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Cronaca
05.03.2015 - 10:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Varata la tassa cantonale sul sacco, con un ritocco verso l'alto: un 35 litri costerà tra un franco e 10 e uno e trenta. Il Governo: "I comuni hanno chiesto di più"

"La maggioranza degli enti interpellati ha espresso perplessità ritenendo che il costo previsto - tra 85 e 95 centesimi – fosse insufficiente per coprire i costi"

BELLINZONA – Ecco la tassa sul sacco, quella che nell’immaginario collettivo ticinese, è nota anche come “fetido balzello”. Il Consiglio di Stato ha licenziato un messaggio aggiuntivo all’indirizzo del Gran Consiglio per garantire la copertura dei costi nel settore dei rifiuti.
Il messaggio completa il Rapporto trasmesso in precedenza al Parlamento quale controprogetto all’iniziativa parlamentare presentata nel 2009 dal Gruppo socialista “Per l’introduzione della tassa sul sacco cantonale”, e integra i risultati della consultazione svolta su questo tema alla fine del 2014, nella quale sono stati coinvolti tutti gli enti locali interessati.

In sintesi, si legge in una nota del Governo, la quasi totalità dei Comuni che hanno trasmesso le loro osservazioni alla consultazione ha accolto favorevolmente la proposta del Consiglio di Stato di introdurre, oltre alla tassa base, il principio di causalità su tutto il territorio cantonale, permettendo in questo modo di ripristinare la legalità nel settore. 

Allo stesso tempo, però, la maggioranza degli enti interpellati ha espresso perplessità circa l’importo della tassa causale proposto nel messaggio governativo, ritenendo che il costo previsto - tra 85 e 95 centesimi per un sacco di 35 litri – fosse insufficiente per coprire i costi effettivi. Alla luce di questi risultati, il Consiglio di Stato ha quindi ritenuto ragionevole ritoccare verso l’alto il costo previsto per il sacco da 35 litri, portando la forchetta di prezzo prevista tra 1 franco e 10 e 1 franco e 30.

In questo modo la tassa sul quantitativo non è più determinata in modo direttamente proporzionale alla tassa di smaltimento applicata dall’ACR ai Comuni,  che ammonta a 170 franchi alla tonnellata.
A giudizio del Governo, conclude la nota, “con questo adattamento sarà possibile comprendere nel costo del sacco quelle voci di spesa evidenziate da molti Comuni che altrimenti avrebbero dovuto essere riprese nella tassa base (in particolare l’IVA ed i costi di produzione e di distribuzione dei sacchi), salvaguardando così maggiormente l’autonomia degli Enti locali”.
Con questa decisione “il Consiglio di Stato ritiene di aver tenuto in giusta considerazione la posizione dei Comuni e dei Consorzi raccolta rifiuti, e di aver riposto in modo esaustivo alla richiesta ricevuta dalla Commissione della legislazione”.

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