LUGANO - “È un duro colpo da incassare, che in questo momento non ci voleva. Sono molto preoccupato. Questa non è più un'acquisizione, ma è la liquidazione di BSI e temo che con EFG non avremo più grandi margini di discussione”. Con queste parole il responsabile del Dicastero finanze, Michele Foletti, ha espresso sul Corriere del Ticino le preoccupazioni del Municipio di Lugano dopo il terremoto che ha colpito la BSI (leggi qui).
“Con il CEO Stefano Coduri avevamo avuto buoni contatti per contenere l'impatto, soprattutto occupazionale, dei cambiamenti in atto – dice Foletti -. Ora, però, lo scenario cambia totalmente e temo che avremo un'importante perdita di posti di lavoro”.
BSI è l'unica banca con sede a Lugano, prosegue il municipale, e ha una sua influenza anche sul settore parabancario. Ma “non è un contribuente sistemico e quindi, con le normali compensazioni sul gettito, non dovrebbero esserci pesanti ripercussioni sul Piano finanziario della Città. Ma sono fattori ancora da approfondire”.
Intanto, sempre sul Corriere del Ticino, il nuovo Ceo della banca, Roberto Isolani, precisa che “la Finma non impone di cancellare il marchio BSI dal mercato. L'utilizzo del marchio in Ticino e in Italia resta uno dei punti centrali della strategia della ratio della fusione”.