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22.08.2015 - 17:180
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Ris: “Con la cultura si mangia. Lo dimostrano gli indotti dei grandi eventi, e allora perché trovare sempre un pretesto per criticare?”

La municipale di Ascona e candidata PLR al Nazionale: “La cultura non è un lusso, ma una risorsa. Lo è in generale, ma ancor più in tempi di crisi ed è giusto che si sia capito che nella cultura bisogna investire. Ci vuole gioco di squadra"

di Michela Ris*

Il settore culturale e creativo svizzero è un importante fattore economico che dà impiego a oltre 200 000 persone in ben 40 000 imprese e contribuisce per il 4,2 per cento al prodotto interno lordo svizzero. Inoltre, la variegata offerta culturale genera in Svizzera importanti impulsi, segnatamente per la qualità di vita della popolazione, per la scelta dell’ubicazione di un’impresa e per il turismo.

Ma troppo spesso si sente dire che con la cultura non si mangia, cioè che non produce benefici materiali ma solo costi.

A questa affermazione, da un punto di vista umanistico si potrebbe ribattere che anche i benefici immateriali e dunque non quantificabili economicamente, hanno la loro importanza nella vita dell’uomo.

Ma la cultura, naturalmente intesa in senso ampio (musica, cinema, enogastronomia, mostre, esposizioni, …) serve non solo al singolo ma pure alla collettività. Il sapere umanistico è la prima e fondamentale forma d’educazione civica. La storia fornisce modelli comportamentali e permette di comprendere il presente dal passato. Sociologia ed economia sono strumenti fondamentali per gestire la cosa pubblica.

Il 28.11.2014 il Consiglio federale ha approvato il messaggio concernente la promozione della cultura negli anni 2016–2020 dimostrando di credere nelle implicazioni positive del settore culturale. Prioritari saranno la partecipazione culturale, la coesione sociale, la creazione e innovazione con una più intensa collaborazione fra Confederazione, Cantoni, Città e Comuni tramite il dialogo culturale nazionale. Un aspetto che ci riguarderà da vicino e che deve essere sostenuto è sicuramente quello della rappresentanza dell’italiano in seno all’amministrazione e il sostegno della nostra cultura che spesso è considerata minoritaria.

Il 19 giugno 2015, il messaggio sulla cultura 2016─2020 è stato approvato dal Parlamento che, rispetto al progetto del Consiglio federale, ha concesso 3 milioni di franchi in più a favore dei musei, delle collezioni e delle reti di terzi. L'UFC, Pro Helvetia e il Museo nazionale svizzero stanno lavorando all'attuazione del messaggio che avrà effetto dal 1° gennaio 2016.

Per la nostra regione le manifestazioni culturali sono vitali, recentemente la scena è stata occupata dal Festival del Film, forse la nostra manifestazione più importante: 11 giorni in cui Locarno è costantemente  presente nei media, nel 2014  ci sono  stati circa 170'000 spettatori, oltre 3'000 addetti ai lavori e quasi 1'000 giornalisti accreditati per un budget di 12.5 mio di franchi.

JazzAscona 2015 ha prodotto circa 200 concerti con oltre 400 ore di musica e 270 musicisti. Abbiamo avuto circa 50-55’000 spettatori, 100 giornalisti accreditati e un indotto di circa 7 mio di CHF nella regione.

Il Budget di 1.65 mio CHF è stato coperto per oltre il 77% da sponsor privati ed entrate. Il 22% (CHF 350’000) è finanziato da enti pubblici (Comune, OTLMV e Cantone).

Ma la cosa più importante è l’atmosfera che queste manifestazioni regalano e allora mi chiedo perché invece di fare gioco di squadra bisogna sempre trovare un pretesto o una polemica per criticarle a tutti i costi?

Le analisi sugli aspetti economici hanno dimostrato che un progetto o un evento culturale, se ben organizzati, non solo generano ricavi ma producono diversi effetti secondari, di breve e lungo termine.

Nel breve periodo oltre alla partecipazione all'evento ci saranno spese per beni e servizi complementari (ristoranti, pernottamenti, shopping, ...) che generano effetti moltiplicatori per il territorio.

Nel lungo periodo un'industria culturale può essere in grado di attirare ulteriori investimenti privati  o pubblici.

Eventi di successo da un punto di vista turistico possono rappresentare un plus fondamentale per generare interesse nei confronti di una destinazione e stimolare così nei partecipanti il desiderio di rivisitarla  indipendentemente dalle manifestazioni stesse; è necessario stimolare la curiosità del turista che domanda anche cultura e sorprenderlo per indurlo a prolungare il suo soggiorno e/o a tornare in futuro. L'ampliamento dell'elemento culturale e una corretta pianificazione permetterebbe anche di diminuire la dipendenza dalla stagione estiva.

Naturalmente la pianificazione di queste manifestazioni deve essere legata a criteri di efficienza e efficacia.

Quindi in conclusione oserei affermare che la cultura non è né un lusso né un costo ma una risorsa. Lo è in generale, ma ancor più in tempi di crisi ed è giusto che si sia capito che nella cultura bisogna investire.

*municipale di Ascona, Candidata PLR al Consiglio Nazionale

 

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