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02.07.2015 - 07:520
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Medie 'd'élite', la Lega: “Scelta in odor di ideologia: Bertoli vuole imporre una scuola uguale per tutti, dimenticando le virtù dei singoli?”

Sette deputati del gruppo, capitanati da Boris Bignasca, interrogano il Governo: “Perché vuole bocciare il progetto?”

BELLINZONA – Continua a tener banco la decisione di non realizzare il progetto pilota di classi di scuola media sportiva/artistica a Lugano. Dopo il botta e risposta consumatosi su Facebbok tra la numero uno dell’Hockey Club Lugano Vicky Mantegazza e il direttore del DECS Manuele Bertoli, la polemica ora si ‘istituzionalizza’: sulla decisione alcuni deputati del gruppo Lega, capitanati da Boris Bignasca, hanno infatti presentato oggi una interrogazione parlamentare per chiedere il perché di una decisione che “appare tanto improvvisa quanto sorprendente, dato che il progetto, almeno inizialmente, sembrava raccogliere il favore delle istituzioni”.

La scuola media per sportivi d’élite, si ricorda anche nel testo dell’atto parlamentare, si sarebbe rivolta in particolare a giovani artisti e ai ragazzi che militano nelle giovanili del FCL e del HCL che frequentano le scuole medie.

In Ticino esiste già una scuola per sportivi di élite ed è quella di Tenero, aggiungono i firmatari. “Affiancare a questa realtà, consolidata sul territorio da molti anni, un nuovo istituto di formazione media potrebbe sembrare la soluzione più logica e naturale, in modo da sviluppare tra i giovani un maggior attaccamento allo sport e prepararli sin dalla più giovane età, parliamo dai dieci anni via, ad un percorso formativo che accompagna in modo completo chi decide di seguire questa strada nel mondo dell’agonismo”.

Per i firmatari (Oltre a Bignasca, Gianmaria Frapolli, Michele Guerra, Daniele Caverzasio, Sabrina Aldi, Amanda Rückert e Paolo Sanvido) i motivi elencati dal ministro della scuola per spiegare le ragioni del ‘niet’ – di ordine finanziario e logistico – “non sono stati trattati in modo esaustivo”. Inoltre, aggiungono, “la decisione del Direttore del DECS, Manuele Bertoli, sembra di carattere ideologico: imporre una scuola uguale per tutti gli allievi in Ticino, senza tener conto delle virtù dei singoli allievi”.

“Questa mancanza di considerazione per le particolarità di una parte degli allievi ticinesi, ci sorprende”, incalzano. “Questi giovani vedono  andare in fumo così la possibilità di sviluppare le proprie caratteristiche. Questo a causa di una decisione troppo affrettata, presa senza ponderare con accuratezza le possibilità future di questo progetto”.

Ricordando l’auspicio “più volte rivendicato dal Gran Consiglio, e cioè che i generi di scuola siano suddivisi in modo equo sul territorio, permettendo a tutti di frequentare gli istituti di propria scelta senza pesanti vincoli di spostamento” i sette deputati leghisti chiedono quindi al Governo:

1) Come dichiarato dai vertici HCL, corrisponde al vero che il DECS ha sospeso questo progetto? Se sì: quali sono esattamente i motivi che hanno portato il Dipartimento ad interrompere il progetto? Esiste un piano finanziario che evidenzi le difficoltà a cui questa idea andrebbe incontro ed un elenco delle problematiche logistiche?
2) Il DECS non vede una grande possibilità di ampliamento di questo tipo di offerta sul territorio?
3) L’impegno finanziario viene considerato troppo oneroso, ma in un contesto di innovazione, i prototipi o i progetti pilota comportano comunque una spesa iniziale di peso. Il DECS ha valutato lo sviluppo del progetto su più anni, in modo da avere una visione di insieme del progetto?

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