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15.09.2015 - 08:170
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Michela Ris: "Migranti, sospendiamo Schengen e Dublino e facciamo a modo nostro. Anche chi critica i populisti è populista"

SEC0NDO ME - "Se le quote non s'hanno da fare (almeno così sembra) mi dico: la Svizzera ha sempre saputo gestire bene i flussi migratori; dunque le faccia per conto suo"

di Michela Ris *

Parola d'ordine: controllare le frontiere per controllare - soprattutto - l'afflusso di migranti. Lo hanno fatto negli scorsi giorni Germania, Austria, Olanda e Slovacchia, mentre l'Ungheria ha chiuso il passaggio con la Serbia. Un cazzotto a Schengen, dopo gli schiaffi a Dublino, con tanti, troppi, paesi europei che rifiutano di modificare l'accordo, integrando un sistema di "quote di accoglienza". E il Consiglio federale cosa fa? Nell'attesa di presentare - verosimilmente venerdì - un piano per accogliere nel prossimo anno altri 3mila siriani, in aggiunta ai 9mila che già hanno trovato rifugio nella Confederazione, Simonetta Sommaruga ribadisce che in Svizzera non c'è alcuna emergenza e che non sarà necessario ripristinare i controlli alle frontiere. Ora, io mi chiedo: cosa significa emergenza? e - visto che anche gli altri lo fanno – sarebbe un male ristabilire i controlli (sistematici) alle frontiere in caso di necessità?
Ma ogni volta che si toccano questi temi, sembra di dire delle cose inaccettabili.
 
Io penso che il sistema delle quote potrebbe essere - tutto sommato - una buona idea; quote fissate tenendo conto (paese per paese) della popolazione, del benessere economico e della disoccupazione. Ma le quote non s'hanno da fare (o almeno così sembra) e allora mi dico: la Svizzera ha sempre saputo gestire bene i flussi migratori; dunque le faccia per conto suo.
 
Una possibile soluzione - molto provocatoria, me ne rendo conto - potrebbe essere quella di sospendere momentaneamente Schengen/Dublino, ristabilire i controlli alle frontiere e seguire per filo e per segno le nostre disposizioni in materia di asilo. Qui non si tratta di fare i chiusi, i razzisti o i populisti. Che poi anche criticare continuamente i populisti è una forma di populismo. Qui si tratta di avere delle regole chiare per essere solidali con chi ha veramente bisogno accelerando le procedure di chi all’asilo e allo statuto di rifugiato ha realmente diritto.  Riassumo con parole mie la posizione espressa domenica da Peter Maurer (presidente della Croce Rossa, socialista, intervistato domenica dalla SonntagsZeitung): "Non abbiamo altra scelta, dobbiamo accogliere più persone, sia migranti economici, sia rifugiati, perché nella situazione attuale non ha più senso differenziare gli uni dagli altri". Ma questo non è sostenibile. Allora, pur non condividendola, capisco  che molti facciano proprie la posizione “barricadera” del presidente UDC Toni Brunner che rifiuta sia le quote, sia la revisione della legge sull'asilo, oppure la posizione dell'ASNI e dei giovani UDC, che hanno deciso di lanciare un'iniziativa popolare per ristabilire i controlli alle frontiere. 
“Forse una soluzione ideale non ce l’ha nessuno – scriveva Massimo Gramellini alcune settimane fa sulla Stampa - però il buon senso suggerisce di attutire l’impatto di una migrazione inevitabile, diluendone il peso. Se invece di concentrare i profughi in un unico luogo, li si distribuisse su un territorio più vasto, si otterrebbe l’effetto immediato di ridurre l’allarme sociale e quello altrettanto importante di non considerare più i migranti come un esercito di invasori ma come un insieme di individui. E si sa che la miseria di un gruppo spaventa, mentre quella di un singolo commuove”. E chi ha diritto a essere accolto ci deve commuovere e va aiutato nel più breve tempo possibile.

* candidata PLR al Nazionale

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