora, stando a informazioni raccolte da liberatv, in corsa sarebbero rimasti solo due anestesisti, un ticinese e il grigionese. Ma tra quest’ultimo e almeno tre degli aspiranti primari ticinesi non sembrano esserci particolari differenze di qualità e capacità mediche.

Se così è, la scelta dovrebbe, per logica e opportunità, cadere su un candidato ticinese. Su quello in pole position o comunque su uno dei tre più qualificati.

Non dubitiamo dunque che il Consiglio di amministrazione dell’Ente Ospedaliero saprà fare la scelta giusta, al di là delle indicazioni della “commissione tecnica” che darà il suo preavviso indicando un nome su tutti.

In caso contrario, ancora una volta, come accade troppo spesso, la logica di premiare chi ha talento e salde radici nel nostro territorio sarà stata disattesa. Non ci si dovrà poi però lamentare se giovani medici di qualità scelgono una carriera nelle cliniche private - dove le scelte sono regolate da altre logiche – invece che negli ospedali dell’Ente. O se dai nostri ospedali fuggono primari con tutti i loro staff.

Dopo il caso che ha coinvolto il reparto di chirurgia della Carità di Locarno e la comunicazione poco convincente e tardiva dei vertici dell’Ente, ma anche alla luce delle tensioni e delle polemiche che sta creando la nuova pianificazione ospedaliera, il Consiglio di amministrazione dell’EOC non può permettersi un altro danno di immagine. A parità di qualità dei candidati, la scelta non può essere puramente tecnica.

 

 

 

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