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Cronaca
29.08.2015 - 08:010
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Dadò shock su Facebook, posta le immagini dei bambini morti nel Mediterraneo: "Per quanto tempo ancora riusciremo a tollerarlo?"

Il capogruppo PPD rilancia il dibattito sulla questione migratoria sferrando un cazzotto alle coscienze con gli scatti dei cadaveri di bambine e bambini morti durante una traversata in mare

BELLINZONA - Una domanda, una citazione, poche parole in tutto. Perché a quelle immagini non c'è bisogno di aggiungere altro. Anzi, ogni lettera in più sembra sembra superflua, inutile. Non è la rima volta, soprattutto da qualche mese a questa parte, che alcuni internauti cercano di dare un volto a quei morti di cui leggiamo notizia quasi quotidianamente nelle cronache del Mediterraneo. Come a dire che non sono solo il numero di un bilancio, una statistica da aggiornare. Sono carne, bocca, orecchie, occhi...gli immigrati che muoiono in mare per raggiungere le coste dell'Europa. Sono donne, uomini e bambini. Sì, anche i bambini e le bambine muoiono. E a galleggiare tra le onde o spiaggiati ci sono anche i loro cadaveri. E di solito non li vediamo, non ce li fanno vedere, o per dirla tutta non li vogliamo vedere. Ma ci sono. E sono qui a pochi chilometri dalle nostre frontiere, quasi come fossero gettati per strada come rifiuti fuori dalle nostre case. E quando non muoiono e arrivano sulle loro gambe a bussare sul confine diventano benzina sul dibattito politico. Comunque la si pensi le fotografie postate da Fiorenzo Dadò questa mattina su Facebook, meritano di essere riprese. Perché chiunque le guardi ci formuli sopra un pensiero, oppure si giri dall'altra parte cliccando su un altro sito o ancora faccia i conti con la sua indifferenza. Senza giudizi, in un senso o nell'altro, come avviene nei veri confronti. Sono come un nodo al fazzoletto, quelle foto. "Per quanto tempo ancora pensiamo di tollerare queste cose?", ha chiesto a tutti il capogruppo PPD, aggiungendo una citazione del Nobel per la pace Albert Schweitzer, che fa così: "Colui che è stato risparmiato dal dolore deve sentirsi chiamato a contribuire a lenire il dolore degli altri. Tutti dobbiamo portare il fardello di sofferenze che pesa sul mondo." Ognuno risponda, con il cuore e con il cervello, alla domanda di Dadò. E senza facili buonismi o "cattivismi". Riflettiamo, se troviamo due minuti da dedicarci. E magari questa sera, dopo un sabato di svago o di lavoro, prima di tornare a dormire in qualche remoto angolino della mente riaffioreranno queste immagini. O forse no. E questo sarà già un indizio... AELLE
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