9 febbraio, il Governo "assolve" Bertoli su tutta la linea: "Un ministro libero di esprimere le proprie idee"

BELLINZONA - Il Governo "assolve" Manuele Bertoli su tutta la linea. A ormai parecchi mesi di distanza dal discorso che il presidente del Consiglio di Stato tenne a Locarno in occasione del primo di agosto suscitando un vespaio di polemiche, il Consiglio di Stato ha preso ufficialmente posizione sulla vicenda. I ministri si sono espressi rispondendo a un'interrogazione del gruppo UDC: "Come cittadino - si legge nella risposta governativa - un consigliere di Stato è libero di avere le proprie idee su temi generali o specifici e non spetta al Governo come collegio disquisire sulle opinioni personali dei suoi membri né di condividerle, criticarle o non condividerle o addirittura di distanziarsene ufficialmente con parole di scusa." Bertoli, in quella occasione, dichiarò per la prima volta pubblicamente la sua posizione sul post 9 febbraio indicando un nuovo voto come soluzione per uscire dall'impasse. E secondo il Consiglio di Stato un ministro "è legittimato ad esprimere le sue considerazioni su temi sensibili di grande portata politica ed istituzionale. Anche perché, al di là delle opinioni espresse, sottolinea il Governo, Bertoli "sostiene la politica perseguita dal Consiglio di Stato per affrontare, arginare e risollevare (pur nei limiti ristretti delle competenze cantonali) il fenomeno del frontalierato e dei cosiddetti padroncini, con gli effetti collaterali che essi comportano." "Il nostro collega non si è mai sottratto ai suoi impegni di membro dell'autorità esecutiva del Cantone ed anche dinanzi a decisioni formali e ufficiali su temi specifici si è sempre attenuto al principio della collegialità", conclude il Governo.