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11.05.2016 - 08:090
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Amanda Rückert difende la tassa sui posteggi: "Per la qualità di vita, per il territorio... Sostenerla è una scelta di responsabilità"

La deputata leghista: "Non va vista semplicemente come una tassa, bensì come un importante tassello che va a collocarsi all’interno della strategia avviata dal Dipartimento del territorio"

di Amanda Rückert

È chiaro il fatto che la tassa di collegamento, il cui principio è presente nella Legge sui trasporti pubblici dal 1994, sia a tutti gli effetti, un’imposta, che genererà nuove entrate per le casse dello Stato. Occorre però dare il giusto peso e le giuste proporzioni alla cosa, considerando gli scopi della stessa, da un lato, e l’onere per il singolo, dall’altro.

La tassa di collegamento, tema sul quale il popolo ticinese sarà chiamato alle urne il prossimo 5 giugno, non va infatti vista semplicemente come una tassa, bensì come un importante tassello che va a collocarsi all’interno della strategia avviata dal Dipartimento del territorio nel 2014, finalizzata a migliorare la mobilità del nostro Cantone. 

Nel dibattito sulla tassa di collegamento gli oppositori portano però molti elementi che non corrispondono al vero. Viviamo in un Paese democratico, dove l’esercizio di chiamare i cittadini alle urne per esprimersi sull’introduzione di un nuovo capitolo legislativo è un caposaldo che merita rispetto a priori, non merita invece tutela la disinformazione. 

Già solo il titolo scelto per condurre la propria campagna è insidioso: "No alla tassa sui posteggi a carico dei ticinesi“. Ed è scorretto sostenere che si vuole inserire una nuova tassa senza offrire una controprestazione. In realtà si vogliono creare le basi per costruire una futura controprestazione, ovvero potenziare il mezzo di trasporto pubblico. 

La tassa di collegamento sarà applicata unicamente ad aziende e a centri commerciali con almeno 50 posteggi, ovvero a quelli che la legge definisce essere importanti generatori di traffico. Non rientrano invece nel campo di applicazione del nuovo balzello i posteggi delle abitazioni private e quelli adibiti a scopi residenziali. 

Tra gli obiettivi vi è quello di creare una nuova fonte per il finanziamento del trasporto pubblico, la cui domanda è in continuo aumento e, sfido chiunque a sostenere il contrario, in Ticino ancora insufficiente. Si vogliono anche migliorare i collegamenti con le zone periferiche, di modo che anche le persone che abitano nelle regioni più discoste possano, lentamente, avere una valida alternativa al mezzo privato per i propri spostamenti. Ma il potenziamento del mezzo di trasporto pubblico non è un esercizio gratuito. E le casse dello Stato non sono particolarmente floride. 

La tassa sarà a carico dei proprietari dei fondi: sarà una loro scelta quella di decidere eventualmente di ribaltarla sul consumatore finale o se prenderla a carico loro stessi. 

Parliamo di cifre, perché occorre senz’altro essere correttamente informati e capire quanto effettivamente andrà a gravare sul singolo questa tassa. I 194 importanti generatori di traffico saranno chiamati a contribuire come segue: le aziende con 3.50.- fr. al giorno, i centri commerciali con 1.50 .- fr. al giorno, ovvero circa 10 cts per ogni cliente che utilizza un posteggio soggetto alla tassa. 

La tassa di collegamento si prefigge anche l’obiettivo di ridurre il traffico. E non vi è chi non vede che il traffico, soprattutto in alcune zone del nostro Cantone, ha raggiunto livelli insostenibili, portando le strade al collasso. E la tassa di collegamento è un importante elemento tramite il quale la politica cerca di affrontare l’emergenza del traffico, provocando notevoli costi infrastrutturali, danni considerevoli sulla salute pubblica e sull’economia: il tempo che una persona perde in colonna è tempo perso, sottratto al lavoro e alla produzione.
Il cambiamento di paradigma s’impone. E la tassa di collegamento rappresenta un importante tassello per questo cambiamento: getta le basi per il potenziamento del mezzo pubblico e induce la gente a cambiare comportamento. 
Non occorre uno scienziato per stabilire che ogni viaggio in automobile inizia e finisce in un parcheggio. E che la disponibilità di posteggi gratuiti, soprattutto sul posto di lavoro, incrementa il numero di automobili, quindi di traffico, ingorghi, inquinamento e consumo energetico. Il singolo elemento che influenza di più la scelta in tema di spostamenti sistemici del trasporto privato è la disponibilità̀ del posteggio all'arrivo e il suo costo. Quindi agire sul parcheggio, con la lotta ai posteggi abusivi messa in atto negli ultimi anni, e sui costi del posteggio è un elemento che può̀ avere un impatto sovradimensionato rispetto all'essenza di questa misura. 
Inoltre la tassa di collegamento andrà a colpire soprattutto i frontalieri. Secondo i dati censiti dal Dipartimento del territorio, quotidianamente entrano in Ticino 50 mila automobili di frontalieri con il 90% di esse aventi un solo utente, e nell'84% dei casi hanno il posteggio gratuito sul posto di lavoro.
La tassa di collegamento va inserita in un contesto di una strategia a 360 gradi, comprendente anche la lotta ai posteggi abusivi, il potenziamento dei mezzi di trasporto pubblici, l’aiuto alle aziende virtuose che attuano la mobilità aziendali, il progetto Pool2job, l’introduzione del mobility manager, l’idea di creare  corsie preferenziali per coloro che praticano car pooling o navette aziendali, la collaborazione con i Comuni italiani per definire una strategia per il trasporto transfrontaliero. 
Votare sì alla tassa di collegamento significa quindi partecipare ad un equo e responsabile processo di miglioramento della nostra qualità di vita, della salvaguardia del territorio in cui viviamo e in cui lavoriamo. 

* deputata Lega dei Ticinesi al Gran Consiglio

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