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21.09.2015 - 12:200
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

La disfatta delle due Lugano: nel calcio come nell’hockey fanalino di coda. Sciarini: “Fischer non ha più alibi e Zeman deve capire se ci crede ancora”

Ci si aspettava un inizio grintoso e invece gli animi dei tifosi sono grigi. Cosa succede nelle due case bianconere? Ne parliamo con il conduttore di Fuorigioco

LUGANO – C’erano grandi attese e invece quella che si registra nelle prime settimane di campionato è una sfilza di ‘ko’ per le due Lugano. Quella del calcio che, dopo otto giornate e due sole vittorie, è in fondo alla classifica, con Vaduz e Zurigo. E quella dell’hockey pure fanalino di coda, insieme a Langnau e Kloten, con una sola vittoria ai supplementari nei primi cinque match.

Eppure ci si aspettava un inizio più grintoso. Le premesse c’erano: da una parte l’entusiasmo della promozione e l’arrivo di Zeman, dall’altro un’estate di impegno – seguita allo schiaffo subito in chiusura della scorsa stagione – di una rosa ormai a immagine e somiglianza di Fischer.

Quali, quindi, i motivi della “disfatta” delle due Lugano? Ne parliamo con Luca Sciarini, conduttore di Fuorigioco.

Siamo solo agli inizi ed è ancora presto per tracciare un quadro catastrofico, ma quanto visto sul campo e sul ghiaccio ha certamente colto, negativamente, di sorpresa. Cosa accade nelle case bianconere?

“È vero: entrambe hanno cominciato male. Ma c’è da dire che partiamo da due situazioni completamente diverse. Da una parte abbiamo una squadra, quella di Renzetti, neo promossa con un budget decisamente basso, il più basso della categoria. Si sapeva che avrebbe avuto difficoltà. Dall’altra, sul fronte dell’hockey, abbiamo un progetto Fischer giunto ormai al terzo anno, una rosa di giocatori buona e una squadra e una presidenza ambiziosa e ci si aspetta dei risultati. La struttura e le ambizioni sono quindi diverse: se al Lugano calcio basta la salvezza, anche raggiunta in zona Cesarini, l’HCL deve invece ottenere risultati e, se questo non avverrà in quest’anno, è chiaro che qualcosa andrà rivisto”.

Le squadre perdono, ma per ora entrambe i club non sembrano guardare agli allenatori, eppure… Cominciamo allora proprio dalla squadra di Mantegazza, reduce, sabato della sconfitta con l’Ambrì nonostante lo “squadrone” messo in piedi da Fischer.

“Gli è stata data molta fiducia con il contratto rinnovato per due anni un giorno prima dell’inizio del campionato. In questi anni Fischer ha plasmato la squadra a sua immagine e somiglianza, l’allenatore quindi non ha più attenuanti: deve fare un bel risultato e ci si aspetta una sterzata rispetto alle ultime stagioni. Chiaro perciò che tutti si aspettavano un inizio diverso e che ora ci sia grande delusione per le prestazioni. Delusione dilatata dalla sconfitta nel derby: il Lugano va male, mentre l’Ambrì, sorprendentemente, è partito piuttosto bene. Ma Fischer dice di essere tranquillo: la squadra è in crescita e prima o poi i valori verranno fuori. Per dare giudizi è ancora presto, ma è ovvio che nelle prossime cinque partite l’HCL deve darsi una regolata e fare risultato. I giocatori ci sono, la classe non manca: ora bisogna mettere a posto i meccanismi”.

Sempre nel fine settimana, protagonista di un derby amaro, in Coppa Svizzera, è stata anche la squadra guidata da un Zeman in cui si erano riposte tante speranze: ha rischiato di perdere contro il Bellinzona, raccogliendo ai supplementari una vittoria che non può certo far gioire visto anche quanto raccolto in Super League. Qui come vede la situazione?

“Chiaro che prendendo un allenatore famoso e importante come Zeman tutti i risultati e le prestazioni sono sotto la lente di ingrandimento. E una partita come quella di sabato, contro una squadra di categoria inferiore, ha stupito per la prestazione negativa in campo. Si scatenano i dubbi sul lavoro di Zeman e cresce la tensione, come ha dimostrato la lite tra Lombardi e Renzetti, spinto ad andare in panchina a richiamare la truppa dopo la performance del secondo tempo. Secondo me, quello che bisogna capire ora è la motivazione di Zeman, quanto creda in questo progetto. Ha avuto e ha tutt’ora la fiducia del presidente, che si dice ancora dalla sua parte. Ma bisogna vedere qual è il rapporto tra l’allenatore e lo spogliatoio. Se tutti ci credono ancora, la possibilità di rimanere a galla c’è, altrimenti… sarà dura. E bisognerà capire come intervenire. Adesso è ancora presto. Ma la partita col Zurigo potrà dare diverse risposte. Il compito del presidente, dell’allenatore e dello staff tecnico è di calmare gli animi e far arrivare la squadra serena all’importante appuntamento di domani. E non è un compito facile, perché la partita con il Bellinzona ha lasciato scorie abbastanza pesanti. Ma, dopo l’ultima di Coppa, quello che ci si aspetta di vedere è una reazione dalla squadra: se in campo ci saranno dei bianconeri grintosi ci sono speranze, altrimenti sarà dura”.

ibi

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