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Politica e Potere
19.11.2015 - 07:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Dio perdona, Houellebecq no. Lo scrittore francese spara a zero sui politici: "Quanto accaduto a Parigi è solo colpa vostra. L'unica soluzione è la democrazia diretta"

Già processato per islamofobia e l'autore del romanzo "Sottomissione" pubblica un'invettiva in stile Fallaci: "Hollande insignifcante opportunista, Valls un ritardato"

PARIGI – È l'autore di "Sottomissione": il romanzo bollato da molti come islamofobico e diventato un caso letterario ancor prima di finire sugli scaffali delle librerie. Tanto che dopo gli attentati di Charlie Hebdo, che aveva positivamente recensito il libro, Michel Houellebecq fu tra i primi ad essere messo sotto stretta protezione dalle forze dell'ordine. In Francia ha dovuto affrontare negli scorsi anni anche un processo per rispondere alle accuse di razzismo contro i musulmani, trascinato in tribunale da alcune associazioni islamiche e di difesa dei diritti dell'uomo. Fu assolto.

Le bordate contro l'Islam e la trama di Sottomissione

La sua critica alla religione islamica è sempre stata molto dura, senza sconti, con frasi tipo "la religione più stupida è l'islam. La lettura del Corano lascia prostrati... Prostrati". E la trama di "Sottomissione" non è da meno. Citiamo da Wikipedia: "Francia 2022: alla fine del secondo mandato di François Hollande, la vittoria alle elezioni presidenziali va a favore di un partito islamico (Fratellanza Musulmana), che riesce a battere il Front National di Marine Le Pen al secondo turno, grazie all'alleanza repubblicana siglata con il Partito Socialista Francese, l'Unione per un Movimento Popolare e l'Unione dei Democratici e Indipendenti, i raggruppamenti politici di socialisti, liberali e moderati. Il governo del nuovo presidente Mohammed Ben Abbes, musulmano di seconda generazione, impone una sorta di Sharia attenuata, cui le élite francesi si adeguano quasi con piacere, collaborando con il nuovo regime, deliziati non solo dall'idea di convertirsi ma di fare un vero e proprio atto di "sottomissione" all'Islam e al suo autoritarismo rassicurante, così come avverrà per il protagonista François, professore di letteratura quarantenne dalla vita amorosa disastrata, specialista e cultore di Huysmans, che per spirito di opportunismo e allo stesso tempo per la sua mancanza di fede nella religione cattolica, si convertirà all'Islam per proseguire la sua brillante carriera in Sorbona IV divenuta ormai in tutto e per tutto un'università islamica, finanziata dalla petromonarchia saudita, e per poter progettare un'unione facilitata dall'intervento d'una mezzana con una o più studentesse (la poligamia è stata, difatti, legalizzata)".  
 
Michel Houllebeq torna a parlare, o per meglio dire a scrivere, dopo gli attentati di Parigi. E lo fa con un'invettiva pesantissima, che ricorda quelle di Oriana Fallaci, pubblicata stamane dal Corriere della Sera. Nel mirino dello scrittore, questa volta, non ci sono tanto gli islamici o i terroristi, ma i politici francesi ritenuti Houellebecq i principali responsabili di quanto accaduto. Eccone alcuni stralci. 

"Hollande insignificante opportunista, Valls un ritardato congenito"

"Contrariamente a quanto si pensi – afferma lo scrittore - i francesi sono piuttosto docili e si lasciano governare facilmente, ma questo non vuol dire che siano dei completi imbecilli. Il loro difetto principale potrebbe definirsi una sorta di superficialità incline alla dimenticanza, e ciò significa che periodicamente occorre rinfrescar loro la memoria. La situazione incresciosa nella quale ci ritroviamo è da attribuire a precise responsabilità politiche; e queste responsabilità politiche dovranno essere passate al vaglio, prima o poi. È assai improbabile che l’insignificante opportunista che occupa la poltrona di capo di Stato, come pure il ritardato congenito che svolge le funzioni di primo ministro, per non parlare poi dei «tenori dell’opposizione» (LOL), escano con onore da questo riesame". 

"Chi ci ha inculcato, per tanti anni, che le frontiere sono un’assurdità antiquata, simbolo di un nazionalismo superato e nauseabondo?"

Quindi lo scrittore mette il dito nella piaga: punto per punto. "Chi è stato a decretare i tagli nelle forze di polizia, fino a ridurle all’esasperazione, quasi incapaci di svolgere le loro mansioni?  Chi ci ha inculcato, per tanti anni, che le frontiere sono un’assurdità antiquata, simbolo di un nazionalismo superato e nauseabondo? Si capisce subito che tali responsabilità sono state largamente condivise.  Quali leader politici hanno invischiato la Francia in operazioni assurde e costose, il cui principale risultato è stato quello di far sprofondare nel caos prima l’Iraq, poi la Libia? E quali governanti erano pronti, fino a poco tempo fa, a fare la stessa cosa in Siria ? (Dimenticavo, è vero che non siamo andati in Iraq, non la seconda volta. Ma c’è mancato poco, e pare scontato che Dominique de Villepin passerà alla storia solo per questo, che non è poco: aver impedito che la Francia per una volta, la sola e unica volta della sua storia recente, partecipasse a un intervento militare criminale - e per di più idiota.)". 

"I predicozzi della sinistra morale e le avventure militari"

"La conclusione inevitabile – attacca ancora l'autore di Submission dalle colonne del Corriere della Sera - è purtroppo assai severa: i governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni (venti? trenta?) hanno fallito penosamente, sistematicamente, pesantemente nella loro missione fondamentale, cioè proteggere la popolazione francese affidata alla loro responsabilità. La popolazione, dal canto suo, non ha fallito in nulla. In fondo, non si sa esattamente che cosa pensa la popolazione, visto che i successivi governi si sono guardati bene dall’indire dei referendum (tranne uno, nel 2005, ma hanno preferito non tener conto del risultato). I sondaggi d’opinione, invece, sono sempre autorizzati e - per quello che valgono - rivelano grosso modo le cose seguenti: la popolazione francese ha sempre conservato fiducia e solidarietà nei confronti dell’esercito e delle forze di polizia; ha accolto con sdegno i predicozzi della « sinistra morale» (morale?) sull’accoglienza di rifugiati e migranti e non ha mai accettato senza sospetti le avventure militari estere nelle quali i suoi governanti l’hanno trascinata". 

"L'unica soluzione è la democrrazia diretta"

"Il discredito che oggi colpisce in Francia l’insieme della classe politica – conclude Houellebecq - è non solo dilagante, ma anche legittimo. E mi sembra che l’unica soluzione che ci resta sarebbe quella di dirigersi lentamente verso l’unica forma di democrazia reale, e con questo intendo dire la democrazia diretta". 

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