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07.08.2014 - 12:460
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Dadò sul caso Polanski: "Solari difende uno stupratore latitante". E spara su Bertoli: "Parla di libertà ma è imbavagliato"

Il capogruppo del PPD replica duramente al discorso del presidente del Festival che ieri sera ha difeso la scelta di invitare a Locarno il controverso regista

LOCARNO – Fiorenzo Dadò non è stato zitto, dopo il discorso di Marco Solari, che ieri sera, prima nel suo discorso inaugurale del Festival del film all’ex Magistrale e poi in Piazza Grande ha difeso la scelta di invitare a Locarno il regista Roman Polanski. E ha fortemente rivendicato la libertà artistica del Festival.

Il capogruppo del PPD, che per primo ha sollevato il caso Polanski, ha commentato già ieri sera il discorso del presidente del Festival.
“Non ho ulteriori parole da dire, per questa sera – ha scritto su Facebook -. Lascio a voi ogni riflessione, se qualcuno ci riesce ancora. Spero che chi ha subìto un abuso, sappia perdonare quest'uomo e tutto il suo seguito, perché non sa cosa dice”. (quest’uomo è riferito a Solari, ndr).
Stamattina il dibattito è proseguito sul social network. Abbiamo quindi chiesto a Dadò di spiegare la sua posizione e le sue perplessità.

“Solari – dice a liberatv - ha superato ogni più pessimistica previsione. Non mi sarei mai aspettato da parte sua un intervento di giustificazione di venti minuti sul caso Polanski, un intervento in cui ha tirando in ballo la pietà e la comprensione umana, oltre che i consigli di sua moglie…”

D’altra parte, l’intervento di Solari era dovuto, anche lei auspicava una presa di posizione da parte dei vertici del Festival…

“Sì, ma non mi ha assolutamente convinto. Solari ha chiesto pietà per il carnefice senza spendere una sola parola per le vittime. E parlo al plurale perché Polanski rappresenta per me e per molti cittadini l’espressione massima della più bieca ingiustizia nei confronti delle vittime di reati sessuali. Ma siccome è ricco e gode di alte protezioni è riuscito fino ad oggi a evitare di regolare i suoi conti con la giustizia. A me interessano le vittime, la parte più debole di tutto questo discorso, non i potenti, non Solari o Polanski. Qualcuno deve pur parlare, qualcuno deve pur dar loro dare voce ed è questo che dovremmo fare tutti”.

Di fronte a questa polemica c’è chi potrebbe pensare che ogni anno Fiorenzo Dadò cerca e trova un pretesto per sparlare del Festival… Dopo L.A. Zombie, due anni fa, il caso del brigatista Senzani, l’anno scorso, ecco Polanski…

“Può darsi, ma si potrebbe anche pensare che ogni anno Solari e i suoi collaboratori facciano di tutto per creare scandali e provocazioni calpestando ogni sentimento di giustizia e dignità, com’è stato fatto l’anno scorso invitando un brigatista non pentito e quest’anno uno stupratore latitante. Non spetta a Solari in veste di presidente del Festival chiedere pietà e comprensione umana per Polanski. Semmai ci pensa ognuno nel proprio intimo. Qui stiamo parlando di una manifestazione pubblica, finanziata in gran parte con soldi dei contribuenti, non un affare privato tra lui e un regista pedofilo”.

Insomma la battaglia continua. Prossimi passi?

“Sto riflettendo ma sia chiaro che non spetta solo a me muovermi. Io ho sollevato la questione. Ora le molte persone che in questi giorni si sono espresse con indignazione reagiscano. Ne hanno tutto il diritto e l’opportunità, anche se capisco che non tutti se la sentono di affrontare questi potentati”.


Dadò, lei se l’è presa anche con il ministro della cultura Manuele Bertoli per il suo intervento al Festival.

“Bertoli ha fatto un gran bel discorso sulla libertà. Peccato che l’ha fatto da persona imbavagliata, come aveva già fatto l’anno scorso con Senzani, mettendosi ancora una volta dalla parte dei potenti, della parte dei forti, del conformismo. Da un ministro ci si attendono riflessioni più profonde, che tengano conto di tutti gli aspetti della questione, e non solo una mera e generica difesa della libertà artistica del Festival. Ci si nasconde troppo spesso dietro la libertà. Ma cosa è la libertà? La libertà presuppone perlomeno la responsabilità e la capacità di scegliere”.

Lei ha fatto anche un parallelo con il discorso di Bertoli del Primo Agosto, che ha scatenato un altro vespaio di polemiche…

“Esatto. Il Primo Agosto si è espresso offendendo la maggioranza della popolazione, che ha votato diversamente da lui, chiedendo addirittura di invalidare, di fatto, il voto democraticamente espresso il 9 febbraio. Poi viene a Locarno e difende un premio alla carriera a uno stupratore di ragazzine latitante, un premio e un soggiorno pagato anche con i soldi della gente che ha offeso qualche giorno prima. Bertoli dovrebbe ricordarsi che oggi è presidente del Governo, e non più del Partito socialista, e in questa veste rappresenta tutti i ticinesi, anche le vittime di stupri e di pedofili. Comunque, Solari si prende la libertà di provocare, addirittura di offendere i più deboli della società  e io, come cittadino, mi prendo la libertà di dire esattamente quel che penso ed eventualmente di reagire”. 

emmebi

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