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17.05.2015 - 15:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Caso Mereu, interviene Denti: "Siamo molto preoccupati: faremo verifiche. Ma la falla sta negli accordi Bilaterali"

Il presidente dell'Ordine dei medici commenta il caso della guaritrice che vuole esercitare in Ticino e attacca gli accordi tra Svizzera ed Europa "accetati in fretta e furia anche in ambito sanitario senza pensare alle conseguenze per i pazienti"

STABIO – La presenza in Ticino di Graziella Mereu, fantomatica guaritrice al centro in Italia di numerose polemiche, suscita preoccupazione nelle istituzioni sanitarie del nostro Cantone. La signora Mereu, che sostiene di essere laureata in medicina ed iscritta all'Ordine professionale in Sardegna, vive a Stabio ed intende esercitare anche in Ticino, dove ha fondato la società "Terapia verbale". Ed è proprio attraverso l'uso della parola (leggi articolo correlato) che la Mereu sostiene di curare patologie gravissime, come ad esempio i tumori. “Sono venuta in Svizzera - ha spiegato al Caffé Gabriella Mereu – per vari motivi. Per ragioni fiscali, perché in Italia non funziona più niente. Ma anche perché la mia base operativa è nel nord Italia ed è comodo abitare sul confine. In Ticino sono già piena di pazienti. Mi stanno aspettando. Ancora non posso esercitare qui, ma da Berna sono stata già riconosciuta e attendo l’abilitazione da Bellinzona. Perciò non voglio che mi mettiate i bastoni tra le ruote”. Dal canto suo il medico cantonale Giorgio Merlani si è limitato a dire: “Faremo tutte le verifiche necessarie. Approfondiremo anche quanto riportato dai media italiani. Insomma, teniamo alta la vigilanza”, Anche il presidente dell'Ordine dei medici vuol vederci chiaro e nei prossimi giorni intende approfondire il caso. "Abbiamo appreso anche noi quanto uscito sulla stampa e siamo molto preoccupati", dichiara a Liberatv Franco Denti. "E anche - aggiunge - noi faremo faremo tutte le verifiche del caso collaborando con l'Ufficio della sanità, consapevoli tuttavia del fatto che se il titolo di studio è stato riconosciuto da Berna, difficilmente il Canton Ticino saprà opporsi al libero esercizio. L'unica cosa certa è che con la moratoria attuale la collega, o presunta tale, non potrà lavorare a carico della Lamal e saranno le singole casse malati a riconoscere o meno le sue prestazioni nelle complementari". Ma questo caso, secondo Denti, evidenzia ancora una volta le falle degli accordi Bilaterali "accettati – dice – in fretta e furia anche in ambito sanitario senza pensare alle conseguenze per i pazienti. È vero che la stragrande maggioranza dei medici stranieri non ha portato alcun problema, anzi, ma è altrettanto vero che ci sono stati alcuni casi che sono destabilizzanti". E sempre in merito alle falle dei Bilaterali, Denti sottolinea che "come Ordine dei Medici abbiamo più volte sollevato il tema a livello cantonale e federale. Si è fatto un riconoscimento dei titoli automatica: si autorizzano medici stranieri ad operare nel sistema svizzero, senza nessuna conoscenza del sistema stesso o di quello assicurativo o delle prestazioni sociali. L'Ordine dei medici ha fatto una sua proposta a livello cantonale e a livello federale che prevede l'obbligo per i medici stranieri, prima di aprire il loro studio sul territorio, di un periodo di lavoro di 3 anni in un ospedale riconosciuto per la formazione in Svizzera".
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