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Politica e Potere
03.07.2015 - 13:040
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il Consiglio Federale in Ticino: tra segnali di vicinanza, barche, risotto e birrette. Ma consumata la retorica ora servono fatti concreti

A neanche un anno dalla visita di Lugano il Governo in corpore torna in Ticino. Oggi poca politica e tanto relax per i ministri. Speriamo che la prossima i brindisi servano per festeggiare qualche risultato per il Ticino. GUARDA LE FOTO DELLA GIORNATA

BELLINZONA – Il clima da scampagnata prima delle vacanze non lo ha voluto guastare neppure il Consiglio di Stato, limitandosi a consegnare ai ministri un documento sulle problematiche del mercato del lavoro legate alla Libera circolazione. Non saremo quindi certo noi ad annuvolare, e neppure a rinfrescare (anche se la tentazione in tutti i sensi sarebbe forte), questa splendida giornata di sole e calore che ha abbracciato la gita nel nostro Cantone del Consiglio Federale. Una gita che ha ricordato molto la "discesa" in Ticino che il Governo, sempre in corpore, fece solo qualche mese fa a Lugano: era ad agosto. Anche allora, nel patio di Palazzo Civico, discorsi e incontro con la popolazione in stile libero, con birra o bicchiere di vino. Una visita, quella luganese, fortemente segnata dal voto del 9 febbraio, che ancora era fresco. E proprio dopo il 9.2 che ha segnato la storia recente della politica svizzera, si sono sprecate le visite in Ticino dei Consigliere Federali. Tante, tantissime. In quel pomeriggio agostano, il sindaco Marco Borradori, mostrando sincero apprezzamento per "il grande gesto politico, il segnale di vicinanza" del Consiglio Federale, venuto in Ticino ad incontrare i ticinesi, ammonì i ministri: a questa visita devono seguire fatti concreti " altrimenti l'evento di oggi rischia di essere un sipario vuoto". Quel pomeriggio non era ancora stato siglato un accordo fiscale con l'Italia. Un accordo che regolasse anche la questione delle imposte dei frontalieri. Il presidente di quell'anno Didier Burkhalter lo promise in tempi brevi. E ciò avvenne qualche tempo dopo. Almeno a livello di bozza: perché ancora il closing fra i due Paesi non c'è stato e ancora non è chiaro quando ci sarà e a quali condizioni. Per il resto non sembra essere successo granché, seppur non sia passato neanche un anno, in termini di risultati. Le parole di oggi sono quelle di ieri. La presidente della Confederazione, incontrando stamane i giornalisti a Magadino, ha voluto sottolineare che, oltre ad essere un tributo alle sue origini, la visita in Ticino dell'intero collegio Governativo vada intesa come "un gesto politico, un segnale di vicinanza". Per carità: in certi casi è bene tenersi stretta anche la retorica di un Paese. Ed è difficile immaginarsi un altro Paese dove i governanti fanno una bicchierata con i loro concittadini e poi si siedono tutti insieme a consumare il pranzo. Ma la retorica, pur apprezzabile e apprezzata, non può diventare sostanza. E allora, quando i colleghi hanno toccato uno dei tanti veri nodi politici, sono ritornati a galla prepotentemente i problemi e le divergenze. "Quando ci sono degli accordi questi vanno rispettati", ha risposto la presidente Sommaruga quando gli è stato chiesto della procedura di infrazione contro la Svizzera, richiesta dall'Italia all'Unione Europea, per la decisione di Norman Gobbi di stringere le viti sui permessi. Ma questo non è argomento di oggi, è stato detto. A nessuno doveva andar di traverso il risotto offerto in Piazza della Foca: grande vera provocazione in queste giornate di canicola. Si racconta che ne erano state preparate 1'500 porzioni ma solo in 300 si sono presentati ai tavoli per pranzare con i ministri. Anche se sarebbe comodo e facile non ci facciamo trascinare nel giochino del "flop". Molti sono in vacanza, e per chi è in Ticino è un giorno lavorativo, e mangiare un risotto con questa calura era davvero un'impresa. Però speriamo che alla prossima visita del Consiglio Federale, accanto alla retorica della birretta con il ministro, ai selfie, e ai segnali di vicinanza, si possa anche discutere e, perché no, festeggiare qualche buon risultato per il Ticino e i ticinesi. AELLE
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