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17.02.2016 - 14:260
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Saviano "vota" Schengen: "Pretendere di proteggersi innalzando di nuovo i confini è un errore. Un madornale errore". E punge la Svizzera...

Lo scrittore: "La Francia ha il Lussemburgo. La Germania ha il Liechtenstein. Tutto il mondo ha la Svizzera. Stiamo parlando di centri che attraggono nel cuore d'Europa strategie criminali e finanziarie"

LUGANO – Sì, assolutamente sì, a Schengen (con pizzicotto alla Svizzera, e non solo…). Roberto Saviano dice la sua sul trattato attualmente più discusso e traballante all'interno dell'Unione Europea. Un accordo che fa molto dibattere anche nel nostro Paese e che molti vedono come il fumo negli occhi, soprattutto nel nostro Cantone. 

In un articolo pubblicato su Repubblica (per leggere il testo integrale clicca qui), lo scrittore va dritto al punto nella sua appassionata difesa di Schengen: "Ma sì, diciamolo subito. Davvero in Europa c'è ancora qualcuno che pensa di fermare le stragi dei migranti e l'orrore della jihad alzando l'ennesimo muro? Davvero c'è chi pensa di fermare gli esseri umani decretando la morte di Schengen? No, pretendere di proteggersi innalzando di nuovo i confini è un errore. Un madornale errore. Innanzitutto perché è dimostrato che le strutture militari, terroristiche non hanno bisogno di utilizzare canali clandestini".

Queste strutture, argomenta l'autore di Gomorra, "riescono a strutturarsi e a essere operative in ogni Paese indipendentemente dai flussi migratori attuali. È ormai accertato che ad agire in queste strutture - l'abbiamo purtroppo visto nel caso del Bataclan e di Charlie Hebdo - sono uomini e donne di seconda generazione. E se in alcuni casi, è vero, ci siamo trovati di fronte a persone che avevano chiesto l'asilo politico e si sono poi trasformate in miliziani, si è trattato di una "evoluzione" indipendente dalla struttura madre".

"Fermare Schengen – sottolinea Saviano - sarebbe la vittoria di una visione che credevamo ormai superata: quella secondo la quale ci si possa difendere costruendo castelli e barriere. Noi italiani lo sappiamo bene. Non lo diceva già il Principe di Machiavelli? Costruire nuovi castelli genera solo nuovi assedi".

Ma c'è di più e c'è di peggio. Un "paradosso più grave", come lo definisce lo scrittore. Un paradosso, afferma Saviano, prodotto da una "politica che pretende di fermare i corpi ma non i flussi illegali e finanziari ormai senza più alcun controllo. Che cosa ha reso possibile la creazione di un vero e proprio potere terroristico in Belgio? I finanziamenti che da Dubai, dall'Arabia Saudita, dal Medio Oriente più in generale sono arrivati attraverso i vari canali finanziari più scoperti".

E qui lo scrittore chiama in causa anche il nostro Paese. "La Francia - scrive - ha il Lussemburgo. La Germania ha il Liechtenstein. La Spagna ha Andorra. L'Italia ha San Marino. Tutto il mondo ha la Svizzera. Stiamo parlando di isole finanziarie che non solo attraggono - nella migliori delle ipotesi – evasori fiscali. Stiamo parlando di centri che attraggono nel cuore d'Europa strategie criminali e finanziarie: basti pensare alla vicenda recente del Chapo, il re dei trafficanti di droga che faceva riciclare in Svizzera montagne di narcodollari che poi finivano in una banca di Vaduz, nel Liechtenstein".

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