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13.09.2015 - 08:320
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La Lega dichiara guerra alla CORSI: Foletti e Sanvido si dimettono. Attacco senza precedenti del Mattino ai vertici della RSI: "Emittente di propaganda rossa e cooperativa incestuosa!"

"Ci dedicheremo al cannoneggiamento esterno della cricca che ha colonizzato quello che dovrebbe essere un patrimonio di tutti”


LUGANO – L’attacco è durissimo. A memoria non ne ricordiamo di altrettanto pesanti e ultimativi. Ed è un attacco In pieno stile Mattino: “Il presidente uregiatto Gigio Pedrazzini ed il direttore R$I nonché kompagno militante Maurizio Ca¬netta potranno adesso spiegare ai loro kapi a Berna come mai si è giunti alla ROTTURA ISTITUZIONALE, ossia alla dichiarazione di guerra, tra il primo partito del Cantone e l’emittente di propaganda ro$$a”.

In altre parole: la Lega abbandona la Cooperativa che gestisce la radiotelevisione pubblica. “L’avevamo annunciato e così è stato – incalza il Mattino -: i rappresentanti della Lega dei Ticinesi nella CORSI (comitato del Consiglio regionale e Consiglio del pubblico) hanno dimissionato con effetto immediato".

In fondo pagina la lettera firmata da Michele Foletti, Paolo Sanvido, e da Silvia Torricelli, che siede fino a fine anno nel Consiglio del pubblico.

Il Mattino parla di “un’incestuosa cooperativa rossa”, di una “televisione di sedicente servizio pubblico, in realtà modello di faziosità. Altro che “giornalismo sopra le parti… Propaganda di $inistra e propaganda pro-UE, ma foraggiate col canone più caro d’Europa!”. E il domenicale leghista spara contro “la squallida santificazione dei finti rifugiati”.

Nel mirino, oltre al direttore Canetta, anche il capo dell’informazione, Reto Ceschi, che “venerdì è pure riuscito a snobbare la conferenza stampa di Battista Ghiggia, con la presenza di Christoph Blocher. La scusa ufficiale: non andiamo agli eventi dei candidati”. Intanto la RSI, aggiunge il domenicale, “è andata e va a slinguazzare ad ogni micro¬appuntamento dei partiti storici, pur frequentato da tre gatti. Il Senatore Pippone Lombardi, con la scusa dell’Ambrì, lo fa passare ogni tre per due”.

E ancora: “Se poi i kompagni fanno cip, ecco che l’emittente di servizio rosso accorre in forze: col risultato che spesso e volentieri ci sono più opeatori RSI che partecipanti all’evento”.

Il Mattino ricorda poi il voto sul canone: “La maggioranza dei telespettatori ticinesi il 14 giugno ha sonoramente bocciato la RSI, ma dopo tre mesi in cui la partigianeria è andata avanti come se niente fosse. La RSI è irrecuperabile”.

Visto che cambiare dall’interno la RSI è impossibile, la Lega si dedicherà all’altra opzione: il cannoneggiamento esterno della cricca che ha colonizzato quello che dovrebbe essere un patrimonio di tutti”.

Per chi non l’avesse ancora capito, conclude l’articolo, “l’uscita della Lega dalla CORSI è una dichiarazione di guerra”.

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